Accord Phoenix un nuovo intoppo gela i lavoratori

Invitalia vuole ricevere ulteriori chiarimenti dall’azienda Operai da riassumere domani riuniti in assemblea

L’AQUILA. La partita con Invitalia non è ancora chiusa. L’agenzia ministeriale, che deve sbloccare i 12 milioni di finanziamento pubblico, ha chiesto all’Accord Phoenix ulteriori chiarimenti sul progetto.

La notizia è stata confermata dal consigliere delegato dell’azienda Francesco Baldarelli, che nella giornata di ieri ha incontrato all’Aquila i sindacati.

Domani, intanto, è prevista un’assemblea dei circa 200 ex lavoratori del polo elettronico aquilano che attendono di essere ricollocati. La tensione sale. Il via libera di Invitalia era stato dato per certo entro il 30 giugno. Ma già alla vigilia di questa data, come anticipato dal Centro, si era parlato di uno slittamento di qualche giorno.

Secondo Baldarelli, l’Accord Phoenix sarà in grado di fornire a Invitalia tutta la documentazione richiesta nel giro di una settimana.

Sono tre gli aspetti da chiarire, sia di natura tecnico-industriale che finanziaria. Uno, in particolare, si presenta piuttosto ostico e riguarda la tipologia dell’impianto per lo smaltimento di rifiuti elettronici che dovrà essere realizzato negli spazi dell’ex Italtel.

«Invitalia vuole inquadrare la natura dello strumento produttivo», spiega il consigliere delegato Baldarelli, «e cioè capire se si tratta di un sito manifatturiero oppure di recupero, in base alla classificazione Ateco per le attività economiche e produttive. Ci chiedono anche ulteriori documentazioni sull’impegno finanziario, che già abbiamo fornito, e sui materiali che saranno utilizzati dall’impianto. Devo dire che l’argomentazione più difficile è quella sulla tipologia dello stabilimento, visto che il processo industriale di Accord Phoenix è frutto di un progetto originale, brevettato e unico in Italia. Entro una settimana metteremo a disposizione di Invitalia tutte le spiegazioni richieste».

Insomma, c’è ancora uno scoglio da superare e la situazione non lascia tranquilli i sindacati e i tanti lavoratori fuoriusciti dal polo elettronico, attualmente cassintegrati o in mobilità, che vedono nel nuovo insediamento produttivo l’ultima àncora di salvezza.

Il progetto per l’insediamento dell’Accord Phoenix è stato sostenuto, sin dalle prime battute, dal sindaco Massimo Cialente e dall’ex parlamentare, ora neo-assessore regionale alle Attività produttive Giovanni Lolli.

L’operazione era stata data per conclusa già nei mesi scorsi, quando a fugare qualsiasi dubbio era arrivato all’Aquila il presidente e maggiore azionista dell’azienda, l’ingegnere inglese di origine indiane Ravi Shankar. Per Baldarelli, se arriva l’ok definitivo di Invitalia, potrà comunque essere rispettato il cronoprogramma annunciato: partenza delle selezioni per il personale a luglio, adeguamento degli spazi e installazione dei macchinari durante l’estate e start-up della prima linea produttiva nel mese di settembre.

Con l’impianto in funzione, ci dovrebbero essere 120 assunzioni, destinate a crescere se il sito andrà a regime. L’investimento è di 35 milioni di euro, di cui 12 assegnati da Invitalia nell’ambito dei fondi Cipe. La pratica, a Roma, va avanti da un anno e mezzo. Ora l’ennesimo stop.

I lavoratori si riuniranno in assemblea, domani, alle 10, nella sede della Uil.

Romana Scopano

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