Sergio Caputo: «Il lungomare di Pescara nel mio disco»
Caputo stasera in concerto al Nettuno Beach: «Se scrivessi oggi “Un Sabato Italiano” sarebbe lo stesso»
PESCARA. È stata la città di Pescara a ispirarlo per il suo singolo “A bazzicare il lungomare”, unico brano in italiano del disco di inediti “Pop, jazz and love”, del 2015. Il cantautore e musicista Sergio Caputo sarà questa sera proprio su “quel lungomare”, al Nettuno Beach di Pescara, dalle 22,30, anima di una cena con concerto organizzata dalla Local Bus. Ancora pochi i posti disponibili. La formula scelta per la serata è quella “Live&Disco”, la stessa che si usava ai tempi dell’ex Gaslini - La Fabbrica del tempo libero: dopo il concerto si balla con la musica anni ’70/’80 e ’90/2000.
Caputo, come sarà il suo concerto?
È in unplugged. Mi esibirò da solo, con la chitarra, e userò piccole basi ritmiche. Sarò il dj di me stesso. Si tratta di una formula più comunicativa. C’è una maggiore interazione che compensa l’assenza della band. Si entra di più nello spirito della canzone, nel testo. Ci saranno tutti i successi che il pubblico si aspetta di ascoltare, qualcosa di nuovo e qualche chicca.
Nel 2013 ha pubblicato il remake di “Un Sabato Italiano”, a 30 anni dall'uscita. Quanto attuale è ancora quell’album
Era un album che non aveva ancoraggi storici. Ho fatto molta attenzione, all’epoca, a scrivere brani che non fossero vincolati a un evento specifico, ma che parlassero di emozioni. Ho scelto di fare il remake anche per far conoscere a chi non era nato canzoni che sono ancora attuali. Se scrivessi oggi “Un Sabato Italiano”, probabilmente sarebbe lo stesso. Nel brano, come nell’album, c’è un riferimento al Neorealismo, inteso come un modo di rapportarsi alla realtà che si viveva non agganciandosi a eventi specifici ma a emozioni. A ciò che si vive quotidianamente a livello emozionale.
Il disco “Pop, jazz and love” è in inglese, con un solo brano in italiano. Perché questa scelta?
L’inglese è stato la mia prima lingua per tanti anni, ho trascorso 12 anni negli Stati Uniti. Ed è la lingua ufficiale della musica mondiale. Ho pensato che fare un disco in inglese fosse un modo di scavalcare i confini per fare musica a più largo respiro; volevo realizzare un disco che fosse compreso anche all’estero.
Come è nato il brano in italiano, “A bazzicare il lungomare”?
Ha una relazione diretta proprio con Pescara. Stavo rientrando a Roma dopo un concerto a Pescara e in macchina fissai testo e melodia. Sono legato ai lungomari, mi piacciono molto quelli con le palme. Sono legato al mare e alle onde. Avendo vissuto sull’Oceano per tanti anni soffro a stare lontano dal mare. All’Abruzzo sono legato, ci venivo in vacanza con i miei genitori.
Meglio il jazz o il pop?
Non credo molto nelle distinzioni musicali. Miles Davis, il maestro del jazz astratto, si era dato un’entità da pop star. Non credo molto nei confini, ma nelle contaminazioni. Jazz, swing, latino sono fratelli della stessa famiglia. Il latino è jazz allo stato puro a livello armonico.
Com’è il suo pubblico?
Molto vario. Quando sono tornato dall’America ho scoperto che c’era stato un passaggio di testimone con le nuove generazioni. È un pubblico attento, incline ad approfondire la musica.