Anime Sante, lavori finiti: rinasce l’antica sagrestia 

Recuperata la volta decorata, così in città torna visibile un altro luogo simbolo

L’AQUILA. Come balsamo sulle ferite, in una partita da giocare, millimetro dopo millimetro, contro le ingiurie del sisma, e del tempo. Ieri è stata inaugurata, dopo un delicato intervento di restauro della volta, la sagrestia monumentale nella chiesa di Santa Maria del Suffragio all’Aquila. L’opera, interamente finanziata dalla Fondazione Carispaq, porta a compimento un complesso lavoro di recupero strutturale ed artistico che ha riguardato tutto il complesso monumentale delle Anime Sante, gravemente danneggiato dal sisma del 2009.
IL QUADRO STORICO
Le vicende storiche e costruttive della sagrestia sono strettamente connesse a quelle della chiesa di Santa Maria del Suffragio. Questo ambiente presenta una volta a botte lunettata di notevole pregio artistico. Gli stucchi formano degli specchi nella parte sommitale e le cornici mistilinee sono decorate in foglia d’oro. All’interno delle superfici lisce monocrome si trovano delle decorazioni a tempera raffiguranti simbologie cristologiche, tra le quali il monogramma mariano nella specchiatura centrale. La realizzazione della decorazione della volta è stata attribuita alla scuola del maestro Teofilo Patini che, alla fine del XIX secolo, eseguì un complesso lavoro di recupero e completamento dell’apparato decorativo della Chiesa stessa.
GLI INTERVENTI
L’intervento di restauro ha previsto la pulitura di tutta la volta, il consolidamento per ristabilire la coesione degli intonaci e delle pitture con il supporto murario, la stuccatura delle fessurazioni e delle fratture con eventuale integrazione plastica delle parti mancanti e, infine, la revisione e reintegrazione pittorica nelle zone dove è stato possibile. Dal punto di vista operativo, la restauratrice Norma Carnicelli ha ricordato che prima del sisma la sagrestia monumentale era destinata ad altri scopi, e la grande porzione della volta era coperta in parte dal cartongesso. La copertura, oltre a non rendere visibile parte della decorazione, ha influito sul degrado della stessa. «Inoltre», ha spiegato la restauratrice, «copiose infiltrazioni hanno creato macchie e gore di umidità, incrostazioni, tanto sugli intonaci quanto sulle parti dipinte, provocando evidenti alterazioni cromatiche». Dopo il sisma c’era stato un solo intervento di messa in sicurezza. Questo intervento, dunque, ha consentito il pieno restauro della volta. Tramite la messa in sicurezza, si è provveduto al preconsolidamento della pellicola pittorica e dell’intonaco, oltre alla stuccatura di fessure e fratture. «Lo stato di conservazione delle parti non danneggiate dal sisma», ha riferito Carnicelli, «risultava discreto, ad eccezione delle dorature».
LA PRESENTAZIONE
Alla presentazione del restauro, tra i banchi della chiesa e l’altare, oltre al presidente della fondazione Carispaq Domenico Taglieri, hanno partecipato monsignor Antonio D’Angelo, vescovo ausiliare del capoluogo, il vicesindaco Raffaele Daniele, il funzionario storico dell’arte della soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio David Antonio Fiore, lo storico dell’arte della Curia arcivescovile Gianluigi Simone. «Finalmente abbiamo inaugurato un intervento particolarmente importante interamente finanziato dalla Fondazione», ha dichiarato Taglieri, «il restauro della volta della sagrestia monumentale di Santa Maria del Suffragio conclude e definisce il recupero del complesso della chiesa cosiddetta delle Anime Sante, iniziato a pochi anni dal tragico terremoto del 2009 e a cui ha dato un contributo importante il governo francese. Anche questo restauro è un esempio virtuoso di collaborazione e condivisione tra istituzioni nell’interesse pubblico, confermando lo spirito di unità di intenti, nel caso specifico con la Curia, che ci ha consentito di portare a termine nel giro di poche settimane un progetto molto atteso. Un intervento che riconsegna alla Comunità un luogo dal valore fortemente identitario e di fondamentale importanza per la rinascita del patrimonio culturale della nostra città».