Asl, Collemaggio in vendita
San Salvatore, nasce un comitato a difesa dell’ospedale
L’AQUILA. Si torna a parlare della vendita dell’ex complesso di Collemaggio. Argomento all’ordine del giorno del Comitato ristretto dei sindaci, che si è riunito alla presenza del commissario della Asl, Giancarlo Silveri. Un presidio direzionale sanitario potrebbe, invece, sorgere nella zona di Bazzano: questa l’indicazione emersa in risposta alla necessità del trasferimento della sede amministrativa.
«Ipotesi», afferma Giancarlo Silveri, «tutta ancora da valutare».
COLLEMAGGIO. La vendita dell’ex complesso di Collemaggio rientra nel piano di alienazione dei beni dell’azienda sanitaria che era stato già a suo tempo predisposto. «Esiste», spiega il commissario, «un accordo di programma tra Regione e Comune, che potrebbe portare alla vendita degli immobili di proprietà dell’azienda sanitaria e a un diverso utilizzo dell’intera area».
Tra le ipotesi che erano state via via avanzate sull’utilizzo dell’area, spiccava quella di una trasformazione del complesso in un polo culturale o universitario.
BAZZANO. La Asl è alla ricerca di nuovi spazi, dopo il sisma del 6 aprile scorso che ha reso inagibile parte dell’ospedale San Salvatore e gli uffici di Collemaggio.
Una nuova sede da reperire in tempi brevi.
Dall’assessorato regionale alla sanità è arrivata l’indicazione del nucleo industriale di Bazzano, dove potrebbero trovare posto i nuovi uffici direzionali dell’azienda.
GUARDIA MEDICA. Intanto, non mancano problemi e disfunzioni dovuti proprio alla dislocazione a macchia di leopardo dei servizi sanitari cittadini. Dal giorno del sisma, infatti, la guardia medica, momentaneamente collocata all’interno della scuola della Guardia di finanza, a Coppito, non effettua più le visite ambulatoriali, ma interviene solo su chiamata telefonica.
«Stiamo cercando di risolvere i casi che ci vengono segnalati», affermano dalla direzione della Asl. «Dopo il 6 aprile ci è stato espressamente chiesto di posizionare un punto di pronto intervento all’interno della Guardia di finanza, diventato il centro operativo della città. Attualmente la carenza di spazi idonei non consente il trasferimento del servizio al San Salvatore, ma lavoreremo per individuare una sede più idonea e ripristinare l’attività della guardia medica nel suo complesso, sia in orario diurno che notturno. Avvertiamo con forza l’esigenza di individuare un polo sanitario stabile, dove concentrare i servizi per far ripartire nel modo migliore possibile la sanità aquilana».
LA PROTESTA. Intanto, per iniziativa di un nucleo di dipendenti del «San Salvatore» è nato un comitato spontaneo a difesa dell’ospedale dell’Aquila, per contrastare l’emergenza assistenziale di una struttura seriamente danneggiata dal terremoto del 6 aprile scorso. «A sei mesi dal sisma» ha detto la caposala del blocco operatorio, Antonella Liberatore, «non riusciamo a fornire un’assistenza adeguata da un punto di vista né qualitativo né quantitativo, anche in virtù della popolazione che rientra in città». Entusiasta dell’iniziativa del comitato il primario di medicina ospedaliera, Vittorio Festuccia: «L’ospedale è fatto di posti letto e servizi» ha dichiarato. «Puntiamo a un numero di letti almeno in linea con quello previsto dal Piano sanitario regionale, con 460 posti di cui 360 per patologie acute, con relativi servizi annessi, laboratori e diagnostica per immagine. Inoltre» ha concluso «dobbiamo far fronte all’emergenza sisma, in un momento in cui sia la rianimazione sia l’Unità di terapia intensiva coronarica non hanno ancora ripreso pienamente le funzioni».
«Ipotesi», afferma Giancarlo Silveri, «tutta ancora da valutare».
COLLEMAGGIO. La vendita dell’ex complesso di Collemaggio rientra nel piano di alienazione dei beni dell’azienda sanitaria che era stato già a suo tempo predisposto. «Esiste», spiega il commissario, «un accordo di programma tra Regione e Comune, che potrebbe portare alla vendita degli immobili di proprietà dell’azienda sanitaria e a un diverso utilizzo dell’intera area».
Tra le ipotesi che erano state via via avanzate sull’utilizzo dell’area, spiccava quella di una trasformazione del complesso in un polo culturale o universitario.
BAZZANO. La Asl è alla ricerca di nuovi spazi, dopo il sisma del 6 aprile scorso che ha reso inagibile parte dell’ospedale San Salvatore e gli uffici di Collemaggio.
Una nuova sede da reperire in tempi brevi.
Dall’assessorato regionale alla sanità è arrivata l’indicazione del nucleo industriale di Bazzano, dove potrebbero trovare posto i nuovi uffici direzionali dell’azienda.
GUARDIA MEDICA. Intanto, non mancano problemi e disfunzioni dovuti proprio alla dislocazione a macchia di leopardo dei servizi sanitari cittadini. Dal giorno del sisma, infatti, la guardia medica, momentaneamente collocata all’interno della scuola della Guardia di finanza, a Coppito, non effettua più le visite ambulatoriali, ma interviene solo su chiamata telefonica.
«Stiamo cercando di risolvere i casi che ci vengono segnalati», affermano dalla direzione della Asl. «Dopo il 6 aprile ci è stato espressamente chiesto di posizionare un punto di pronto intervento all’interno della Guardia di finanza, diventato il centro operativo della città. Attualmente la carenza di spazi idonei non consente il trasferimento del servizio al San Salvatore, ma lavoreremo per individuare una sede più idonea e ripristinare l’attività della guardia medica nel suo complesso, sia in orario diurno che notturno. Avvertiamo con forza l’esigenza di individuare un polo sanitario stabile, dove concentrare i servizi per far ripartire nel modo migliore possibile la sanità aquilana».
LA PROTESTA. Intanto, per iniziativa di un nucleo di dipendenti del «San Salvatore» è nato un comitato spontaneo a difesa dell’ospedale dell’Aquila, per contrastare l’emergenza assistenziale di una struttura seriamente danneggiata dal terremoto del 6 aprile scorso. «A sei mesi dal sisma» ha detto la caposala del blocco operatorio, Antonella Liberatore, «non riusciamo a fornire un’assistenza adeguata da un punto di vista né qualitativo né quantitativo, anche in virtù della popolazione che rientra in città». Entusiasta dell’iniziativa del comitato il primario di medicina ospedaliera, Vittorio Festuccia: «L’ospedale è fatto di posti letto e servizi» ha dichiarato. «Puntiamo a un numero di letti almeno in linea con quello previsto dal Piano sanitario regionale, con 460 posti di cui 360 per patologie acute, con relativi servizi annessi, laboratori e diagnostica per immagine. Inoltre» ha concluso «dobbiamo far fronte all’emergenza sisma, in un momento in cui sia la rianimazione sia l’Unità di terapia intensiva coronarica non hanno ancora ripreso pienamente le funzioni».