Anche la Curia ha una nuova casa
La sede è stata realizzata a Coppito con i fondi dell’Università Cattolica.
L’AQUILA. L’arcivescovo ha una nuova casa. La curia una nuova sede. Ieri la cerimonia di consegna della nuova struttura in sostituzione della sede inagibile dopo il terremoto del 6 aprile del centro storico del capoluogo. La residenza in cui dimorerà l’arcivescovo Giuseppe Molinari è stata realizzata in pochi mesi da una ditta di Verona specializzata in edilizia civile prefabbricata con la collaborazione di un’azienda aquilana. La struttura, nella frazione di Coppito sulla strada per Preturo, si sviluppa su una superficie complessiva di 680 metri quadri divisi in due piani. Si tratta di una donazione da parte dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
«La residenza», ha spiegato il rettore della Cattolica, Lorenzo Ornaghi, «è stata realizzata grazie ai fondi del nostro ateneo e al contributo individuale dei dipendenti delle nostre cinque sedi. La donazione», ha aggiunto, «vuole essere un segno tangibile che rafforza con un gesto di solidarietà cristiana la nostra concreta vicinanza agli abruzzesi». L’investimento raggiunge complessivamente un milione di euro a cui bisogna aggiungere un coinvolgimento diretto della Cattolica per l’assistenza alle aree del sisma nelle Rsa di Celano e Fontecchio con i mezzi e personale del Policlinico Gemelli. «Ancora una volta», ha commentato il direttore amministrativo della Cattolica, Antonio Cicchetti, «la nostra università ha dato un contributo fattivo a una popolazione colpita da grandi calamità come il Molise nel 2002 e in Irpinia nel 1980». Entusiasta alla consegna l’arcivescovo Molinari. «Non è stato facile essere vicino alla mia gente», ha spiegato, «vivendo in un dolce esilio».
Fino a qualche giorno fa il vescovo dell’Aquila era stato ospite nell’eremo di San Francesco presso le suore del Santo Volto a Carsoli, dopo aver vissuto provvisoriamente a Pettino. Molinari, che si è salvato miracolosamente dal sisma - al momento della scossa era fuori dalla sua stanza in piazza Duomo poi quasi completamente distrutta - racconta la sua esperienza di questi mesi evocando l’immagine di San Pietro che scende dal monte Tabor, per tornare tra i suoi, nell’interpretazione di Sant’Agostino. «La donazione della residenza vescovile», ha detto Molinari, «si inserisce nel grande dono di solidarietà nei riguardi non solo del vescovo ma dell’intera Diocesi. È bene ricordare che si è trattato di una donazione della Cattolica, nessun euro della Curia è stato sottratto». Per il vescovo ausiliario, Giovanni D’Ercole, che non abiterà qui, la realizzazione «rappresenta il primo segno tangibile di una città che vuole tornare a camminare da sola».
«La residenza», ha spiegato il rettore della Cattolica, Lorenzo Ornaghi, «è stata realizzata grazie ai fondi del nostro ateneo e al contributo individuale dei dipendenti delle nostre cinque sedi. La donazione», ha aggiunto, «vuole essere un segno tangibile che rafforza con un gesto di solidarietà cristiana la nostra concreta vicinanza agli abruzzesi». L’investimento raggiunge complessivamente un milione di euro a cui bisogna aggiungere un coinvolgimento diretto della Cattolica per l’assistenza alle aree del sisma nelle Rsa di Celano e Fontecchio con i mezzi e personale del Policlinico Gemelli. «Ancora una volta», ha commentato il direttore amministrativo della Cattolica, Antonio Cicchetti, «la nostra università ha dato un contributo fattivo a una popolazione colpita da grandi calamità come il Molise nel 2002 e in Irpinia nel 1980». Entusiasta alla consegna l’arcivescovo Molinari. «Non è stato facile essere vicino alla mia gente», ha spiegato, «vivendo in un dolce esilio».
Fino a qualche giorno fa il vescovo dell’Aquila era stato ospite nell’eremo di San Francesco presso le suore del Santo Volto a Carsoli, dopo aver vissuto provvisoriamente a Pettino. Molinari, che si è salvato miracolosamente dal sisma - al momento della scossa era fuori dalla sua stanza in piazza Duomo poi quasi completamente distrutta - racconta la sua esperienza di questi mesi evocando l’immagine di San Pietro che scende dal monte Tabor, per tornare tra i suoi, nell’interpretazione di Sant’Agostino. «La donazione della residenza vescovile», ha detto Molinari, «si inserisce nel grande dono di solidarietà nei riguardi non solo del vescovo ma dell’intera Diocesi. È bene ricordare che si è trattato di una donazione della Cattolica, nessun euro della Curia è stato sottratto». Per il vescovo ausiliario, Giovanni D’Ercole, che non abiterà qui, la realizzazione «rappresenta il primo segno tangibile di una città che vuole tornare a camminare da sola».