Appalti e favori, indagini su SantarigaCarburante dell'ufficio per l'auto regalata
La Procura ora indaga sull'utilizzo della scheda carburanti da parte del provveditore aggiunto alle opere pubbliche accusato di concussione
L'AQUILA. Benzina dell'ufficio per l'auto regalata. Indagano anche su questo aspetto i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria incaricati dalla Procura di scandagliare fino in fondo gli appalti passati attraverso l'ufficio del Provveditore aggiunto alle opere pubbliche Giancarlo Santariga, 64 anni, arrestato (ai domiciliari) con l'accusa di concussione ai danni di un'impresa che aveva lavorato sia al Centro smistamento merci della Marsica sia al nuovo Comando delle Fiamme gialle a Pescara. Nuovi particolari sulla vicenda giudiziaria che ha investito uno degli uomini-cardine della ricostruzione post-terremoto emergono dall'esame degli atti.
LA TESSERINA. In relazione all'utilizzo delle autovetture (tre Lancia Delta prese a noleggio dall'impresa Prismo Universal italiana spa ed entrate, di fatto, secondo l'accusa, nella disponibilità piena e privata di Santariga), l'attività d'indagine, portata avanti anche grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali, ha consentito di intercettare alcune conversazioni, che lo stesso gip nell'ordinanza non esita a definire «vivaci», tra lo stesso Santariga e alcuni dei componenti del suo ufficio.
Le conversazioni in questione, come emerge dagli stessi atti dell'inchiesta, risalgono al mese di settembre del 2011 e rendono evidente, secondo il giudice che ha disposto i domiciliari per Santariga, «come anche altre figure professionali dell'ufficio fossero convinte dell'irregolarità della soluzione adottata dal provveditore circa le modalità di gestione delle stesse automobili avute a disposizione».
In particolare, uno dei collaboratori più stretti del provveditore gli faceva notare che «non era possibile mettere benzina a spese dell'ufficio su vetture non noleggiate attraverso il ministero e l'indagato», osserva il gip, «opponeva il fatto che la vettura in questione poteva ritenersi, di fatto, dell'ufficio, in quanto fornita dall'impresa sulla base di un obbligo specificamente inserito nel capitolato di appalto».
Tuttavia, dal tono delle risposte fornite rispetto agli interrogativi sollevati, Santariga insisteva nel sostenere «la legittimità dell'utilizzo, da parte sua, della tesserina fornita dall'ufficio per fare benzina, dal momento che l'impresa non ottemperava all'obbligo assunto di fornirgli anche il carburante». Sull'utilizzo di questa scheda carburante, evidentemente nella disponibilità dell'ufficio come tale, e sulla connessione con il mezzo messo a disposizione dall'impresa, sono in corso specifiche attività di accertamento da parte degli investigatori.
«MAI NEL CANTIERE». Quando i finanzieri hanno convocato tutte le persone che, in qualche modo, avevano avuto a che fare con il cantiere pescarese per la sede del comando Fiamme gialle hanno avuto la riprova di un convincimento: quelle Lancia Delta inserite anche in una clausola di contratto non sono state mai viste nei luoghi previsti da quello stesso documento. Insomma, sì alla tratta L'Aquila-Roma e viceversa e no a quella L'Aquila-Pescara e ritorno.
I testimoni sentiti dagli investigatori hanno confermato che l'utilizzo, da parte del Provveditorato, della macchina messa a disposizione dalla ditta Prismo, è da considerarsi esclusivamente privato. «Queste macchine», si legge nel verbale di una delle testimonianze ritenute più qualificate, «non mi risulta che siano state mai presentate nel cantiere di Pescara. Tali autovetture avrebbero dovuto essere funzionali al cantiere e alla direzione dei lavori». Tra l'altro, l'imprenditore Bertoni ha riferito che il responsabile unico del procedimento e il direttore dei lavori gli avevano sollecitato la messa a disposizione delle auto per il cantiere. Ma lui rispose candidamente: «Le ho fornite all'ingegnere Santariga».
LA TESSERINA. In relazione all'utilizzo delle autovetture (tre Lancia Delta prese a noleggio dall'impresa Prismo Universal italiana spa ed entrate, di fatto, secondo l'accusa, nella disponibilità piena e privata di Santariga), l'attività d'indagine, portata avanti anche grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali, ha consentito di intercettare alcune conversazioni, che lo stesso gip nell'ordinanza non esita a definire «vivaci», tra lo stesso Santariga e alcuni dei componenti del suo ufficio.
Le conversazioni in questione, come emerge dagli stessi atti dell'inchiesta, risalgono al mese di settembre del 2011 e rendono evidente, secondo il giudice che ha disposto i domiciliari per Santariga, «come anche altre figure professionali dell'ufficio fossero convinte dell'irregolarità della soluzione adottata dal provveditore circa le modalità di gestione delle stesse automobili avute a disposizione».
In particolare, uno dei collaboratori più stretti del provveditore gli faceva notare che «non era possibile mettere benzina a spese dell'ufficio su vetture non noleggiate attraverso il ministero e l'indagato», osserva il gip, «opponeva il fatto che la vettura in questione poteva ritenersi, di fatto, dell'ufficio, in quanto fornita dall'impresa sulla base di un obbligo specificamente inserito nel capitolato di appalto».
Tuttavia, dal tono delle risposte fornite rispetto agli interrogativi sollevati, Santariga insisteva nel sostenere «la legittimità dell'utilizzo, da parte sua, della tesserina fornita dall'ufficio per fare benzina, dal momento che l'impresa non ottemperava all'obbligo assunto di fornirgli anche il carburante». Sull'utilizzo di questa scheda carburante, evidentemente nella disponibilità dell'ufficio come tale, e sulla connessione con il mezzo messo a disposizione dall'impresa, sono in corso specifiche attività di accertamento da parte degli investigatori.
«MAI NEL CANTIERE». Quando i finanzieri hanno convocato tutte le persone che, in qualche modo, avevano avuto a che fare con il cantiere pescarese per la sede del comando Fiamme gialle hanno avuto la riprova di un convincimento: quelle Lancia Delta inserite anche in una clausola di contratto non sono state mai viste nei luoghi previsti da quello stesso documento. Insomma, sì alla tratta L'Aquila-Roma e viceversa e no a quella L'Aquila-Pescara e ritorno.
I testimoni sentiti dagli investigatori hanno confermato che l'utilizzo, da parte del Provveditorato, della macchina messa a disposizione dalla ditta Prismo, è da considerarsi esclusivamente privato. «Queste macchine», si legge nel verbale di una delle testimonianze ritenute più qualificate, «non mi risulta che siano state mai presentate nel cantiere di Pescara. Tali autovetture avrebbero dovuto essere funzionali al cantiere e alla direzione dei lavori». Tra l'altro, l'imprenditore Bertoni ha riferito che il responsabile unico del procedimento e il direttore dei lavori gli avevano sollecitato la messa a disposizione delle auto per il cantiere. Ma lui rispose candidamente: «Le ho fornite all'ingegnere Santariga».
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