Albano (Pd): basta coi derby territoriali
Le reazioni alle dichiarazioni di Primavera e Costantini sull’Aquila «zavorra». Del Re (Cna): superare le polemiche
L’AQUILA. Le affermazioni anti aquilane («capoluogo zavorra della Regione») di alcuni personaggi della politica (Carlo Costantini) e dell’imprenditoria regionale (Paolo Primavera) hanno provocato molte reazioni. Il segretario del Pd aquilano Stefano Albano scrive in una nota: «Capita di rado, per fortuna, di dover commentare considerazioni (se così si possono definire) di una violenza e di un qualunquismo così smaccati da risultare surreali e stupide, in qualsiasi contesto vengano pronunciate. Da un ex candidato alla presidenza della Regione come Carlo Costantini, tuttavia, ci aspetteremmo almeno il minimo sindacale di visione se non strategica almeno regionalista. Solleticare gli istinti campanilistici per ottenere qualche consenso facile nel breve periodo, affermare come fa Costantini che L’Aquila è una zavorra per l’intero Abruzzo, temo che porti alla luce un problema grave, che riguarda Costantini ma probabilmente anche un pezzo di classe dirigente di questa regione. È ora francamente di finirla con i derby territoriali, Pescara contro L’Aquila, Corte d’Appello, sedi regionali, dirigenti e chi più ne ha più ne metta. Dobbiamo essere in grado di uscire da questa logica e capire una volta per tutte che continuare a guardare a un palmo dal proprio naso non giova a nessuno, danneggia L’Aquila, Pescara, danneggia tutto l’Abruzzo.
Dobbiamo essere in grado di acquisire e mettere in pratica una visione strategica che alla nostra regione manca ormai da troppo tempo, un’idea di sistema territoriale unico e coeso dove le diverse potenzialità siano valorizzate e unite, rivolte a un unico obiettivo. Ci riusciamo?
Le opportunità ce l’abbiamo. Costantini che ha più di anni di me e ha avuto incarichi politici più importanti dovrebbe riuscire a spiegarmi che il momento è quello giusto, che la crescita dell’Aquila può essere quella di tutta la regione e perché questo avvenga dipende solo da noi. Occorre aprire una nuova fase, che sia aquilana ma non nel modo miope che intende Costantini, aquilana all’interno del sistema regionale. La ricostruzione, la legge per L’Aquila capoluogo che può dare alla nostra città strumenti migliori per esercitare il suo ruolo, il nuovo ciclo di programmazione europea e l’opportunità di lavorare sulle macroregioni e sulle strategie europee per i territori, il quattro per cento dei fondi per la ricostruzione per lo sviluppo non solo del capoluogo ma di tutta la regione sono tutte occasioni da cogliere. A sentire Costantini verrebbe da pensare che non ci sono speranze, che non c’è futuro finché avremo a che fare con un livello del genere del dibattito. Ma non ci arrendiamo perché siamo convinti che L’Aquila, al contrario di quello che pensa e dice Costantini, può dare tanto all’Abruzzo.
L’appello che rivolgo a tutte le forze politiche, sociali e alle migliori energie di questa regione è di comprendere che si è aperta una fase importante e decisiva per lo sviluppo non solo dell’Aquila, ma di tutto il territorio regionale. Alziamo il livello del dibattito, ragioniamo sulla strategia e sul lungo respiro, a territori uniti e complementari. Si può cominciare da un primo passo: vedere le cose esattamente al contrario di come le vede Costantini, si può e conviene a tutti».
Agostino Del Re, direttore della Cna e presidente dell’Ama (Azienda mobilità aquilana) fa sapere che la «Cna, associazione provinciale dell’Aquila, esprime forte disappunto per le dichiarazioni – per mera brevità non si indicano i noti dichiaranti – in merito a un presunto isolamento della classe dirigente della città dell’Aquila. La Cna aquilana, nel condividere le dichiarazioni del sindaco Massimo Cialente, sottolinea che la capacità di reazione della città di fronte ai danni causati dal sisma è stata e continua a essere straordinaria, pur tra innumerevoli difficoltà, facendo prevalere all’arte del qualunquismo quella del fare».
«L’Aquila si è fatta carico di una riorganizzazione molto difficile, causata da una disgregazione territoriale, urbanistica e sociale. Nonostante le enormi difficoltà, la città ha saputo risollevarsi grazie allo sforzo dei suoi cittadini».
«Tra l’altro le ingenti risorse investite nel processo di ricostruzione hanno favorito solo limitatamente le imprese locali, favorendo invece l’afflusso di maestranze, imprese e operatori di tutto il territorio regionale e nazionale».
«Il difficile processo di ricostruzione urbanistica, economica e sociale può ancora essere un volàno di crescita economica per tutto il territorio regionale e non solo. Rinchiudersi in ristretti campanilismi non aiuta l’Abruzzo a crescere e riacquisire un ruolo rilevante nel panorama nazionale».
«Mettere un territorio contro un altro per ottenere qualche consenso immediato e affermare come si è fatto che “L’Aquila è una zavorra per l’intero Abruzzo”, finisce per indebolire l’intero sistema regione».
«È ora di porre fine alle contrapposizioni tra campanili, costa contro zone interne, sedi di uffici amministrativi, Asl e quant’altro».
«Non si vede altro che il tentativo di una grande opera di manipolazione, in contrapposizione a chi cerca di intavolare un reale dibattito al fine di “estirpare alcune erbacce”, che impediscono lo sviluppo di occasioni per crescere, migliorare, rinnovarsi senza basarsi sulla difensiva o meglio ancora sull’aggressione. Dobbiamo superare queste polemiche che, danneggiando i singoli territori, finiscono per danneggiare l’intera regione».
«Si confida nell’intelligenza e nel valore politico che tutta la classe dirigente è chiamata a rappresentare. Mi viene infine di consigliare, per chi non lo conoscesse, l’ascolto del famoso brano “Cyrano” di Guccini che ora più che mai torna di attualità».
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