Attività in centro, pioggia di richieste
Cioni (Confcommercio): tra negozi e studi professionali si prevedono 250 aperture in due anni. Iniziative soprattutto di giovani e donne
L’AQUILA. Aprire un’attività in centro storico? Perché no. L’idea solletica soprattutto giovani e donne. A quindici giorni dall’approvazione, da parte della Regione, del bando Fare centro, lo sportello attivato dalla Confcommercio ha raccolto ben 72 richieste.
Imprenditori pronti a investire dentro le mura della città, a ridosso del quadrilatero dei Quattro Cantoni. Gestori di bar e ristoranti, titolari di librerie e rivendite di articoli da regalo, agenzie pubblicitarie, fotografi e centri estetici. Ma, soprattutto, professionisti e proprietari di studi di consulenza e servizi. Un boom di domande, oltre ogni previsione. Vincente, la formula del contributo a fondo perduto, fino al 70 per cento dell’investimento, che si incastra con gli sgravi per l’affitto dei locali e il pagamento delle utenze.
SPORTELLO CONFCOMMERCIO. A marzo la Confcommercio ha attivato uno sportello per la consulenza e l’assistenza tecnica alle imprese che intendono beneficiare dei contributi del bando Fare centro. In pochi giorni sono arrivate 72 domande: 15 riguardano attività presenti in centro storico prima del sisma, che intendono riaprire i battenti. 55 sono nuove iniziative imprenditoriali, due le richieste per viale della Croce Rossa, dove è previsto un intervento di riqualificazione. «Un risultato importante per la rivitalizzazione del centro storico dell’Aquila», commenta Celso Cioni, direttore regionale Confcommercio. «Stiamo seguendo le aziende per fornire l’assistenza tecnica necessaria alla presentazione delle domande per l’accesso ai fondi. Parte del punteggio verrà assegnato sulla base della formulazione della richiesta».
PIÙ GIOVANI E DONNE. Due i dati interessanti che emergono da una prima analisi: la spinta a tornare in centro trova largo consenso tra i più giovani e nell’imprenditoria femminile. «Inoltre», fa notare Cioni, «il numero più consistente di manifestazioni di interesse riguarda nuove aperture, ben 55 su 72. È il primo segnale della ripresa del mercato aquilano».
CIFRE E NUMERI. Se il trend resterà quello iniziale, secondo la Confcommercio, nell’arco di 24-36 mesi apriranno in centro almeno 250 tra negozi e studi professionali. A disposizione, al momento c’è circa un centinaio di locali già ristrutturati e pronti per essere affittati. Il comparto che tira di più è quello dei servizi e degli studi dei professionisti, con 35 domande. A seguire, bar e ristoranti (18). Sette i negozi di abbigliamento che riapriranno dentro le mura, due librerie e 5 negozi di articoli da regalo, oltre a due centri estetici e due agenzie pubblicitarie.
SOLDI A PIOGGIA. La prima fase del programma mette a disposizione 20 milioni di euro a fondo perduto in grado di soddisfare circa 400 richieste, con una media di finanziamento di 50mila euro a beneficiario. Fondi che possono coprire fino al 70 per cento della spesa sostenuta per l’avvio dell’attività, con una soglia minima di investimento di 20mila euro.
SERVONO ATTRATTORI. Per far sì che l’incentivo iniziale non venga vanificato dalla scarsa frequentazione dei negozi, Cioni torna a sollecitare che «il provvedimento sia accompagnato dal rientro degli uffici pubblici in centro, a partire da quelli comunali, solo con servizi adeguati, le attività commerciali avranno futuro».
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