Baby squillo, sequestrati i video sexy
Il caporale dell’Esercito respinge le accuse ma resta in carcere: «Usavo quelle immagini solo per me»
SCANNO. Custodiva foto e video sexy per aggiornare il sito web attraverso cui procacciava i clienti delle due liceali fatte prostituire dopo la scuola in un appartamento ai Parioli di Roma. Nonostante l’evidenza dei fatti, il capolare Nunzio Pizzacalla, il 34enne di Scanno coinvolto nel caso delle baby squillo di 14 e 15 anni, respinge le accuse e spiega al magistrato che «le foto me le facevo inviare solo per me», cercando di alleggerire la sua posizione. Il giovane militare dell'Esercito, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, ha tentato di sminuire la portata delle proprie responsabilità, ma la sua testimonianza non ha convinto gli inquirenti, certi di aver raccolto forti elementi di prova a suo carico. L’uomo resta in carcere. Il gip Maddalena Cipriani ha emesso la misura cautelare nel penitenziario di Regina Coeli, dove si sono svolti gli interrogatori anche delle altre quattro persone arrestate con l'accusa di induzione e sfruttamento della prostituzione minorile. Per il militare scannese infatti non c'è solo l'incriminazione per il reato di istigazione alla prostituzione delle due ragazze adolescenti. Tra i capi di imputazione figurano anche le accuse di detenzione e diffusione di immagini pedopornografiche ed estorsione. I carabinieri nella perquisizione fatta nella sua abitazione di Scanno hanno sequestrato un computer dove Pizzacalla custodiva le immagini sexy. Infatti era lui, secondo gli inquirenti, che procurava i clienti alle due baby prostitute, pubblicandone foto intime su un social network e prendendo poi una cospicua percentuale sulle loro prestazioni sessuali. Intanto dalle indagini che vanno avanti emerge che nel giro di prostituzione sono coinvolti anche professionisti e commercianti, molto ricchi e senza scrupoli, che potevano pagare un incontro con le due ragazzine fino a mille euro e offrirne cinquemila per un week end. Decine di clienti che incontravano le due ragazzine adolescenti nell'appartamento ai Parioli, ma anche in altre case. È stato accertato che gli appuntamenti con le baby squillo nell'appartamento dei Parioli avvenivano solo da due settimane, mentre prima erano state usate abitazioni in altre zone. Finora sono stati denunciati cinque clienti, colti in flagranza: tra i 30 e i 35 anni. Tutti e cinque, già identificati, sono indagati per prostituzione minorile. Ma il numero potrebbe crescere. L'iscrizione è scaturita proprio dal fatto che le due ragazzine hanno 14 e 15 anni e la legge punisce con la reclusione da 1 a 6 anni coloro che hanno rapporti sessuali con minori in cambio di soldi o di utilità. Le i ragazze venivano fatte prostituire dal maggio scorso: di mattina andavano a scuola e il pomeriggio si prostituivano, utilizzando i loro guadagni anche per acquistare droga per uso personale.
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