Agguato a colpi di fucile: ferito un carabiniere
Magliano, il 61enne in congedo colpito al volto davanti alla sua abitazione Attirato all’esterno con un tranello: lanciate tre bombe rudimentali
MAGLIANO DE’ MARSI. L’ha attirato fuori dalla casa facendo esplodere degli ordigni rudimentali. Poi si è appostato, come un cecchino, e quando il brigadiere dei carabinieri si è affacciato sull’uscio gli ha esploso contro due colpi con un fucile da caccia calibro 12. È caccia all’autore dell’agguato consumato l’altra notte a Magliano de’ Marsi, nel piazzale intitolato a Berardino Amiconi. Secondo gli inquirenti, chi ha agito ha cercato di uccidere Raimondo Di Lorenzo, brigadiere dell’Arma dei carabinieri, in congedo da circa quattro anni. Nell’agguato, Di Lorenzo è rimasto ferito e si trova ricoverato all’ospedale di Avezzano. Non è in pericolo di vita, ma ha ferite in fronte, sul volto e alla gola. Alcuni pallini di piombo gli si sono conficcati in più parti e i medici li hanno dovuti rimuovere con un intervento chirurgico. La prognosi non è stata sciolta.
LA RICOSTRUZIONE. Erano circa le 3 di notte quando il carabiniere in pensione è stato svegliato da due forti esplosioni che provenivano dall’esterno. L’ex brigadiere, che ha 61 anni e per una vita ha prestato servizio alla Procura del tribunale militare di Roma, si è precipitato fuori, preoccupato che fosse successo qualcosa di grave. Ha aperto il portone e la prima cosa che ha visto sono state le fiamme. Il cecchino lo stava aspettando al di là della strada, appostato dietro a un’auto lasciata in sosta, a una decina di metri dal portone. Secondo la ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Tagliacozzo, al comando del capitano Edoardo Commandè, le esplosioni sarebbero state causate proprio con il pretesto di fare uscire il carabiniere.
BOMBE RUDIMENTALI. L’attentatore ha usato degli ordigni rudimentali. Ha riempito di benzina tre palle utilizzate per addobbare gli alberi di Natale. Due le ha lanciate contro la porta, una sotto all’auto dell’ex brigadiere. Solo quest’ultima non è esplosa.
È TENTATO OMICIDIO. Il balordo ha esploso due colpi di fucile. Il primo ha scaricato una decina di pallini di piombo, che hanno raggiunto l’ex carabiniere sulla fronte e alla gola, facendogli perdere l’equilibrio. Ed è stato questo il miracolo. Il secondo colpo, infatti, ha fatto esplodere nove pallettoni calibro 12, di quelli utilizzati per la caccia ai cinghiali. Chi ha sparato ha puntato alla testa e se i colpi avessero raggiunto il carabiniere lo avrebbero ucciso. Ipotesi formulata anche dalla Procura, che ha aperto un fascicolo per tentato omicidio. Alcuni proiettili si sono conficcati nella porta, altri sono esplosi.
LA CORSA IN OSPEDALE. A prestare i primi soccorsi sono stati i familiari di Di Lorenzo. Il fidanzato della figlia lo ha accompagnato in ospedale. Il 61enne è ricoverato e alcuni carabinieri si trovano nel reparto per proteggerlo. Agli investigatori ha saputo dire ben poco. Ieri mattina a Magliano sono arrivati il comandante del nucleo operativo della compagnia di Tagliacozzo, il luogotenente Marco Romano, e il capitano Commandè. Sono intervenuti dall’Aquila, inoltre, i militari del nucleo investigativo, coordinati dal maggiore Cosimo Giovanni Petese. L’inchiesta è coordinata dal pm Maurizio Maria Cerrato della Procura di Avezzano. «Stiamo lavorando», si è limitato a dire Cerrato, in costante contatto con i carabinieri. «È prematuro fare qualsiasi ipotesi».
MOVENTE MISTERIOSO. I carabinieri della stazione di Magliano, al comando del maresciallo Gabriele Di Giosia, stanno ascoltando decine di persone, per cercare di risalire all’autore dell’attentato. Da capire il movente. Ci sono stati rancori o dei dissapori con qualcuno in paese? L’unica certezza è che l’accaduto non è legato all’attività lavorativa svolta in passato dal brigadiere.
Magda Tirabassi
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