SULMONA
Accoltellò l'ex moglie, condannato a 16 anni per tentato omicidio
Si è chiusa oggi in primo grado, tra lacrime e pentimenti, la vicenda giudiziaria per il tentato omicidio di via Montesanto avvenuto nel 2021
SULMONA. Sedici anni di carcere. Si è chiusa oggi, tra lacrime e pentimenti, la vicenda giudiziaria per il tentato omicidio di via Montesanto a Sulmona (L'Aquila) avvenuto nel 2021. "Chiedo scusa per il dolore che ho provocato a tutte le persone. Quella sera non so cosa mi sia successo. Magari potessi tornare indietro. In un attimo ho perso tutto: la mia famiglia, l'amore per i miei cari e la libertà".
Un pentimento arrivato poco prima che Pierfilippo Mazzagreco, presidente del tribunale di Sulmona riunito in seduta collegiale, chiudesse la fase dibattimentale del processo, ma che non è servito a Aliko Hysen, 53enne di origine albanese, a evitare la condanna a sedici anni di carcere, oltre al pagamento di una provvisionale di 50 mila euro all'ex moglie, presente anche lei in aula.
Per l'uomo è stata disposta l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, la sospensione della potestà genitoriale e il pagamento delle spese processuali, più il risarcimento da calcolarsi in separata sede.
L'uomo era finito alla sbarra con le accuse di tentato omicidio, lesioni personali aggravate e detenzione illegale di arma illegale. Nella requisitoria il pubblico ministero, Stefano Iafolla, ha ripercorso l'intera vicenda partendo dai giorni precedenti al fatto di sangue del 2021, quando Hysen aveva più volte minacciato sia la moglie sia il figlio maggiorenne che gliel'avrebbe fatta pagare. La coppia era in fase di separazione e l'imputato viveva in un'altra abitazione.
Era il 29 luglio 2021: l'allora 51enne aveva atteso la moglie sotto casa in via Montesanto, dopo una breve discussione la colpì con due fendenti ferendola gravemente all'addome. In soccorso della donna arrivò il figlio maggiorenne che, dopo aver disarmato il padre, lo immobilizzò sotto gli occhi terrorizzati di alcuni testimoni accorsi alle urla della donna. Subito dopo arrivò una volante della Polizia prese in consegna l'uomo portandolo in carcere dove è ancora detenuto. Oggi la condanna.