alla villa comunale
Antonio il bersagliere riceve la medaglia
L’AQUILA. «Abbiamo fatto il nostro dovere, ma abbiamo sofferto tanto. Il momento più bello? Quando abbiamo liberato le nostre terre dagli invasori». Si commuove Antonio Sericchi, classe 1918 di...
L’AQUILA. «Abbiamo fatto il nostro dovere, ma abbiamo sofferto tanto. Il momento più bello? Quando abbiamo liberato le nostre terre dagli invasori».
Si commuove Antonio Sericchi, classe 1918 di Celano, quando – davanti a tanta gente che lo applaude – riceve dal prefetto Giuseppe Linardi la medaglia della Liberazione. Accanto a lui, in questo 25 aprile di festa, tanti familiari e il suo sindaco Settimio Santilli, all’Aquila per testimoniargli l’affetto e la gratitudine di tutti i celanesi. Intorno al collo Antonio ha il fazzoletto tricolore, «simbolo della libertà» e qualcuno gli mette sulla testa il cappello da bersagliere gelosamente custodito in tutti questi anni. E la stessa medaglia è stata conferita alla memoria dell’avezzanese Aurelio Nardelli, «valoroso combattente della Resistenza» scampato per tre volte al plotone d’esecuzione. Sono stati questi i momenti più toccanti della celebrazione del 25 aprile aperta alla Villa comunale con la deposizione della corona al monumento ai Caduti per la patria. Il tutto davanti alle autorità civili, militari e religiose, ai rappresentanti dell’Anpi e a una delegazione di studenti dell’istituto Amedeo d’Aosta. Tutti lì per ricordare il sacrificio di tanti per la libertà e la democrazia.
E sempre ieri, durante la commemorazione dei Nove Martiri aquilani alla caserma Pasquali-Campomizzi, è stato comunicato il conferimento, da parte del ministero della Difesa, del Diploma d’Onore di «combattente per la libertà d’Italia», nonché della Croce al Merito di guerra, a Umberto Cialente, padre del sindaco.
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