«Platea abruzzese curiosa: il Tsa soddisfa tutti i gusti»
L’Aquila, il direttore del Teatro Stabile fa il bilancio del 2022 e guarda al futuro «Il legame con le realtà culturali del territorio ha dato frutti e lo rinforzeremo»
L’AQUILA. Un direttivo parzialmente rinnovato con l’ingresso di Carlo Dante come vicepresidente al posto di Rita Centofanti e una serie di strategie da sviluppare all’interno di una stagione che ha già dato indicazioni positive. Per Giorgio Pasotti, direttore del Teatro stabile d’Abruzzo dalla fine del 2020, si apre un terzo anno ricco di sfide. Prima fra tutte, quella volta a stabilire e rinforzare il legame con il territorio con una programmazione versatile e variegata, capace di accontentare un pubblico di diverse generazioni. «Stiamo facendo degli sforzi importanti per intercettare i gusti di un pubblico di ogni età», spiega l'attore, «guardando a un cartellone che affianca grandi nomi e grandi autori a progetti sperimentali».
Puntare sulla sperimentazione può rappresentare un “azzardo” in una realtà come quella abruzzese?
Dipende. Sotto alcuni punti di vista lo è, specie quando si cerca di impostare un rapporto di rispetto e stima reciproca con il pubblico. Una platea colta, interessata e attenta che ha dei propri gusti e delle proprie preferenze. La fiducia va conquistata a piccoli passi, specie se si vogliono introdurre progetti sperimentali. In questo, al momento le nostre scelte sono state premiate, a partire dagli abbonamenti stagionali, andati sold out nell’arco di un paio di ore dalla messa in vendita. Alle due serate canoniche al Ridotto del teatro Comunale dell’Aquila ne abbiamo aggiunto una terza, per garantire un respiro maggiore agli spettacoli. Soprattutto, sono contento di essere fermato a passeggio da persone che mi dicono di essere entusiaste di quello che vedono.
Parlando di sperimentazione c'è anche la scelta inedita legata alle cinque serate di stand up comedy. Come ha risposto la città a questa proposta?
Con “Stand Up!” siamo pronti, si parte giovedì 19 gennaio con Carmine Del Grosso che sarà seguito da Daniele Tinti, Filippo Giardina, Velia Lalli e Daniela Baldessarra. Abbiamo già registrato il tutto esaurito per le prime due serate. Come location abbiamo scelto l’Auditorium del Parco che, con i suoi 250 posti, rappresenta un palcoscenico ideale per questo tipo di approccio teatrale in cui si va in scena “armati” del solo microfono.
Avete scelto di affiancare nomi solidi, come Leo Gullotta e Silvio Orlando, a volti emergenti nel teatro come Andrea Delogu.
Puntiamo allo sviluppo di più canali comunicativi e più linguaggi per fare una stagione più ricca e variegata.
Una stagione che dialoga anche con realtà più piccole, come nel caso di Pescina e di Avezzano, In questo caso anche grazie alla collaborazione con il Teatro Off. Giudica importante stabilire legami sul territorio?
Molto importante. Sin dal mio insediamento abbiamo incentivato collaborazioni con realtà abruzzesi, penso al lungo periodo di chiusura dei teatri e, in particolare, al progetto “L'arte non si ferma” portato avanti anche per sostenere i piccoli teatri della regione, sicuramente tra i primi a risentire delle restrizioni. Abbiamo lavorato a co-produzioni portando avanti repliche in più teatri e spettacoli itineranti. Si tratta di una serie di aspetti da potenziare.
Quali le prossime strategie?
Sicuramente, tra gli obiettivi c’è quello di tenere saldo il legame col territorio e con le istituzioni culturali che vi abitano. Pensando all’Aquila, credo che sia importante far leva sulle tante istituzioni culturali presenti. Si potrebbe, ad esempio, abbinare per convenzione l’ingresso al teatro con quello a un museo. Oppure creare delle rassegne che possano tessere un fil rouge tra le varie forme d’arte, a beneficio di tutta la filiera. Credo sia efficace lavorare sugli orari, provando ad anticipare alcuni spettacoli serali alle 19, così come si fa a Londra, ad esempio, in modo da consentire al pubblico di vivere a pieno la serata in città.
Come giudica l’avvicendamento al cda del Tsa?
Credo che Carlo Dante possa dare molto al Tsa, lavorando con impegno e competenza alla pari di Rita Centofanti.
Non deve essere facile conciliare i suoi impegni di attore al cinema e al teatro con la carica di direttore del Tsa...
No, non lo è. Anche perché ci sono delle produzioni teatrali che continuiamo a portare in giro per l’Itali,a come “Racconti disumani” che mi vede in scena sotto la direzione di Alessandro Gassmann. Però il feedback con il pubblico ripaga e tanto.
Puntare sulla sperimentazione può rappresentare un “azzardo” in una realtà come quella abruzzese?
Dipende. Sotto alcuni punti di vista lo è, specie quando si cerca di impostare un rapporto di rispetto e stima reciproca con il pubblico. Una platea colta, interessata e attenta che ha dei propri gusti e delle proprie preferenze. La fiducia va conquistata a piccoli passi, specie se si vogliono introdurre progetti sperimentali. In questo, al momento le nostre scelte sono state premiate, a partire dagli abbonamenti stagionali, andati sold out nell’arco di un paio di ore dalla messa in vendita. Alle due serate canoniche al Ridotto del teatro Comunale dell’Aquila ne abbiamo aggiunto una terza, per garantire un respiro maggiore agli spettacoli. Soprattutto, sono contento di essere fermato a passeggio da persone che mi dicono di essere entusiaste di quello che vedono.
Parlando di sperimentazione c'è anche la scelta inedita legata alle cinque serate di stand up comedy. Come ha risposto la città a questa proposta?
Con “Stand Up!” siamo pronti, si parte giovedì 19 gennaio con Carmine Del Grosso che sarà seguito da Daniele Tinti, Filippo Giardina, Velia Lalli e Daniela Baldessarra. Abbiamo già registrato il tutto esaurito per le prime due serate. Come location abbiamo scelto l’Auditorium del Parco che, con i suoi 250 posti, rappresenta un palcoscenico ideale per questo tipo di approccio teatrale in cui si va in scena “armati” del solo microfono.
Avete scelto di affiancare nomi solidi, come Leo Gullotta e Silvio Orlando, a volti emergenti nel teatro come Andrea Delogu.
Puntiamo allo sviluppo di più canali comunicativi e più linguaggi per fare una stagione più ricca e variegata.
Una stagione che dialoga anche con realtà più piccole, come nel caso di Pescina e di Avezzano, In questo caso anche grazie alla collaborazione con il Teatro Off. Giudica importante stabilire legami sul territorio?
Molto importante. Sin dal mio insediamento abbiamo incentivato collaborazioni con realtà abruzzesi, penso al lungo periodo di chiusura dei teatri e, in particolare, al progetto “L'arte non si ferma” portato avanti anche per sostenere i piccoli teatri della regione, sicuramente tra i primi a risentire delle restrizioni. Abbiamo lavorato a co-produzioni portando avanti repliche in più teatri e spettacoli itineranti. Si tratta di una serie di aspetti da potenziare.
Quali le prossime strategie?
Sicuramente, tra gli obiettivi c’è quello di tenere saldo il legame col territorio e con le istituzioni culturali che vi abitano. Pensando all’Aquila, credo che sia importante far leva sulle tante istituzioni culturali presenti. Si potrebbe, ad esempio, abbinare per convenzione l’ingresso al teatro con quello a un museo. Oppure creare delle rassegne che possano tessere un fil rouge tra le varie forme d’arte, a beneficio di tutta la filiera. Credo sia efficace lavorare sugli orari, provando ad anticipare alcuni spettacoli serali alle 19, così come si fa a Londra, ad esempio, in modo da consentire al pubblico di vivere a pieno la serata in città.
Come giudica l’avvicendamento al cda del Tsa?
Credo che Carlo Dante possa dare molto al Tsa, lavorando con impegno e competenza alla pari di Rita Centofanti.
Non deve essere facile conciliare i suoi impegni di attore al cinema e al teatro con la carica di direttore del Tsa...
No, non lo è. Anche perché ci sono delle produzioni teatrali che continuiamo a portare in giro per l’Itali,a come “Racconti disumani” che mi vede in scena sotto la direzione di Alessandro Gassmann. Però il feedback con il pubblico ripaga e tanto.