Amiternum, la città svela tutta la sua belle
Trovati una gradinata, colonne e portici. Il tempio si affacciava sulla via Cecilia
L’AQUILA. Un’ampia gradinata con colonne e portici conduceva gli spettatori all’interno del teatro di Amiternum: erano i “propilei” che componevano l’ingresso monumentale della struttura e che dopo più di duemila anni sono venuti alla luce nei giorni scorsi durante una campagna di scavo condotta dalla Soprintendenza archeologica.
Le indagini stanno svelando il vero volto di Amiternum: la città romana era organizzata a terrazzamenti con maestose abitazioni ed un prezioso tempio che si affacciava su una strada, forse la via Cecilia. I lavori, cominciati ad inizio estate, termineranno alla fine del mese. «Lo scavo ci ha restituito un tesoro di cui era difficile immaginare l’entità» afferma la direttrice dei lavori, Rosanna Tuteri «la ricchezza dell’antica Amiternum viene documentata ad ogni spostamento di terra».
L’ultimo scavo nella zona risale al 1974, anno in cui furono portati alla luce i resti del teatro e dell’anfiteatro di Amiternum. Le indagini, ferme da 33 anni, sono riprese quest’anno con un finanziamento ministeriale di circa 500mila euro e si sono concentrate sulla zona adiacente ai due grandi monumenti di spettacolo. Sofisticate analisi sul terreno, condotte dall’Università di Berna, hanno rivelato la presenza di numerose strutture che in parte sono state portate alla luce in questi mesi: diverse abitazioni, una strada di pietra levigata e un tempio.
«Quest’ultimi si trovano dietro all’anfiteatro di Amiternum» spiega la Tuteri «nella parte anteriore sono state trovate le basi di quattro colonne molto lavorate: dovremmo essere di fronte ad un tempio prostilo tetrastilo di medie dimensioni diviso in pronao (atrio) e cella (parte interna in cui si conservava la statua della divinità)». L’ingresso monumentale della struttura si affacciava su una strada che probabilmente può essere identificata con la via Cecilia.
«Doveva essere una strada basolata (di pietra levigata) che attraversava l’intera Amiternum, partiva dalla zona di Scoppito e attraversava il passo delle Capannelle» spiega la Tuteri «un’arteria fondamentale per la zona». Proprio davanti al noto teatro della città romana, invece, gli archeologi hanno ritrovato i cosiddetti “propilei”: l’ingresso monumentale che conduceva gli spettatori al teatro era composto da un’ampia gradinata con colonne e portici.
«In questa zona è emersa anche un’area pavimentata di pregio. Gli scavi hanno restituito, inoltre, resti medievali» continua la Tuteri: «si tratta di tracce di capanne costruite più in basso rispetto al teatro». Le indagini hanno chiarito anche quale fosse la struttura dell’antica Amiternum: «Era una città realizzata su grandi terrazzamenti» afferma la direttrice dei lavori «cioè organizzata a gradoni che ammortizzavano la pendenza del terreno.
Sicuramente siamo ormai giunti al cuore della città, ma ancora tanto è da scoprire». La prossima “sfida” per gli archeologi sarà quella di individuare con esattezza la posizione del foro (piazza) di Amiternum, che potrebbe trovarsi lungo la grande arteria stradale.
Le indagini stanno svelando il vero volto di Amiternum: la città romana era organizzata a terrazzamenti con maestose abitazioni ed un prezioso tempio che si affacciava su una strada, forse la via Cecilia. I lavori, cominciati ad inizio estate, termineranno alla fine del mese. «Lo scavo ci ha restituito un tesoro di cui era difficile immaginare l’entità» afferma la direttrice dei lavori, Rosanna Tuteri «la ricchezza dell’antica Amiternum viene documentata ad ogni spostamento di terra».
L’ultimo scavo nella zona risale al 1974, anno in cui furono portati alla luce i resti del teatro e dell’anfiteatro di Amiternum. Le indagini, ferme da 33 anni, sono riprese quest’anno con un finanziamento ministeriale di circa 500mila euro e si sono concentrate sulla zona adiacente ai due grandi monumenti di spettacolo. Sofisticate analisi sul terreno, condotte dall’Università di Berna, hanno rivelato la presenza di numerose strutture che in parte sono state portate alla luce in questi mesi: diverse abitazioni, una strada di pietra levigata e un tempio.
«Quest’ultimi si trovano dietro all’anfiteatro di Amiternum» spiega la Tuteri «nella parte anteriore sono state trovate le basi di quattro colonne molto lavorate: dovremmo essere di fronte ad un tempio prostilo tetrastilo di medie dimensioni diviso in pronao (atrio) e cella (parte interna in cui si conservava la statua della divinità)». L’ingresso monumentale della struttura si affacciava su una strada che probabilmente può essere identificata con la via Cecilia.
«Doveva essere una strada basolata (di pietra levigata) che attraversava l’intera Amiternum, partiva dalla zona di Scoppito e attraversava il passo delle Capannelle» spiega la Tuteri «un’arteria fondamentale per la zona». Proprio davanti al noto teatro della città romana, invece, gli archeologi hanno ritrovato i cosiddetti “propilei”: l’ingresso monumentale che conduceva gli spettatori al teatro era composto da un’ampia gradinata con colonne e portici.
«In questa zona è emersa anche un’area pavimentata di pregio. Gli scavi hanno restituito, inoltre, resti medievali» continua la Tuteri: «si tratta di tracce di capanne costruite più in basso rispetto al teatro». Le indagini hanno chiarito anche quale fosse la struttura dell’antica Amiternum: «Era una città realizzata su grandi terrazzamenti» afferma la direttrice dei lavori «cioè organizzata a gradoni che ammortizzavano la pendenza del terreno.
Sicuramente siamo ormai giunti al cuore della città, ma ancora tanto è da scoprire». La prossima “sfida” per gli archeologi sarà quella di individuare con esattezza la posizione del foro (piazza) di Amiternum, che potrebbe trovarsi lungo la grande arteria stradale.