ad abbateggio la 25ª edizione
Premio Majella, finale e cerimonia con i vincitori
ABBATEGGIO. Nicola Nurra con l’opera Plasticene (edito da Il Saggiatore-Milano) per la sezione Saggistica edita, Antonio Pascale con l’opera La foglia di fico (Einaudi-Torino) per la sezione...
ABBATEGGIO. Nicola Nurra con l’opera Plasticene (edito da Il Saggiatore-Milano) per la sezione Saggistica edita, Antonio Pascale con l’opera La foglia di fico (Einaudi-Torino) per la sezione Narrativa edita, Vito Tartamella con l’articolo Nella nuova fattoria (Focus) per la sezione Giornalismo, Carmine Valentino Mosesso con l’opera La terza geografia per la sezione Poesia edita.
Sono loro i vincitori della 25esima edizione del Premio nazionale di letteratura naturalistica Parco Majella, la cui cerimonia finale è andata in scena ieri sera in Piazza Madonna del Carmine ad Abbateggio (Pescara), durante una serata condotta da Antimo Amore che ha visto intermezzi di alto livello culturale, come il recital di Alessia Patregnani che ha letto i brani di alcuni vincitori della prima edizione, del 1998, e quello di Paola Gassman, che ha recitato alcuni brani dal suo monologo Donna abitata da memoria, da I Pastori e Consolazione di d’Annunzio e Il Pianto della Madonna di Jacopone da Todi.
Gli altri riconoscimenti assegnati sono il Premio speciale della giuria, uno andato a Sandro Locari per l’opera Il leopardo dagli occhi di ghiaccio (Laterza e figli) e uno a Stefano Montello per l’opera Il tempo delle erbacce (Forum Editrice Universitaria Udinese), il Premio speciale Direzione artistica a Laura Donadoni per l’opera Custodi del vino (Slow Food Editore), la Medaglia del Senato a Luigina Mortari, il Premio alla carriera al giornalista Paolo Castignani, il Premio speciale Associazione Alle falde della Majella a Gian Domenico Mazzoccato e il Premio speciale Presidente del Premio a Stefania Pisanti e Francesco Maccazzola per l’opera Il libro bianco del verde promosso da Assoverde e Confagricoltura. Assegnata anche la Medaglia della Presidenza Senato a Renato Minore, che non ha partecipato.
Nato per richiamare l’attenzione su opere nelle quali un ritrovato equilibrio tra uomo e natura apre un orizzonte nuovo, capace di valorizzare le nostre radici e indicare un modello culturale forte e denso di sviluppi e approfondimenti, il Premio Majella è divenuto negli anni un punto di riferimento nazionale, capace di richiamare l’attenzione di autori da ogni parte d’Italia. Com’è stato in questa occasione, con la stragrande maggioranza dei finalisti arrivati in Abruzzo per la prima volta: anche per questo, il presidente del Premio e dell’Associazione Alle falde della Majella che lo organizza, Antonio Di Marco, ha richiamato l’attenzione sul fatto che la cultura produca anche attrattività e sviluppo dei territori. Mentre Lapo Pistelli, presidente della Giuria, ha specificato: «Dobbiamo imparare a trattare con cura l’ambiente, non è un tema riservato ai governi o alle aziende, ha bisogno del consenso delle comunità. Fare transizione significa cambiare in modo abbastanza radicale le nostre abitudini. Questo Premio è importante anche perché obbliga tutti a una riflessione in termini molto accelerati». «Avremmo forse dovuto iniziare molto prima a tutelare l’ambiente e posti meravigliosi come quello in cui ci troviamo stasera», ha rilevato Paola Gassman, ospite della serata.
Sono loro i vincitori della 25esima edizione del Premio nazionale di letteratura naturalistica Parco Majella, la cui cerimonia finale è andata in scena ieri sera in Piazza Madonna del Carmine ad Abbateggio (Pescara), durante una serata condotta da Antimo Amore che ha visto intermezzi di alto livello culturale, come il recital di Alessia Patregnani che ha letto i brani di alcuni vincitori della prima edizione, del 1998, e quello di Paola Gassman, che ha recitato alcuni brani dal suo monologo Donna abitata da memoria, da I Pastori e Consolazione di d’Annunzio e Il Pianto della Madonna di Jacopone da Todi.
Gli altri riconoscimenti assegnati sono il Premio speciale della giuria, uno andato a Sandro Locari per l’opera Il leopardo dagli occhi di ghiaccio (Laterza e figli) e uno a Stefano Montello per l’opera Il tempo delle erbacce (Forum Editrice Universitaria Udinese), il Premio speciale Direzione artistica a Laura Donadoni per l’opera Custodi del vino (Slow Food Editore), la Medaglia del Senato a Luigina Mortari, il Premio alla carriera al giornalista Paolo Castignani, il Premio speciale Associazione Alle falde della Majella a Gian Domenico Mazzoccato e il Premio speciale Presidente del Premio a Stefania Pisanti e Francesco Maccazzola per l’opera Il libro bianco del verde promosso da Assoverde e Confagricoltura. Assegnata anche la Medaglia della Presidenza Senato a Renato Minore, che non ha partecipato.
Nato per richiamare l’attenzione su opere nelle quali un ritrovato equilibrio tra uomo e natura apre un orizzonte nuovo, capace di valorizzare le nostre radici e indicare un modello culturale forte e denso di sviluppi e approfondimenti, il Premio Majella è divenuto negli anni un punto di riferimento nazionale, capace di richiamare l’attenzione di autori da ogni parte d’Italia. Com’è stato in questa occasione, con la stragrande maggioranza dei finalisti arrivati in Abruzzo per la prima volta: anche per questo, il presidente del Premio e dell’Associazione Alle falde della Majella che lo organizza, Antonio Di Marco, ha richiamato l’attenzione sul fatto che la cultura produca anche attrattività e sviluppo dei territori. Mentre Lapo Pistelli, presidente della Giuria, ha specificato: «Dobbiamo imparare a trattare con cura l’ambiente, non è un tema riservato ai governi o alle aziende, ha bisogno del consenso delle comunità. Fare transizione significa cambiare in modo abbastanza radicale le nostre abitudini. Questo Premio è importante anche perché obbliga tutti a una riflessione in termini molto accelerati». «Avremmo forse dovuto iniziare molto prima a tutelare l’ambiente e posti meravigliosi come quello in cui ci troviamo stasera», ha rilevato Paola Gassman, ospite della serata.