Venditti, «L’abbraccio di Roma mi ha salvato dal buio» 

A Caracalla per festeggiare i quarant’anni di “Cuore”, in una straordinaria “Notte prima degli esami”

ROMA. Quarant'anni di Cuore, quarant'anni di Notte prima degli esami. Antonello Venditti festeggia alle Terme di Caracalla, nella Roma che lo ha sempre cullato e coccolato, quarant'anni di un album entrato nella storia della musica italiana. Ma senza nostalgia, senza rimpianti. «Sono uno dei fortunati che ha portato la sua storia sempre con sé», racconta il cantautore nel backstage, poco prima di salire sul palco. «Le mie canzoni sono ancora contemporanee, senza tempo. Io sono l'inno della Roma», sottolinea con orgoglio, «e ho scritto canzoni che rimarranno per sempre. Tra qualche anno, anzi, si dimenticheranno di me e rimarranno i brani che diventeranno di un anonimo romano». Tra le tante canzoni scritte, considera Sora Rosa il suo capolavoro: «Avevo 13-14 anni quando l'ho scritta. Sarei stato contento di scrivere solo quella, c'era già tutto». Sul palco delle antiche terme, Venditti porta i brani di un album cui è particolarmente legato e che ha segnato una tappa fondamentale nella sua carriera. «Cuore, che è difficilissimo da cantare perché ci lasci la voce, è il disco del mio ritorno a Roma, dopo due anni di Brianza, di angoscia, di voglia di farla finita», racconta Antonello. «Arrivato a Roma è scomparso tutto in un attimo. Roma mi ha cullato, ha contrastato il buio che vivevo e che non c'è più stato nella mia vita. È stata la mia droga, e mi ha aiutato a non drogarmi». A convincerlo a tornare nella sua città, che aveva lasciato dopo la separazione da Simona Izzo, fu un incontro con Lucio Dalla in un autogrill. «Lì ho capito il valore dell'amicizia, che non ha confini, non ha sesso, non ha politica. L'amore è un'amicizia imperfetta, perché in qualche caso è egoismo estremo e arriva alla violenza, al femminicidio. L'amicizia è raro che crei violenza, anzi l'attutisce. Lo spartiacque è il sesso, che qualcuno confonde con l'amore».
Nella calda serata romana, Notte Prima degli esami ha un sapore particolare, a poche ore dall'inizio degli esami di Stato 2024, colonna sonora degli studenti degli ultimi quattro decenni. «Notte prima degli esami è un sogno, qualcosa di visionario. È un inno non per quelli che sono stati, ma per quelli che saranno. Della notte prima dei miei esami scritti non ricordo granché, ricordo gli orali: con un mio amico siamo andati in moto fino a Firenze. Siamo tornati giusto in tempo per l'apertura del portone della scuola. Come tutti, per anni ho avuto l'incubo di dover rifare la maturità: andavo bene, avevo la media del 7. La gioventù quando la vivi sembra un inferno, nei ricordi è un paradiso». Sulla politica glissa «perché ogni paroletta oggi fa politichetta. La satira non è mai stata gradita ai politici, quindi è un buon mezzo per esprimersi. Io non ho mai avuto amici e ho subito discriminazioni». Qualcuno lo salva: «I veri rivoluzionari erano Berlinguer da una parte e Moro dall'altra, che volevano cambiare davvero le cose. Non dobbiamo rinunciare ai diritti, come l'aborto». Venditti apprezza la musica di oggi, ma il vecchio leone ci mette la zampata: «Questi giovani sono bravi: io so fa’ quello che fanno loro, ma loro non sanno fa’ quello che faccio io. Loro sono trafitti dalle scadenza, hanno paura di essere dimenticati. Prendi Annalisa: bravissima cantante, ma è stata costretta dal mercato a diventare altro da se stessa. Anche Angelina Mango. Interpreti fantastiche e poi c'è qualcuno che decide il suono per tutti».