Assolto il gigolò accusato dalle due amanti
Ateleta, l’uomo imputato per violenza ed estorsione: le accuse cadono dopo un lungo processo
ATELETA. Era finito sotto processo, accusato dalle sue amanti di averle indotte alla prostituzione, violentandole ed estorcendo loro anche del denaro. Accuse pesantissime che il tribunale di Sulmona, al termine di un lungo dibattimento, non ha ravvisato, tanto da assolvere l’imputato. La pubblica accusa aveva invece chiesto la condanna a sette anni di reclusione e 30mila euro di multa. Ma il tribunale di Sulmona, in composizione collegiale (presidente Giorgio Di Benedetto e a latere i giudici Valeria Gioli e Daniele Sodani), ha accolto la ricostruzione fatta dalla difesa dell’imputato, sostenuta dagli avvocati Gaetana e Aldo Di Ianni, con la conseguente totale assoluzione. «Finalmente si è fatta giustizia per un caso che aveva suscitato, troppo frettolosamente, conclusioni azzardate, dove le vittime erano le donne e il carnefice era l’uomo, soltanto perché questo aveva ricevuto piccole somme di denaro dalle due, con le quali aveva intrattenuto una relazione non soltanto platonica», spiegano gli avvocati Gaetana e Aldo Di Ianni, i quali hanno sempre creduto nella innocenza del proprio assistito, nonostante un impianto investigativo e probatorio prodotto dalla accusa, che ha richiesto un notevole impegno per essere scardinato, come è successo nel corso della istruttoria dibattimentale. «La sentenza di assoluzione totale rende giustizia ai fatti e rimuove l’incubo nel quale l’imputato ha vissuto per cinque lunghi anni, accusato di reati gravissimi e infamanti» precisano i legali.
Una lunga e articolata storia quella che ha visto coinvolte tre persone, due donne di Ateleta è un uomo del Napoletano, amante di entrambe. A denunciare Sergio D’Alessio erano state proprio le due donne che davanti ai carabinieri del loro paese, avevano dichiarato di essere state prima sue amanti e poi vittime di estorsione, perseguitate e indotte a prostituirsi. Ma da alcune intercettazioni telefoniche ascoltate nel corso del dibattimento che si è tenuto sempre a porte chiuse è emerso che la vera vittima della storia era proprio l’uomo. Una inversione dei ruoli, tanto da richiedere una perizia medica nei confronti di una delle due accusatrici.
«La figura del violentatore, estortore, stalker ed altro è risultata inesistente», concludono gli avvocati Di Ianni, «e le intercettazioni hanno descritto un soggetto perseguitato, ancora dopo mesi dalla fine della relazione, dalle ex amanti». (c.l.)
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