Accademia dell’Immagine si muove la Corte dei Conti
Convocati per chiarimenti sui bilanci il sindaco Cialente (come ex presidente) i revisori e i dipendenti. I fatti sono relativi alla gestione 2007-2008
L’AQUILA. Chiarimenti sui bilanci dell’Accademia dell’Immagine. Si muove anche la Procura della Corte dei Conti sull’istituzione culturale che sta vivendo una crisi senza ritorno, dopo la nomina di un commissario liquidatore, l’avvocato Luca Bruno, il quale, entro il 30 ottobre, dovrà esaminare la situazione complessiva dell’ente culturale.
In relazione a fatti avvenuti nel 2008, la Corte dei Conti ha inviato un «invito a dedurre» a una ventina di persone. Si tratta di professionisti, tra i quali anche ex revisori dei conti, ma anche di personale dipendente. Nella lista dei nomi figura anche quello del sindaco Massimo Cialente nella sua qualità di ex presidente dell’Accademia. Del resto, i conti in rosso dell’istituzione culturale (per cui c’è anche un procedimento penale per reati fiscali che vede lo stesso sindaco imputato per mancato pagamento di ritenute nel 2007) sono da tempo sotto esame. Ma stavolta si tratta di un accertamento di natura tecnica teso a verificare alcune voci del bilancio. In particolare, sarebbero emerse, nel corso degli accertamenti in atto sui documenti contabili dell’Accademia, alcune incongruenze nel bilancio consuntivo 2007. Fu lo stesso sindaco, del resto, a chiedere approfondimenti sui bilanci per verificare la presenza o meno di contributi da parte della Regione. Anche stavolta è lo stesso sindaco a ripercorrere la storia recente dell’Accademia.
«Ho letto le carte», spiega Cialente, «ma non so dire se risponderò alla richiesta di chiarimenti che è stata indirizzata a me e a una ventina di altre persone. Io con questa storia non c’entro niente. Del resto, all’Accademia non ero certamente io a occuparmi dei bilanci. La vicenda risale a parecchi anni fa e si interseca con la storia del cinema Massimo, che ha vissuto una serie di passaggi successivi. In qualche modo è un’altra delle vicende frutto dei numerosi esposti presentati da alcune persone». Il cinema fu inizialmente acquisito dall’Inail e, grazie a un’intesa, fu varato un progetto di ristrutturazione. Nel frattempo l’immobile fu venduto a una società di cartolarizzazione. Tuttavia, in forza del vincolo della Soprintendenza, il Comune esercitò la prelazione. L’Accademia che investì nei lavori, non potendo contare sui soldi dell’Inail né del Comune, chiese che le somme impiegate venissero scalcolate dagli affitti. Fu predisposta anche una delibera per il riconoscimento dei lavori effettuati. Poi è arrivato il terremoto. Per Cialente «l’Accademia è l’unica istituzione culturale che ha affrontato da sola le spese. Si è sempre retta da sola, mai preso finanziamenti. Eppure ne hanno decretato la morte».
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