Accord Phoenix, operai col fiato sospeso

Oggi scade il termine per la concessione dei 12 milioni Cipe per lo stabilimento. I sindacati rassicurano

L’AQUILA. Col fiato sospeso, i circa 200 ex lavoratori del polo elettronico, che attendono una notizia cruciale: il sì definitivo di Invitalia al progetto d’insediamento dell’Accord Phoenix. Scade oggi il termine per dare il via libera al finanziamento di 12 milioni di euro, nell’ambito dei fondi Cipe, chiesto dall’azienda per realizzare all’Aquila un impianto per lo smaltimento di rifiuti elettronici. Se lo stabilimento aprirà i battenti, negli spazi dell’ex Italtel, si potranno ricollocare in prima istanza 120 dipendenti, dando la priorità ai fuoriusciti del sito industriale. Sono in tanti, tra cassintegrati e lavoratori in mobilità, a riporre le loro speranze nella nuova azienda, controllata dall’ingegnere inglese di origini indiane Ravi Shankar. Il 30 giugno è l’ultimo giorno utile: se la procedura all’attenzione di Invitalia avrà esito positivo, partiranno le selezioni del personale, con lo start up delle attività produttive ipotizzato per il mese di settembre. «In queste ore», spiega Clara Ciuca della Uilm, «sto ricevendo telefonate da lavoratori che attendono di essere ricollocati. Dall’azienda abbiamo avuto rassicurazioni: la documentazione richiesta da Invitalia è stata presentata, l’Accord è pronta a insediarsi. Probabilmente, una volta chiusa la pratica al ministero per lo Sviluppo economico, si dovrà aspettare ancora qualche giorno, per la convocazione del cda di Invitalia. Ma la cosa fondamentale è che l’operazione vada in porto. Siamo fiduciosi, sulla base degli impegni presi sia dai vertici aziendali che dalle istituzioni locali». I sindacati vogliono passare alla fase attiva della concertazione: «Chiusa la lunga partita burocratica», aggiunge Ciuca, «speriamo di essere convocati a luglio, per intavolare le trattative, discutere di piano industriale e assunzioni. Nel frattempo vanno adeguati gli spazi all’interno del polo elettronico e sistemati i macchinari». L’investimento per attivare la prima linea di produzione dell’impianto di smaltimento di rifiuti elettronici è di 35 milioni, di cui circa 12 assegnati da Invitalia. «Risorse che», hanno sottolineato i vertici aziendali, «saranno erogate solo quando il sito verrà collaudato ed entrerà in funzione». L’obiettivo è attivare un impianto innovativo in Europa, in grado di recuperare i materiali elettronici da plastica e metalli (cavi, monitor, computer, televisori, cellulari), con un processo di lavorazione brevettato e utilizzando una struttura interamente meccanica, senza emissioni termiche o chimiche.

Romana Scopano

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