Atam, la salvezza arriva dai privati

L’ex presidente Fanfani: in arrivo contributi da parte dell’Eni e dalla «Fondazione con il Sud»

L’AQUILA. Arriva dai privati l'àncora di salvezza per l’Associazione teatrale abruzzese e molisana (Atam).

Mentre è atteso in giornata il pronunciamento del Tar sul ricorso contro il taglio dei fondi ministeriali, spuntano nomi eccellenti, disposti a erogare interventi straordinari per il risanamento delle casse dell’Atam, che rischia la liquidazione a causa di un debito che sfiora i 700mila euro. L’Eni e la Fondazione con il Sud sono pronti a finanziare il piano industriale che l’ente sta approntando, con una sponsorizzazione in grado di salvaguardare la programmazione e la prosecuzione dell’attività per l’anno appena iniziato.

Novità annunciate dall’ex presidente dell’Atam Marco Fanfani, ora alla guida della Fondazione Carispaq.

«L’Atam si deve e si può salvare», afferma Fanfani. «Sussistono tutte le condizioni perché ciò avvenga, a partire dall’intervento finanziario dei privati, come l’Eni e la Fondazione con il Sud, che possono garantire nuove entrate. Nulla da obiettare su una possibile ristrutturazione dell’Atam, che si può tradurre in convenzioni o protocolli di intesa per la produzione e la distribuzione degli spettacoli, ma senza mettere in discussione l’operato futuro dell’Atam, con i suoi 38 anni di attività alle spalle».

Il debito accumulato, quasi 700mila euro, secondo Fanfani, «è frutto del taglio nei confronti del Fondo unico per lo spettacolo, contro cui l’ente ha inoltrato ricorso al Tar e del ritardo di due- tre anni nei pagamenti, da parte dei Comuni che hanno usufruito delle stagioni teatrali dell’Atam. Un pronunciamento favorevole del Tar spianerebbe la strada verso una rapida ripresa».

Fanfani parla di «due pesi e due misure» nell’erogazione dei finanziamenti regionali in favore degli enti culturali abruzzesi.

Anche questo ha fatto la differenza nella storia dell’Atam: «Il Tsa e l’Istituzione sinfonica abruzzese hanno ottenuto dalla Regione 300mila euro, per ripianare i debiti. Lo stesso non si può dire per l’Atam etichettato, a torto, come un carrozzone e che, al contrario, ha solo sei dipendenti, mentre il presidente non percepisce alcuna indennità», fa notare Fanfani. «Tutte le istituzioni culturali vivono un momento di grande difficoltà dovuto al taglio dei finanziamenti, e devono avere la stessa considerazione da parte della Regione Abruzzo».

Fanfani ha lasciato la carica di presidente dell’Atam per incompatibilità, dopo la nomina al timone della Fondazione Carispaq, ma continua a seguire da vicino le sorti dell’ente, di cui è legale rappresentante l’avvocato aquilano Giulio Cesare Primerano che difenderà oggi gli interessi dell’istituzione.

Monica Pelliccione

©RIPRODUZIONE RISERVATA