Bertolaso conferma l’addio
Lo ribadisce in tv: «Posso solo affiancare chi mi sostituirà».
L’AQUILA. «Lasciare la Protezione civile mi dispiace moltissimo, da morire. Potrei forse dare una mano per un periodo di doppio comando che possa garantire una transizione, ma il mio tempo qui è passato». Così Guido Bertolaso in un’intervista al direttore del TG5 Clemente Mimun.
Sulla grande emergenza affrontata in occasione del terremoto che ha sconvolto l’abruzzo, Guido Bertolaso rivendica. «Purtroppo nel nostro Paese siamo abituati a farci male» ha affermato «c’erano alcuni che dicevano che sì, la Protezione civile funzionava, aveva affrontato tante situazioni critiche ma non si era dovuta mai confrontare con una grande emergenza. L’emergenza è arrivata, ci pare che abbiamo dimostrato di essere in grado di gestirla, probabilmente anche meglio rispetto a quello che è successo nel passato». «Questa», ha sottolineato Bertolaso al TG5,«è stata una grande soddisfazione, non tanto per me quanto per tutti quelli che ci hanno lavorato».
Nell’intervista, Bertolaso esclude un suo futuro impegno nel governo «no,non credo» e considera «un onore» aver fatto il sottosegretario. «Aver fatto il sottosegretario di Silvio Berlusconi per me è stato un vero privilegio e mi ha consentito di risolvere il problema dell’emergenza rifiuti in Campania». E sui suoi rapporti con il premier, aggiunge: «E’ stato un legame che si è basato sulla stima del lavoro fatto. Berlusconi è un uomo del fare e anch’io,modestamente, credo di essere un uomo del fare».
Il capo della Protezione civile conferma quindi l’addio il 31 dicembre. «Lasciare questa maglietta sarà la cosa più difficile della mia vita». Nel suo futuro, il volontariato in Africa. E non solo. «Mi devo dedicare all’origine della mia attività professionale. ho fatto il medico in Africa, anche se non è l’unico obiettivo. Il mio primo obiettivo è ritrovare me stesso, il rapporto anche con la mia famiglia e gli affetti che avevo prima e che avevo accantonato per dedicarmi anima e corpo a questo lavoro». «Qualcuno», conclude Bertolaso «ha detto giustamente che ho interpretato questo ruolo come una missione. E’ vero. Una missione che mi ha ovviamente ripagato moltissimo. Spero di essere stato utile al mio Paese, di aver anche lasciato una traccia e un solco che possa esser portato avanti da qualcun altro».
Ma ci sono anche delle resistenze all’addio di Bertolaso Riuniti a Roma per iniziativa dell’assessore del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, che coordina la Commissione politico-istituzionale interregionale di Protezione civile, gli assessori alla protezione civile delle Regioni e delle Province autonome hanno espresso «grande preoccupazione» per l’eventualità che Bertolaso lasci il Dipartimento della Protezione civile, come da lui annunciato nei giorni scorsi. «A Bertolaso», ha reso noto la Regione Friuli Venezia Giulia, «hanno quindi chiesto di restare nonostante «l’usurante impegno portato avanti in questi ultimi otto anni e mezzo».
Bertolaso, Riccardi e gli assessori hanno sottolineato la partecipazione di Regioni e Province autonome alle attività di Protezione civile, anche nelle fasi di soccorso e di prima ricostruzione, come nel caso dell’Abruzzo. E’ stata, inoltre, evidenziata la necessità di dare certezza alla copertura finanziaria per il triennio 2010/2012 del Fondo regionale di Protezione civile, un’esigenza che gli assessori sottoporranno ai presidenti delle Regioni affinché chiedano al Governo nazionale l’inserimento di congrue dotazioni di risorse nell’ambito della prossima legge finanziaria dello Stato.
Sulla grande emergenza affrontata in occasione del terremoto che ha sconvolto l’abruzzo, Guido Bertolaso rivendica. «Purtroppo nel nostro Paese siamo abituati a farci male» ha affermato «c’erano alcuni che dicevano che sì, la Protezione civile funzionava, aveva affrontato tante situazioni critiche ma non si era dovuta mai confrontare con una grande emergenza. L’emergenza è arrivata, ci pare che abbiamo dimostrato di essere in grado di gestirla, probabilmente anche meglio rispetto a quello che è successo nel passato». «Questa», ha sottolineato Bertolaso al TG5,«è stata una grande soddisfazione, non tanto per me quanto per tutti quelli che ci hanno lavorato».
Nell’intervista, Bertolaso esclude un suo futuro impegno nel governo «no,non credo» e considera «un onore» aver fatto il sottosegretario. «Aver fatto il sottosegretario di Silvio Berlusconi per me è stato un vero privilegio e mi ha consentito di risolvere il problema dell’emergenza rifiuti in Campania». E sui suoi rapporti con il premier, aggiunge: «E’ stato un legame che si è basato sulla stima del lavoro fatto. Berlusconi è un uomo del fare e anch’io,modestamente, credo di essere un uomo del fare».
Il capo della Protezione civile conferma quindi l’addio il 31 dicembre. «Lasciare questa maglietta sarà la cosa più difficile della mia vita». Nel suo futuro, il volontariato in Africa. E non solo. «Mi devo dedicare all’origine della mia attività professionale. ho fatto il medico in Africa, anche se non è l’unico obiettivo. Il mio primo obiettivo è ritrovare me stesso, il rapporto anche con la mia famiglia e gli affetti che avevo prima e che avevo accantonato per dedicarmi anima e corpo a questo lavoro». «Qualcuno», conclude Bertolaso «ha detto giustamente che ho interpretato questo ruolo come una missione. E’ vero. Una missione che mi ha ovviamente ripagato moltissimo. Spero di essere stato utile al mio Paese, di aver anche lasciato una traccia e un solco che possa esser portato avanti da qualcun altro».
Ma ci sono anche delle resistenze all’addio di Bertolaso Riuniti a Roma per iniziativa dell’assessore del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, che coordina la Commissione politico-istituzionale interregionale di Protezione civile, gli assessori alla protezione civile delle Regioni e delle Province autonome hanno espresso «grande preoccupazione» per l’eventualità che Bertolaso lasci il Dipartimento della Protezione civile, come da lui annunciato nei giorni scorsi. «A Bertolaso», ha reso noto la Regione Friuli Venezia Giulia, «hanno quindi chiesto di restare nonostante «l’usurante impegno portato avanti in questi ultimi otto anni e mezzo».
Bertolaso, Riccardi e gli assessori hanno sottolineato la partecipazione di Regioni e Province autonome alle attività di Protezione civile, anche nelle fasi di soccorso e di prima ricostruzione, come nel caso dell’Abruzzo. E’ stata, inoltre, evidenziata la necessità di dare certezza alla copertura finanziaria per il triennio 2010/2012 del Fondo regionale di Protezione civile, un’esigenza che gli assessori sottoporranno ai presidenti delle Regioni affinché chiedano al Governo nazionale l’inserimento di congrue dotazioni di risorse nell’ambito della prossima legge finanziaria dello Stato.