Base militare a San Cosimo Melilla sollecita il ministro

Interrogazione al titolare della Difesa, Mauro: il deposito va riconvertito ma vogliamo chiarezza sulle armi convenzionali e sui rischi di radioattività

PRATOLA PELIGNA. La base militare di monte San Cosimo finisce in un’interrogazione a firma dell’onorevole Gianni Melilla. La richiesta del deputato del partito della Sinistra ecologia e libertà è stata indirizzata al ministro della Difesa, Mario Mauro. Una presa di posizione per chiedere chiarimenti sul deposito militare che si trova nelle viscere del monte posto a ridosso dei Comuni di Pratola, Sulmona e Prezza. Una zona ad alta densità di abitanti. Cinque i quesiti che sono stati posti all’attenzione del ministro. Un elenco che vuole far luce su questioni che negli anni sono state spesso al centro di polemiche e dibattiti tra cittadini e istituzioni.

Melilla chiese se «corrisponde al vero che nella polveriera di San Cosimo siano custodite armi convenzionali per il rifornimento delle forze armate del centro sud Italia e se vengano custoditi armamenti di altro tipo».

«Il materiale esplosivo», si legge ancora nell’interrogazione, «custodito nel monte, può presentare problemi per la salute dei cittadini del territorio limitrofo? Quali sono le funzioni precise e le caratteristiche militari del deposito di San Cosimo intitolato a Enrico Giammarco? Ritiene che sia necessaria una adeguata informazione agli enti locali della Valle Peligna, e in particolare, ai cittadini dei comuni di Sulmona, Prezza e Pratola Peligna ?». Domande che alla fine trovano anche spazio per rispolverare una richiesta mai del tutto sopita, sulla riconversione per usi civili della base militare. «Negli ultimi anni», ricorda Melilla, «si è sviluppata una iniziativa culturale delle forze pacifiste e non violente, in accordo con gli enti locali della Valle Peligna per la riconversione del deposito militare a struttura logistica di riferimento per l'Abruzzo della Protezione civile, in considerazione della sua collocazione centrale nella regione e per la buona dotazione di infrastrutture». Nell’interrogazione, inoltre, Gianni Melilla, ripercorre anche la storia del sito di San Cosimo: «Il deposito militare fu realizzato nel 1939 per accogliere la fabbrica di esplosivi della Montecatini Nobel. Nel 1954, gli impianti furono riconsegnati dalla Montecatini al ministero della Difesa, mentre nel 1990 l'Enea avrebbe predisposto un elenco riservato dove si individuano 4 aree militari, ritenute idonee per realizzarvi grandi depositi di materiale radioattivo». Una “riserva” che ora dovrebbe quanto meno essere rimossa. Solo qualche mese fa il monte era stato al centro di un allarme per la presenza di campi magnetici emessi dalle antenne per le comunicazioni di società private. La zona, dopo l'intervento del sindaco di Prezza, Ludovico Iannozzi, è stata delimitata con appositi cartelli che avvisano del pericolo emissioni.

Federico Cifani

©RIPRODUZIONE RISERVATA