Locasciulli: all’Abruzzo devo il mio sentimento musicale  

Il cantautore pennese Premio Tenco alla carriera ’24 : «Sono onorato e strafelice  Mi emoziona anche pensare che la mia prima partecipazione risale al 1976»

PESCARA. «Al Tenco suonerò accompagnato dall’ottimo quartetto d’archi Pessoa con gli arrangiamenti di mio figlio Matteo, il vero musicista di casa Locasciulli, che vive a Parigi e scrive musiche per film e tv. Quei violini sono costruiti con i legni dei barconi naufragati nel Mediterraneo con a bordo i migranti, iniziativa del mio amico Arnaldo Mosca Mondadori, che ha fatto costruire questi strumenti ai detenuti di Opera sotto la guida di due esperti liutai. Per me è un salto di qualità professionale e umana, una cosa bellissima, apriremo uno squarcio di luce». Mimmo Locasciulli, il medico e cantautore dalla lunghissima carriera artistica, originario di Penne, non sta nella pelle per aver ricevuto il premio assegnatogli dal Club Tenco alla carriera annoverandolo tra gli artisti che hanno apportato un contributo significativo alla canzone d’autore mondiale. Insieme a lui per l’edizione 2024 sono premiati Edoardo Bennato, Samuele Bersani, Teresa Parodi, e Caterina Caselli come Operatore culturale. Nelle 46 precedenti edizioni del Premio dedicato alla memoria del cantautore Luigi Tenco, sono stati incoronati mostri sacri della musica. Venerdì 18 toccherà a Locasciulli salire sul palco dell'Ariston di Sanremo, dove dal 17 al 19 sarà in corso la 50ª edizione della rassegna dedicata alla canzone d’autore per la consegna dei Premi (attribuiti dal direttivo del Club) e delle Targhe (assegnate da una più ampia giuria di giornalisti musicali) Tenco 2024. Due di queste ad altri due artisti abruzzesi o che in Abruzzo hanno trovato una seconda anima, ovvero il cantautore pennese Setak per la categoria Album in dialetto, e Simona Molinari, aquilana d’adozione, per il miglior album di interprete. Senza dimenticare il Premio Siae alla memoria al cantautore teramano Ivan Graziani scomparso nel 1997, che partecipò alla prima edizione del Tenco nel 1974.
Locasciulli, se l’aspettava? Non me l’aspettavo, sono onorato e strafelice. È una grandissima soddisfazione, un’emozione fortissima. La mia prima partecipazione al Tenco risale al '76 , i miei compagni erano Guccini, Vecchioni, Paolo Conte, Branduardi, il meglio della canzone d’autore italiana. Oggi sono meno ragazzino ma più felice. Ho ricevuto premi importanti nella mia carriera a cominciare da quello per i complessini beat del mio paese nel ’67. I premi della musica sono anche troppi, il Tenco però ha un grande valore soprattutto in questo tempo in cui la musica d’autore è relegata a musica per reduci, non è la mainstream insomma. Il Tenco ha ancora la funzione di preservare diffondere e valorizzare la canzone d’autore e cresce anno dopo anno con nomi importanti. Sono contento davvero.
Exploit dell’Abruzzo al Tenco: lei, premio alla memoria di Ivan Graziani, targa al suo compaesano Setak e a Simona Molinari...
Penne ha fatto l’en plein con Nicola (Nicola Pomponi in arte Setak, ndr), con Donatella di Pietrantonio al Premio Strega 2024, e con Simone Barlaam di storica famiglia pennese, oro alle paralimpiadi di Parigi. È la combinazione che vince. A Sanremo sono tanti gli abruzzesi che ci lavorano, nel florvivaismo principalmente. Saremo accolti bene.
Quanto si sente riconoscente?
La metà delle mie canzoni, il mio sentimento musicale nascono da quello che ho ricevuto dalla mia terra, c’è un imprinting, odori, sapori, il vento, i tramonti, il Gran Sasso ma pure la Maiella, le parole, il ritrovarsi con gli amici, tutto insieme costituisce quel sentimento che mi appartiene.
Però il capoluogo vestino è in sofferenza a causa dello spopolamento, come tutto l’Abruzzo appenninico. Non trova?
Penne soffre ancora di questo split ma abbiamo molta fiducia grazie all’arrivo di un imprenditore illuminato come Brunello Cucinelli. Il discorso che ha fatto nella piazza di Penne mi fa ben sperare, sa come si lavora, ovunque è andato ha creato condizioni di lavoro non solo umane ma remunerative della dignità, un valore a cui bada moltissimo. Devo dire che c’è un risveglio di tipo sollecitativo da parte degli amministratori in genere più tardivi nel rispondere alle istanze della popolazione in termini di cultura e di svago che richiamino anche gente da fuori. Che poi, quando i turisti arrivano, trovano la nostra città più sveglia di come l’hanno immaginata, e ci tornano contenti.
Come vi site incontrati con Setak?
Alla gara tra complessini negli anni 60 tra gli antagonisti c’era suo papà, Enzo Pomponi, che pure suonava l’organo. Siamo cresciuti da amici, mai rivalità. Poi le cose arrivano. Il mio chitarrista, Massimo Fumanti, che non poteva suonare a un nostro concerto mi indicò al suo posto il mio compaesano “molto bravo”, Nicola Pomponi appunto, che suonava nel gruppo di mio figlio Matteo. L’ho conosciuto, era davvero molto bravo con la chitarra, poi sono andato a sentirlo che presentava il suo disco “Blusanza” a Penne e così è nata una bella amicizia, ci confrontiamo, insieme abbiamo scritto quella meraviglia di canzone che è “Lu juste arvè”, poi lui ha suonato la chitarra e mi ha fatto il controcanto nella mia “Buonanotte dalla luna”. Le collaborazioni sono altra cosa da accordi discografici, nascono quando capisci che c’è un intento comune, un confronto e un rispetto per la musica.
Domani nuovo debutto discografico di suo figlio, Guido Elle, 47enne avvocato con la passione per la canzone d’autore. Un doppio l'album di inediti “Duepuntozero” (Hobo Records) in vinile e cd. La musica è un vizio di famiglia?
Vent’anni anni fa Guidopubblicò il disco “Blu velvet” con la Sony, che però non fu brava nella distribuzione, così è rientrato nei ranghi pur continuando a scrivere musica. Le sue canzoni mi piacciono molto e su quelle musiche ho messo un testo. Guido cura moltissimo la qualità del suono, le sue canzoni sono abbastanza lunghe, perciò ha scelto di fare un doppio vinile di 25 minuti ciascuno, oltre al cd.