Avezzano, pesca di frodo: dieci denunce nel Fucino
Sequestrate reti per un chilometro di lunghezza. Il blitz è scattato dopo giorni di appostamenti. La fauna ittica nei mercati clandestini
AVEZZANO. Reti sequestrate, per una lunghezza complessiva di quasi un chilometro, e dieci bracconieri identificati e denunciati. Pescavano nei canali del Fucino per rifornire alcuni mercati clandestini riservati a romeni, pakistani e bengalesi o trasformare il prodotto in farina.
L’ultimo blitz è scattato tra i ponti delle Strade 39 e 40 dopo giorni di appostamenti dei volontari dell’Associazione acque fucensi presieduta da Roberto Di Lorenzo. Sono stati fermati tre pakistani e un quarto è riuscito a dileguarsi. I volontari, tutti appassionati pescatori, hanno tirato fuori dal canale un tramaglio di molti metri prima di chiamare i carabinieri. Sul posto sono intervenuti i militari della stazione di Luco dei Marsi e i carabinieri forestali di Canistro. I tre pescatori di frodo sono stati accompagnati in caserma e denunciati. Vanno ad aggiungersi ai sette finiti nei guai nei giorni precedenti. Altri appostamenti che hanno portato al sequestro di mille metri di reti da pesca. In alcune c’erano carpe e carassi intrappolati, ormai morti. Inoltre, sono state sequestrate quattro auto sprovviste di assicurazione. L’operazione ha impegnato i volontari Manuel Ferreri, Stefano Vulpiani, Marco Rodorigo, Italo Cerasoli e, ancora, Nazzareno Gallese, Bruno Di Fabio, Bruno Ciaccia, Michele Marcin Duda, Antonio Lolli, Stefano Rosati, Andrea Fatato, Damiano Sabatini, Manuel Fagnani, Alessandro Bellia, Alessandro Mastropietro e Francesco Cutini.
«È una delle più grandi operazioni eseguite nella Marsica negli ultimi anni», precisa il presidente Di Lorenzo, «questi episodi, che avvengono con sempre maggiore frequenza, stanno rovinano le nostre acque e la nostra terra. Siamo un gruppo di pescatori sportivi, che tutela l’ambiente e ciò che lo circonda: diamo protezione alla fauna ittica perché pratichiamo una pesca sostenibile, catturando la preda e liberandola subito in acqua. Purtroppo anche nel Fucino si sta verificando un fenomeno che ha prodotto già ingenti danni nel Nord Italia. La pesca di frodo viene praticata prevalentemente da persone dell’Est Europa o dell’Asia. Pescano nel Fucino utilizzando dei tramagli, caricano i pesci su furgoni frigo e li vendono tra le loro comunità. Ringraziamo i carabinieri per il lavoro sempre puntuale e gli agricoltori del Fucino che ci stanno aiutando in questa battaglia».
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