Sesso estremo e colpa, con Nicole Kidman hard protagonista al Lido 

Tanti applausi per “Diciannove” di Tortorici, in gara a Orizzonti Fuori concorso il bel documentario su John Lennon e Yoko Ono

LIDO DI VENEZIA. Ci ha pensato Nicole Kidman a stregare oggi Venezia, su un tappeto rosso che quest'anno è ad alta densità di star. Stretta in un abito con corpetto bicolore e scollatura vaporosa in organza color carne, l'ossuta attrice si è concessa ai fan ammassati nonostante il caldo. Ha dichiarato di «tremare» per il giudizio su Babygirl, il film di Halina Reijn in concorso alla Mostra del cinema, in cui interpreta una manager di successo che mette a rischio vita professionale e privata per seguire la passione sessuale (con pratiche estreme) per un giovane stagista con cui lavora, rovesciamento degli abusi di potere storicamente al maschile.
Con una superstar come Kidman , la terza giornata di Venezia 81 ha lasciato poco spazio ad altro. Il secondo film del concorso è il francese Tres amies di Emmanuel Mouret, storia di tre donne solidamente amiche nonostante la girandola di sentimenti e tradimenti che le vede protagoniste: interpreti Camille Cottin, Sara Forestier e India Hair. Fuori concorso il documentario dello scozzese Kevin MacDonald con Sam Rice-Edwards, One to One: John & Yoko, ha portato alla luce, grazie a documenti dell'archivio Lennon, spezzoni della vita newyorkese dei primi anni '70 del cantante e della sua compagna dopo la separazione dai Beatles. Illuminando soprattutto la personalità dell'artista giapponese di cui John era follemente innamorato, emerge una coppia generosa, impegnata nel sociale, con la voglia di fare la rivoluzione da piccole cose come appunto il concerto One to One per la Willowbrook State School per bambini con disabilità intellettive, il 30 agosto 1972. Fu l'unico concerto completo che Lennon tenne dopo aver lasciato i Beatles e prima di venire ucciso sotto casa da un fan squilibrato, l'8 dicembre 1980.
Applausi al film italiano Diciannove, opera prima di Giovanni Tortorici in concorso nella sezione Orizzonti, prodotto da Luca Guadagnino: storia di un ragazzo (Manfredi Marini) che dopo la maturità va a Londra, poi a Siena, poi a Torino, vagando da fuori sede in università, inquieto, presuntuoso, nell'anno di passaggio che lo farà diventare grande.
All'isola di San Servolo si è aperta la mostra Marcello come here dedicata a Mastroianni nell'anno del centenario della nascita, tra fotografie maxi e ricostruzioni che raccontano il grande attore e l'uomo, «in una dimensione di dolcezza e nostalgia», come ha detto Sergio Castellitto, presidente del Csc che ha prodotto la mostra curata da Laura Delli Colli.
Il film del giorno è appunto Babygirl. «Amo indagare le donne, gli esseri umani nelle loro sfaccettature, ma oggi ho paura di consegnare al mondo un film così estremo. Mi sento esposta e vulnerabile» ha detto Nicole Kidman, che si è messa in gioco in una storia che ribalta al femminile un tema centrale del #MeToo, ossia l'abuso di potere per fare sesso con i sottoposti. Kidman è la top manager Rory, in crisi di orgasmo con il marito regista Antonio Banderas, che s'infiamma con uno sguardo per lo stagista giovane e sfrontato Samuel (Harris Dickinson). Lui diventa suo compagno di giochi sessuali, essendo una persona cui «piace gli venga detto cosa fare», come accadeva anni fa nella saga 50 sfumature di grigio. Lei non evita però il senso di colpa per la famiglia. «Ho accettato un film del genere perché la regista era una donna e non ho sentito mai sfruttata la mia immagine. Babygirl è un film molto esplicito, ma con una donna dietro la telecamera era una cosa del tutto unica». In arrivo critiche femministe? Risponde la regista Halina Reijn: «Per me, il femminismo è anche la libertà di esplorare la vulnerabilità, l'amore, la vergogna, la rabbia e la bestia interiore di una donna. La relazione permette a Romy e Samuel di esplorare la loro confusione riguardo al potere, al genere, all'età, alla gerarchia e all'istinto primordiale».