CINEMA

Pericolosamente vicini agli orsi, non mai abbastanza / VIDEO

Esce nella sale il docufilm, a Pescasseroli l'anteprima nazionale e i motivi per cui andare a vederlo

PESCASSEROLI. Parla e documenta il caso dell'orso che ha ucciso in Trentino, ma Pericolosamente vicini, docufilm proiettato in anteprima nel cinema Ettore Scola di Pescasseroli, tira dentro l' Abruzzo perché aiuta a capire meglio le dinamiche della convivenza uomo-orso e di conseguenza, più in generale, del rapporto uomo-fauna selvatica, e quindi con la natura di cui spesso ci dimentichiamo pur essendone orgogliosamente circondati. Argomento tornato di attualità con la recente decisione della giunta regionale abruzzese di uccidere 500 cervi nell'Aquilano perché ritenuti pericolosi.

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Pericolosamente vicini, di chi è la natura? La parte finale del docufilm
L'anteprima a Pescasseroli, panoramica sul rapporto tra uomo e fauna selvatica prendendo spunto da un fatto di cronaca

Pericolosamente vicini - diretto dal regista Andreas Pichler e distribuito da Wanted Cinema - sbarca in questi giorni nelle sale. E a residenti e turisti di Pescasseroli, che può essere definita la capitale del Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise dove vivono circa sessanta esemplari, è stata data la possibilità di vedere che cosa è successo in Trentino quando solo un anno fa l'orsa Jj4 uccise il giovane runner Andrea Papi, mentre stava correndo tra i boschi. Una panoramica completa con le testimonianze delle comunità locali, dei tecnici e dei forestali che hanno seguito il progetto Life Ursus (finanziato dalla UE e finalizzato alla ricostituzione di un nucleo vitale di orsi nelle Alpi Centrali) e le attività di conservazione e gestione dell’orso nel corso degli anni, nonchè le associazioni animaliste impegnate nella difesa dell’orso bruno e nella promozione della convivenza pacifica.

Un'occasione per ricordare quella tragedia che pure dall'Abruzzo è stata seguita, ma indirettamente. E soprattutto mettere a memoria che cosa è non è stato fatto prima affinché non avvenisse.

Errori di gestione che si sono trascinati per vent'anni e che poi sono esplosi con il caso Papi, con feroci polemiche, accuse, proteste e quindi soluzioni trovate in fretta per recuperare il tempo perduto.

Per la cronaca Jj4, che in tanti volevano che fosse eliminata e per la quale la Provincia autonoma aveva già emesso l'ordinanza (abbattuta dai molteplici ricorsi della Lav), è stata trasferita in una struttura apposita nella Foresta nera in Germania dove era già stata portata la madre Daniza.

Il confronto con quanto adottato in Abruzzo è naturale e viene da dire che meno male che qui va (ed è andata) meglio e diversamente con gli orsi, facendo tutti i dovuti presupposti. Il primo dei quali è che qui da molto tempo c'è l'Orso marsicano, specie ritenuta più amichevole rispetto all'Orso sloveno (come Jj4) la cui specie venne importata e fu insediata in Trentino dove i plantigradi erano scomparsi con il contributo dei bracconieri. La sottile linea della convivenza è tracciata dalla confidenzialità  che ha l'orso con l'uomo ("orsi confidenti)" dopo la quale si arriva alla pericolosità. Ma occore capire i conflitti per affrontare le problematiche e vivere in armonia con la natura. E capire il dolore e la sofferenza dei genitori di Andrea Papi che parlano di "tragedia annunciata" per via di quanto non era stato realizzato nella gestione del piano di reinserimento degli orsi in Trentino.

Dice il Wwf: "La complessità del rapporto tra uomo e fauna selvatica, in particolar modo i grandi carnivori, sottolinea l'importanza di diffondere una corretta conoscenza per migliorare l’accettazione sociale di queste specie e costruire una coesistenza possibile".

Abbiamo assistito al docufilm, al termine del quale c'è stato un breve dibattito in collegamento anche con il regista. Una donna, dal'accento non abruzzese, si è alzata in platea e ha candidamente rivolto la "domanda zero": "A me piace fare  trekking la mattina presto ma nel caso dovessi incontrare un orso come mi dovrei comportare?". Una domanda che sembrava fosse superata dopo tante campagne promozionali ed educative, ma che insegna come alla base di tutto vi sia sempre la necessità di una conoscenza e consapevolezza diffusa che non è mai sufficiente.

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