Asili nido, scatta il sit-in Scappatoia del Comune
Il sindaco Cialente potrebbe prorogare i contratti alle maestre precarie Non si esclude la possibilità di affidare a ditte esterne la gestione della struttura
L’AQUILA. Nonno Antonio Castaldi ha tre nipoti, due frequentano (o meglio, frequentavano fino al giugno scorso) l'asilo nido comunale Primo Maggio. Da pochi giorni i loro genitori hanno saputo che non potranno andarci più, perché l'asilo dove hanno passato degli anni instaurando relazioni, e dove hanno imparato a rapportarsi con maestre e altri bimbi e intrapreso le prime attività didattiche, ha chiuso.
Nonna Antonia Terna di nipoti ne ha quattro, di cui due frequentano sempre il Primo Maggio. Entrambi i nonni ieri mattina hanno preso parte al sit-in di protesta organizzato dai genitori e dalle educatrici che, nel frattempo, sono rimaste senza lavoro. Hanno deciso di esserci «perché, alla fine, chi ci rimette sono sempre i bambini, che non vengono messi al centro delle questioni degli adulti».
Una questione ingarbugliata quella che riguarda la chiusura di due dei tre asili comunali (anche Ape Tau, mentre resta aperto quello del Viale), una storia di precari senza contratti rinnovabili per intervenuta riforma delle regole del lavoro, il jobs act – che blocca la possibilità di prorogare i contratti della pubblica amministrazione oltre i 36 mesi – di circolari ministeriali che, invece, aprirebbero a deroghe, di posti di lavoro messi a rischio e servizi alle famiglie interrotti e non garantiti a tutti. Ieri duplice impegno per genitori ed educatrici divisi tra il sit-in di protesta davanti all'asilo nido Primo Maggio, eletto a simbolo, finanziato dall'ex Italtel oltre 30 anni fa e diventato subito l’emblema di una città attenta ai servizi per la famiglia, e il presidio alla commissione Garanzia del Comune. Convocata per discutere dei 56 precari comunali si è concentrata soprattutto sul destino delle 15 educatrici assunte a tempo determinato nel 2010 dopo un concorso pubblico.
LE APERTURE. «Giù le mani dai nidi, l'infanzia non si appalta», «Ciale', pe' te i nidi o so' occupati o so' chiusi» e «Non vogliamo bambini fuori dal Comune». Mentre con questi striscioni genitori, zii e nonni ieri mattina protestavano la loro contrarietà, durante la riunione in commissione Garanzia il sindaco Massimo Cialente e l'assessore Elisabetta Leone hanno aperto alla possibilità di poter dare una lettura estensiva della circolare diffusa dalla ministra Marianna Madia, come sta già succedendo in altri Comuni d'Italia, che sembrerebbe offrire l'opportunità di prorogare i contratti delle maestre precarie. Una lettura già sostenuta con forza nei giorni scorsi dalla senatrice Stefania Pezzopane, ma vista con tanti dubbi dal Comune. In particolare resta irremovibile da una lettura più rigorosa la dirigente Coluzzi, che sottolinea come nel documento si faccia riferimento soltanto al conferimento delle supplenze e «a esigenze di carattere esclusivamente temporanee ed eccezionali».
APPALTO ESTERNO. Una via d'uscita prospettata dal sindaco e dall'assessore Leone è quella di esternalizzare il servizio, per poter mantenere gli asili sotto la gestione comunale e garantire la continuità didattica. «Dato che nelle regole ci viene chiesa la discontinuità», ha detto Cialente, «potremmo istruire rapidamente un bando di selezione». Altra via prospettata in questo nuovo pasticciaccio amministrativo, è quella lanciata dall’assessore al Sociale Emanuela Di Giovambattista, ossia di portare tutta la discussione in consiglio comunale.
Marianna Gianforte
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