Benvenuti nel paese dei candidati invisibili
67 votanti e 48 aspiranti consiglieri comunali, esclusa una lista
CARAPELLE CALVISIO. Le infiorescenze gialle dell’iperico e la parietaria, la pianta che fa starnutire, hanno riconquistato, indisturbati, i vicoli e le piazzette. Dopo sette anni dal terremoto, assieme all’ortica, a giovani piante di sambuco e qualche gatto curioso, sono gli unici “abitanti” della zona rossa di Carapelle Calvisio. Il piccolo comune, con i suoi 84 residenti, si è svegliato sotto i riflettori delle troupe televisive dei principali network italiani. La storia delle sette liste presentate per il rinnovo degli organismi comunali ha fatto il giro d’Italia. A destare tanto clamore non tanto la percentuale tra votanti e candidati (67 contro 54), quanto le quattro liste (poi tre) nelle quali sono confluite le candidature di rappresentanti delle forze dell’ordine che non hanno alcun legame col piccolo centro dell’Abruzzo montano. Tra gli aspiranti sindaci e consiglieri, persone provenienti dalla Sicilia, dalla Sardegna, dalla Campania, dalla Puglia, che probabilmente fino a qualche tempo fa ignoravano persino l’esistenza di Carapelle. A ridimensionare, in piccola parte, la portata dell’evento, è giunta la decisione della commissione elettorale di Ofena che ha escluso “Verso la libertà”. La motivazione risiederebbe in alcune irregolarità nell’autenticazione delle firme. Ed è proprio in questo elenco che si concentra la maggior parte delle candidature extraregionali. Ma in lizza restano sei liste, con 48 candidati alla carica di consigliere e sei aspiranti sindaci. Tra queste, quella del sindaco Domenico Di Cesare, da 20 anni alla guida del Comune, e quella degli sfidanti Fabrizio Iannessa, ex assessore nella giunta guidata dall’attuale primo cittadino, e il giovane Mattia Di Girolamo. Le liste “esterne” al contesto non hanno riscosso, com’era prevedibile, le simpatie degli abitanti. «Secondo me è sbagliata la legge», afferma Giuseppe Valente, candidato nella lista “Carapelle vola”, dello sfidante Iannessa, «perché così chiunque può andare a candidarsi dove vuole senza conoscere le esigenze del territorio. I candidati dovrebbero risiedere almeno nella regione». Gli fa eco Francesco Santavicca, che non vota perché risiede a Barisciano, ma che vive nei Map di Carapelle. «Penso che sia una cosa ridicola. Presentare sette liste», dice, «con sette candidati a sindaco, a fronte di 80 persone residenti è assurdo». E le liste delle forze dell’ordine? «È sbagliato», commenta, «perché la ricostruzione la deve fare chi conosce i problemi del territorio». A condannare, senza possibilità di appello, tutta la politica, è la signora Maria, alle prese con la pulizia di una bella quantità di spinaci coltivati nel suo orto. «Vivo qui da sempre», dice, «e la politica mi schifo». Il sindaco che raccoglierà il consenso dalle urne avrà un compito impegnativo da portare avanti: quello di restituire piena agibilità al paese. La programmazione, tuttavia, si trova a uno stadio abbastanza avanzato. Come sottolinea Aladino Di Marco, dell’ufficio ricostruzione, il 95% degli aggregati più esterni è sulla buona strada. In tre aggregati su 14 i lavori di recupero sono già conclusi, in altri 4 sono in corso, e i restanti saranno cantierizzati entro l’anno. Per quanto riguarda, invece, la fascia centrale, quella degli aggregati più compromessi, cinque presidenti su undici si apprestano a presentare i progetti. In gioco, complessivamente, per la ricostruzione ci sono 45 milioni, dei quali 12 già spesi.
E se tutt’intorno il terremoto ha devastato case nobiliari e palazzi storici, testimoni dell’antico splendore del comune della Baronia, un gioiello di architettura povera del 1200 ha resistito alla violenza della natura. Si tratta del mulino di proprietà di Paolo Volpe, che non è candidato. Nel locale a pianterreno con le volte a botte, perfettamente conservate, una spettacolare macina in pietra a trazione animale. «Una volta», spiega il proprietario, «c’era un asino che la faceva muovere». Poco distante c’è l’antica pressa, che serviva per comprimere i dischi di sansa, un sottoprodotto della molitura delle olive. Il mulino è rimasto in attività fino al 1947.
Angela Baglioni
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