Assenteismo in tribunale cinque rinvii a giudizio
A processo un funzionario della Sorveglianza, un altro patteggia otto mesi Una candidata all’esame di avvocato condannata a un anno col rito abbreviato
L’AQUILA. Cinque rinvii a giudizio, una condanna col rito abbreviato e un patteggiamento.
Questo l’esito dell’udienza preliminare di ieri nella quale il giudice Marco Billi ha confermato l’impianto accusatorio sostenuto dal sostituto procuratore della Repubblica Stefano Gallo in relazione a una complessa indagine che aveva riguardato fatti avvenuti negli uffici giudiziari della Corte d’Appello e del tribunale di Sorveglianza. Un’indagine che ha fatto parecchio rumore negli ambienti giudiziari anche per le persone coinvolte.
Come da richiesta del pubblico ministero, il giudice per l’udienza preliminare ha rinviato a giudizio (udienza fissata al 19 dicembre) Luigina Oddi, di 39 anni, di Avezzano, ma residente a Trasacco; Paolo Di Benedetto, di 40 anni, di Sulmona, domiciliato a Introdacqua, funzionario del coordinamento interdistrettuale per i sistemi informativi automatizzati (Cisia); Ferdinando e Roberto De Silva, di Avezzano, entrambi interessati ai provvedimenti del tribunale di sorveglianza e Paola Oddi, di 47 anni, di Trasacco, avvocato, dipendente della Regione Abruzzo in servizio all’Aquila nell’ufficio legislazione.
Ha patteggiato la pena di 8 mesi di reclusione e 300 euro di multa l’aquilano Augusto De Paulis, di 59 anni, residente a Bazzano, in servizio al tribunale di Sorveglianza, assistito dall’avvocato Francesco Valentini.
Infine, Alessia Nusca, di 31 anni, di Rocca di Mezzo, accusata di aver fruito del tentativo, non andato a buon fine, di superare con un «aiutino» il concorso per diventare avvocato, è stata condannata con rito abbreviato alla pena di un anno di reclusione, a fronte della richiesta del pm di cinque mesi e 20 giorni.
Secondo le indagini condotte dalla Finanza, negli uffici giudiziari era stato messo in piedi un vero e proprio sistema fatto di favoritismi nei confronti di condannati, falsi per coprire le assenze dal lavoro di funzionari di quegli uffici, attraverso la manomissione dei sistemi informatici, oltre a un tentativo di dare una mano a una candidata al concorso per avvocato. All’epoca dei fatti, a dicembre del 2011, a carico di tre funzionari, due del tribunale di Sorveglianza e uno in servizio alla Corte d’Appello, erano stati disposti gli arresti domiciliari. Altre quattro persone, contestualmente, erano state raggiunte dall’avviso di garanzia.
La Procura ha dunque contestato, a vario titolo, agli imputati, i reati di falso, truffa, rivelazione di segreti, tentato abuso d’ufficio. I provvedimenti «fasulli» accertati, spesso frutto di raccomandazioni di persone condannate della Marsica, sono stati 27. La Procura ha contestato anche svariati casi di assenteismo dal lavoro.
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