A messa con l’avviso funebre
Tempera, la trovata del parroco per convocare i fedeli.
L’AQUILA. Invece di ricorrere ai tradizionali avvisi parrocchiali ha preferito chiedere ad un’agenzia funebre di tappezzare la frazione di Tempera di manifesti mortuari, per annunciare la celebrazione di Ognissanti: la singolare iniziativa è di don Giovanni Gatto, parroco di Tempera. Succede anche questo nel Cratere, in un momento in cui i parroci - ora che gran parte delle tendopoli sono state smantellate - stanno cercando di recuperare un’unità di base, facendo i conti con chiese distrutte e locali inagibili. La frazione di Tempera registra ancora 700 persone sfollate nei vari alberghi della regione. «Da quando hanno tolto le tende», spiega don Giovanni Gatto, «non so più come contattare i miei parrocchiani. E allora ho pensato di attirare il loro interesse appendendo queste false epigrafi su di me sui muri di Tempera. Era la festa di Ognissanti e mi sembrava il giorno più adeguato per via della tradizionale celebrazione al cimitero. Devo dire che il risultato è stato superiore alle mie aspettative.
Il cimitero era pieno di gente, tanto che temevo non fossero sufficienti le particole per dare la comunione a tutti». In molti, incuriositi dall’avviso, hanno risposto all’appello partecipando alla messa. «In realtà», sottolinea don Giovanni, «il mio è un avviso parrocchiale a tutti gli effetti in cui il sacerdote invita i suoi fedeli a partecipare con gioia alla solennità. Ammetto», aggiunge ridendo sotto i baffi, «che la scelta di chiamare in causa un’agenzia funebre e il fatto di aver scritto il mio nome a grandi caratteri possa aver attirato l’attenzione in maniera particolare». Una sorta di «marketing liturgico» quindi, per cercare di tenere viva la comunità parrocchiale in attesa di trovare una sistemazione alternativa alla chiesa distrutta. L’impresa funebre Vivio ha messo a disposizione il servizio gratuitamente. Ieri, intanto, don Giovanni ha inaugurato un piccolo prefabbricato vicino alla vecchia parrocchia, ora distrutta, che ospiterà le celebrazioni liturgiche.
La chiesa prefabbricata doveva fornirla la Cei, ma siccome tardava, don Giovanni ha fatto da solo e gliel’ha montata l’azienda Euganea con un grande contributo dell’Avis di Treviglio (Bg), si parla di circa 10mila euro. «Voglio realizzarne una grande in legno», spiega, «con annessa la canonica, utilizzando i soldi raccolti per Tempera». Il parroco parla anche dei problemi per trovare un alloggio. «Per avere anche io una chance nel progetto Case», spiega, «ho dovuto chiedere l’aggregazione a una famiglia del paese. Chi non lo ha fatto tra i miei colleghi sacerdoti, resta fuori».
ROCCA DI CAMBIO. Gli abitanti di Rocca di Cambio tornano a chiedere la riapertura della chiesa dell’Annunziata, l’unica a non aver riportato grossi danni. «Nonostante l’interessamento del sindaco Antonio Pace, fino ad oggi nulla è accaduto», scrive il vicesindaco del paese, Pio Di Stefano. «Eppure l’amministrazione ha i soldi necessari per poter fare i lavori. Soldi che sono frutto di donazioni arrivate da parte di tanti amici e di tante persone legate anche sentimentalmente al nostro paese. La Curia, interessata del problema, aveva dato il suo benestare ma poi, c’è stato il “no” dei Beni culturali e così la gente di Rocca di Cambio è costretta a girovagare per prendere parte alle funzioni religiose. Una volta all’aperto», prosegue, «una volta in un container, un’altra volta nell’aula consiliare e così via. Adesso si sta pensando ai locali dell’ex asilo comunale ma questa rimane una soluzione provvisoria».
Il cimitero era pieno di gente, tanto che temevo non fossero sufficienti le particole per dare la comunione a tutti». In molti, incuriositi dall’avviso, hanno risposto all’appello partecipando alla messa. «In realtà», sottolinea don Giovanni, «il mio è un avviso parrocchiale a tutti gli effetti in cui il sacerdote invita i suoi fedeli a partecipare con gioia alla solennità. Ammetto», aggiunge ridendo sotto i baffi, «che la scelta di chiamare in causa un’agenzia funebre e il fatto di aver scritto il mio nome a grandi caratteri possa aver attirato l’attenzione in maniera particolare». Una sorta di «marketing liturgico» quindi, per cercare di tenere viva la comunità parrocchiale in attesa di trovare una sistemazione alternativa alla chiesa distrutta. L’impresa funebre Vivio ha messo a disposizione il servizio gratuitamente. Ieri, intanto, don Giovanni ha inaugurato un piccolo prefabbricato vicino alla vecchia parrocchia, ora distrutta, che ospiterà le celebrazioni liturgiche.
La chiesa prefabbricata doveva fornirla la Cei, ma siccome tardava, don Giovanni ha fatto da solo e gliel’ha montata l’azienda Euganea con un grande contributo dell’Avis di Treviglio (Bg), si parla di circa 10mila euro. «Voglio realizzarne una grande in legno», spiega, «con annessa la canonica, utilizzando i soldi raccolti per Tempera». Il parroco parla anche dei problemi per trovare un alloggio. «Per avere anche io una chance nel progetto Case», spiega, «ho dovuto chiedere l’aggregazione a una famiglia del paese. Chi non lo ha fatto tra i miei colleghi sacerdoti, resta fuori».
ROCCA DI CAMBIO. Gli abitanti di Rocca di Cambio tornano a chiedere la riapertura della chiesa dell’Annunziata, l’unica a non aver riportato grossi danni. «Nonostante l’interessamento del sindaco Antonio Pace, fino ad oggi nulla è accaduto», scrive il vicesindaco del paese, Pio Di Stefano. «Eppure l’amministrazione ha i soldi necessari per poter fare i lavori. Soldi che sono frutto di donazioni arrivate da parte di tanti amici e di tante persone legate anche sentimentalmente al nostro paese. La Curia, interessata del problema, aveva dato il suo benestare ma poi, c’è stato il “no” dei Beni culturali e così la gente di Rocca di Cambio è costretta a girovagare per prendere parte alle funzioni religiose. Una volta all’aperto», prosegue, «una volta in un container, un’altra volta nell’aula consiliare e così via. Adesso si sta pensando ai locali dell’ex asilo comunale ma questa rimane una soluzione provvisoria».