La tragedia di Rigopiano su Rai2. Santoro: celebriamo i Vigili-eroi
In onda stasera “C’è qualcuno”, il documentario sulle 29 vittime della valanga scritto da Michele Santoro e realizzato con filmati originali dei vigili del fuoco
PESCARA. Andrà in onda,stasera alle 21.05 su Rai2, “C’è qualcuno”, il documentario scritto da Michele Santoro e realizzato interamente con filmati originali dei vigili del fuoco girati con i loro mezzi durante i soccorsi all’Hotel Rigopiano di Farindola colpito da una valanga, il 18 gennaio scorso, in cui morirono 29 persone. La Rai ha deciso di trasmetterlo oggi, Festa della Repubblica, come omaggio a loro, all’Italia migliore.
I familiari delle 29 vittime, che inizialmente avevano protestato, dopo aver visto in anteprima il film hanno riconosciuto il valore e il senso del lavoro. «Non deve accadere che la “retorica sui valorosi soccorritori” cancelli i morti, la sofferenza dei sopravvissuti e la ricerca e l’accertamento di eventuali responsabilità», ha detto Michele Santoro. «Questo nostro film non celebra né il potere costituito né gli eroi, celebra i non eroi: i Vigili del fuoco che si sono infilati in quei buchi, i sopravvissuti che si preoccupavano più della salvezza degli altri che di loro stessi, e quei bambini che hanno resistito nel buio tenendosi per mano».
La voce narrante del documentario è quella dell’attore AlessandroHaber, le musiche sono di NicolaPiovani, premiio Oscar per la colonna sonora del film “La vita è bella”.
«“C’è qualcuno”», spiegano gli autori, «è l’urlo costante che accompagna le fotoelettriche e le torce che si fanno strada nel freddo e nel buio delle macerie dell’albergo sepolto dalla valanga. E con queste immagini, per la prima volta trasmesse in tv, e con il loro racconto vivo, come una diretta sul campo, è come se i Vigili del fuoco ci portassero all’interno di quelle macerie a condividere fatica, disperazione, tenacia, gioia, commozione, speranza».
“C’è qualcuno”, proseguono gli autori, «è una testimonianza priva di qualsiasi retorica dell’eroismo civile di cui sanno essere capaci gli italiani più semplici, infilandosi in impressionanti cunicoli mentre incombe sulla loro testa il rischio di una nuova valanga e di ulteriori scosse di terremoto. Fino a oggi, se pensiamo al racconto in diretta di una tragedia, uno straordinario documento televisivo era Vermicino, ovvero la morte di un bambino. Rigopiano sarà ricordato invece perché quattro bambini erano tra i tanti da salvare: quattro bambini estratti tutti vivi. “Un bambino salvato diventa, in quei momenti, tuo figlio. Un adulto morto è un parente che ti lascia”, raccontano i Vigili protagonisti dei soccorsi».
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