Bar distrutto: ricercate dieci persone
Riprese dalle telecamere, si indaga su una lotta fra bande per lo spaccio di droga
SULMONA. Due bande in lotta da mesi che stanno mostrando i muscoli per il controllo della città. Il traffico di droga da una parte e i prestiti a strozzo dall'altra. Affari che negli ultimi mesi si sono incrociati scatenando una guerra senza quartiere. E' lo scenario sul quale stanno lavorando gli ispettori dell'anticrimine dopo il raid punitivo messo in atto da una decina di rom nei confronti di un bar.
Al momento sarebbe già stata identificata buona parte dei responsabili della devastante azione nel bar "La Kiarenza", che ha portato anche al ferimento di due giovani poco più che 20enni, ricoverati in ospedale con fratture e traumi vari e una prognosi di 30 giorni.
Quelli che per ora finiti nell'elenco degli indagati fanno parte della colonia sulmonese dei rom, uno dei quali sarebbe rimasto anche ferito a una mano.
Mentre all'appello mancherebbero gli altri, tutti di etnia gitana, che risiederebbero a Pescara, Torre de' Passeri e Castel di Sangro. Al raid avrebbe partecipato anche un pugile.
Per la loro identificazione la polizia fa affidamento alle immagini registrate dal circuito di telecamere cittadino, soprattutto alle riprese effettuate prima della violenta incursione nel bar. Registrazioni che sono state sequestrate.
Il gruppo dei rom è rimasto per molto tempo a discutere in piazza Garibaldi prima di entrare in azione.
Ed è in questo frangente che molti dei protagonisti sarebbero stati immortalati dalle telecamere.
Di sicuro si è trattato di un'azione premeditata, organizzata per dare una pesante lezione a chi, negli ultimi mesi, ha colpito nell'orgoglio e nell'immagine le famiglie rom della comunità locale.
Tutto sarebbe partito da un episodio inquietante, di alcuni mesi fa, quando alcuni giovani avrebbero fatto irruzione nella casa di un campano legato alla comunità rom. L'avrebbero minacciato di morte per situazioni legate allo spaccio di stupefacenti. A questo episodio ne sarebbero seguiti altri e ad avere la peggio sarebbero stati sempre i rom, maltrattati e picchiati in diverse occasioni dai giovani che si facevano chiamare con i nomi di famigerati personaggi della Banda della Magliana (organizzazione criminale che ha imperversato dagli anni Settanta in poi), convinti di aver preso il sopravvento sulla comunità rom locale.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'ultima rissa in cui sono state picchiate e mandate all'ospedale, con il naso fratturato e il viso sfigurato, due ragazze di origine rom che avevano litigato con altre donne di Sulmona e con i loro genitori, una delle quali legata sentimentalmente a un giovane del gruppo. Un episodio che non sono riusciti a mandare giù, proprio perché erano state picchiate le donne, per le quali i rom nutrono una protezione assoluta. Da qui la decisione di partire all'offensiva con la spedizione punitiva di martedì.
Al momento sarebbe già stata identificata buona parte dei responsabili della devastante azione nel bar "La Kiarenza", che ha portato anche al ferimento di due giovani poco più che 20enni, ricoverati in ospedale con fratture e traumi vari e una prognosi di 30 giorni.
Quelli che per ora finiti nell'elenco degli indagati fanno parte della colonia sulmonese dei rom, uno dei quali sarebbe rimasto anche ferito a una mano.
Mentre all'appello mancherebbero gli altri, tutti di etnia gitana, che risiederebbero a Pescara, Torre de' Passeri e Castel di Sangro. Al raid avrebbe partecipato anche un pugile.
Per la loro identificazione la polizia fa affidamento alle immagini registrate dal circuito di telecamere cittadino, soprattutto alle riprese effettuate prima della violenta incursione nel bar. Registrazioni che sono state sequestrate.
Il gruppo dei rom è rimasto per molto tempo a discutere in piazza Garibaldi prima di entrare in azione.
Ed è in questo frangente che molti dei protagonisti sarebbero stati immortalati dalle telecamere.
Di sicuro si è trattato di un'azione premeditata, organizzata per dare una pesante lezione a chi, negli ultimi mesi, ha colpito nell'orgoglio e nell'immagine le famiglie rom della comunità locale.
Tutto sarebbe partito da un episodio inquietante, di alcuni mesi fa, quando alcuni giovani avrebbero fatto irruzione nella casa di un campano legato alla comunità rom. L'avrebbero minacciato di morte per situazioni legate allo spaccio di stupefacenti. A questo episodio ne sarebbero seguiti altri e ad avere la peggio sarebbero stati sempre i rom, maltrattati e picchiati in diverse occasioni dai giovani che si facevano chiamare con i nomi di famigerati personaggi della Banda della Magliana (organizzazione criminale che ha imperversato dagli anni Settanta in poi), convinti di aver preso il sopravvento sulla comunità rom locale.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'ultima rissa in cui sono state picchiate e mandate all'ospedale, con il naso fratturato e il viso sfigurato, due ragazze di origine rom che avevano litigato con altre donne di Sulmona e con i loro genitori, una delle quali legata sentimentalmente a un giovane del gruppo. Un episodio che non sono riusciti a mandare giù, proprio perché erano state picchiate le donne, per le quali i rom nutrono una protezione assoluta. Da qui la decisione di partire all'offensiva con la spedizione punitiva di martedì.
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