Appalto consorzio Altomac ascoltato noto imprenditore

Mancini nega di avere pagato 37mila euro a Tancredi per ottenere i lavori La polizia stringe sulla maxitangente da un milione intercettata a Verona

L’AQUILA. Resta sempre al centro dell’attenzione della squadra Mobile l’indagine sulle presunte tangenti nella ricostruzione che vede indagate otto persone a vario titolo. Un’indagine che, per quanto si è capito, potrebbe produrre qualche altro colpo di scena anche se non in tempi brevi.

Ogni tanto emerge qualche nuovo dettaglio anche grazie agli interrogatori eseguiti di persone informate sui fatti. Uno degli interrogativi cui la polizia vuole dare risposta è se sono state pagate mazzette per l’appalto finalizzato ai restauri del complesso Altomac situato in centro storico.

Per questo hanno interrogato diversi giorni fa l’imprenditore Massimo Mancini, la cui ditta ha soppiantato la Steda dei lavori.

Mancini, che tra l’altro è dirigente dell’Aquila calcio, è estraneo alle indagini ma gli investigatori, diretti da Maurilio Grasso, si sono insospettiti per il fatto che esiste, a loro dire, un bonifico di 37mila euro provenienti dalle sue casse a favore di Pierluigi Tancredi, uno dei sospettati di avere orchestrato il sistema corruttivo grazie alla sua estesa rete di conoscenze. L’imprenditore, secondo quanto si è appreso, ha escluso di avere pagato tangenti al fine di ottenere, tramite Tancredi o altri, qualche lavoro nell’ambito della ricostruzione. La polizia, pur avendo preso atto di ciò, continua a scavare in relazione all’affidamento di quei lavori. Che, in effetti, sembravano destinati alla Steda dell’imprenditore Daniele Lago, poi diventato il grande accusatore.

In questi ultimi giorni gli sforzi investigativi si stanno concentrando, con una serie di interrogatori e valutazioni di documentazioni sulla presunta tangente di quasi un milione intercettata a Verona con destinazioni diverse che si stanno cercando di individuare. L’esistenza della maxi-tangente è stata di fatto rivelata da uno degli imprenditori aquilani che con le sue dichiarazioni ha supportato l’indagine, ovvero Cesare Silva, il quale ha riferito quanto gli confidò Lago. «Io le posso dire pure come li ho cacciati», dice Silva, riportando le parole di Lago, «trecento, trecento e duecento, li ho cacciati in contanti...».

L’inchiesta vede per ora otto indagati. Infatti, oltre ai due succitati Tancredi e Lago, sono sospettati anche l’ex assessore comunale Vladimiro Placidi, l’ex assessore comunale Roberto Riga, l’ex cerimoniera del Comune Daniela Sibilla, il dirigente comunale Mario Di Gregorio, l’imprenditore Pasqualino Macera e l’ingegnere Fabrizio Menestò. Tutti gli indagati respingono le accuse.

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