Afghanistan, attentato agli italiani sventato durante la messa di Natale
Gli ordigni piazzati dai talebani individuati dai militari mentre nella base il vescovo ausiliare dell’Aquila, Giovanni D’Ercole celebrava la messa. Volevano colpire con tre Ied posizionati in una zona strategica: sulla strada che porta alla piccola base italiana "Tobruk" di Bala Murghab, nel sud-ovest dell'Afghanista. Sequestrati anche armi
L’AQUILA. Momenti di paura durante la messa di natale celebrata dal vescovo ausiliare dell’Aquila, Giovanni D’Ercole, a Bala Mugrhab nel sud-ovest dell'Afghanistan. I talebani volevano colpire gli italiani con tre Ied (gli ordigni rudimentali più utilizzati dai talebani) posizionati in una zona strategica: sulla strada che porta alla piccola base italiana "Tobruk".
Un agguato in piena regola fortunatamente fallito grazie all'intervento dei soldati italiani che hanno individuato in tempo l'esplosivo. Gli ordigni sono stati fatti brillare proprio mentre monsignor D’Ercole celebrava la funzione religiosa. I soldati, intenti ad ascoltare l’omelia, sono stati distratti da un boato, ma immediatamente è arrivata la rassicurazione dei commilitoni che hanno spiegato che si trattava di un'esplosione controllata. Presente sul posto il sottosegretario alla Difesa Gianluigi Magri.
Sempre nel distretto di Bala Baluk i genieri del 32/o reggimento della "Taurinense" hanno distrutto 80 sub-munizioni, due bombe da mortaio da 82mm, 11 spolette e una bomba illuminante da 155mm. Gli ordigni erano stati ritrovati in un nascondiglio nel corso di un’operazione condotta da un plotone dell’8° reggimento bersaglieri di Caserta, insieme agli specialisti del genio e a forze della seconda brigata dell’esercito afghano. «La lotta agli ordigni improvvisati», sottolineano al comando di Herat, «rappresenta una delle priorità per le forze di sicurezza afghane che operano con il sostegno del contingente italiano, che è anche impegnato attivamente nella formazione dei team di artificieri dell’esercito di Kabul, nel quadro del processo di transizione della sicurezza alle autorità afghane».
Visibilmente emozionato monsignor d'Ercole a fine messa. «E’ stata una grande emozione» ha rivelato «poter incontrare questi militari costretti a passare il Natale lontano dai propri cari. Uomini e donne che non hanno bisogno solo di parole di conforto ma anche di un abbraccio fisico. Vivono come in una grande famiglia, ho notato grande intesa e collaborazione fra loro, ma le difficoltà sul campo, il pensiero delle famiglie lontane rendono tutto più difficile. Proprio per questo tenevo tanto a questa visita, per stare vicino a loro in questo momento di festa».