ORTONA
“Supersex”, la serie sulla storia di Rocco Siffredi
In arrivo su Netflix la fiction in 7 puntate sul divo ortonese interpretato da Alessandro Borghi
Rocco, l’uomo che non poteva non fare l’amore con 100 donne, ma che impiega 7 puntate per imparare ad amare e a piangere: la sua vita la raccontano in una serie Netflix un trio di registi – Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni – su una storia ideata e scritta da Francesca Manieri.
Si stanno concludendo in questi giorni le riprese di “Supersex”, con Alessandro Borghi nei panni della più celebre delle pornostar che percorre l’impervio sentiero del rough sex, il sesso duro portato sul set e vissuto come una «liberazione dal dolore», fino a trovare finalmente l'amore, il sentimento, le lacrime.
Roma, Budapest, Parigi, senza dimenticare i luoghi delle origini di Rocco, Ortona, e quelli dell’esplosione, a Los Angeles: c’è tutta la parabola di Rocco Siffredi, una storia liberamente ispirata alla sua vita e alla sua carriera, nell’attesissima serie prodotta da The Apartment, una società del gruppo Fremantle, e Groenlandia, società del gruppo Banijay, e che sarà disponibile prossimamente su Netflix in 190 Paesi nel mondo.
«La grande onestà e la fiducia con le quali Rocco ha deciso di porsi nei miei confronti sono state un regalo», afferma Alessandro Borghi. «Quando l’ha saputo», racconta, «era felice che io lo interpretassi in questa serie. A Budapest avevo un appuntamento con lui, per farmi raccontare due aneddoti. È venuto e mi a svuotato due hard-disk di foto di famiglia. Ho visto tutto, ho capito: Rocco Siffredi fa un porno forte. Ma io ho scoperto una persona bellissima con una dipendenza che lo ha massacrato, soprattutto ora che l’ha scoperto. Perché non riesco a fare a meno di fare amore con 100 donne? si chiedeva. Ecco, a me interessa che esca il Rocco che piange, non quello che va in tv e semplifica tutto. Per questo sono stato tormentato fin dall’inizio dal voler mantenere una verità, dal portare rispetto etico a Rocco».
La storia dell'altra faccia di Rocco, l’ha pensata una donna, Francesca Manieri, che non nasconde di aver mantenuto aperto un canale di ispirazione, quello con il più celebre omonimo del cinema italiano, quello di “Rocco e i suoi fratelli”: «Quando mi è stato proposto di scrivere questa serie su Siffredi, lui mi sembrava la persona più distante da me. Poi ho riflettuto sul fatto che alle donne non è dato spesso di raccontare il maschile, a me era stata data e ho cercato di farlo in maniera onesta e profonda. Questa serie non racconta il porno, ma quello che il porno rappresenta. In 30 anni, questo genere è passato da dispositivo antagonista a controllo di massa. C’è stato un cambio di paradigma. La sessualità è rivoluzionaria. Rocco è noto per il rough sex, la sessualità dura, è un rivoluzionario del mondo del porno, è colui che ha portato la verità. Rocco vuole un porno nuovo, sudato, vuole la verità e dice no all’edulcorazione. Se aderisce al mio desiderio? Dico che apre l’interrogativo: cos’è il sesso, la sessualità».
“Supersex” è una serie che mette al centro della storia aspetti inediti di Rocco Siffredi. È un racconto profondo che attraversa la sua vita fin dall’infanzia. Porta in scena la sua famiglia, le sue origini, il suo rapporto con l’amore, il punto di partenza e il contesto che lo ha portato ad intraprendere la sua strada nella pornografia. Fra gli altri attori, accanto ad Adriano Giannini, c'è Jasmine Trinca, che ha incontrato i giornalisti al termine di una scena sul set allestito al Parc Monceau di Parigi, in un pomeriggio freddo e grigio. Interpreta un personaggio di fantasia, una donna che finalmente Rocco incontra davvero, al di fuori della sua «dipendenza». E che, in realtà, rappresenta diverse donne che l’attore ha incontrato nella sua vita: «Io sono Lucia, un personaggio che rappresenta i suoi veri incontri», spiega l'attrice. «Sono la visione differente rispetto alla mascolinità intesa in modo tossico». Com’è per una donna entrare in una storia come quella della vita di Rocco Siffredi? «Questo è un progetto di grandissima ambizione», rivendica Jasmine, «è lo sguardo femminile su una deriva maschile».