Bertolaso vuole l’aiutino prescrizione
Dietrofront dell’imputato eccellente: non rinuncia al salvacondotto. Niente testimoni della difesa: sentenza il 30 settembre
L’AQUILA. «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto, così, vicino a una finestra, di profilo, in controluce. Voi mi fate: “Michele vieni di là con noi, dai”, e io: “andate, andate, vi raggiungo dopo”. Vengo, ci vediamo là. No, non mi va, non vengo”.
I ripensamenti del mitico Michele-Nanni Moretti in Ecce Bombo sembrano fare il paio con il comportamento processuale dell’imputato eccellente Guido Bertolaso. Egli, davanti alle telecamere, da candidato a sindaco di Roma, solennemente annunciò di voler rinunciare alla prescrizione nel processo Grandi rischi-bis, che lo vede imputato all’Aquila per omicidio colposo plurimo in relazione alla gestione dello sciame sismico e dell’analisi del rischio ai tempi del sisma del 2009, culminata con la riunione della commissione di scienziati del 31 marzo 2009. Quella, per capirsi, della “operazione mediatica”.
Ieri l’imputato, attraverso la trovata del suo legale Filippo Dinacci, ha smentito se stesso. L’avvocato, spiazzando tutti, compreso il giudice Giuseppe Grieco, ha di fatto ammesso che il suo assistito non rinuncerà affatto alla prescrizione. In compenso rinuncia ai testimoni della difesa (in un processo che si basa su atti documentali, tra cui la famigerata telefonata con la Stati) e si dice pronto alla discussione, cioè l’atto finale del procedimento, ma è un sacrificio relativo in quanto, comunque vada, il suo cliente cadrà in piedi. Davanti a lui una doppia via d’uscita comoda: quella dell’assoluzione e quella della prescrizione in caso di condanna.
E anche se ci sarà una sentenza – che in caso di condanna in primo grado prima della prescrizione potrà avere i suoi effetti ai fini del risarcimento in sede civile – sarà una sorta di contentino. La contromossa del giudice arriva dopo una breve camera di consiglio: doppia udienza, il 27 e il 30 settembre, data stabilita per la sentenza. Il processo muore, insomma, col ritornello di sottofondo, già ascoltato, di Franco Barberi, sentito come presidente vicario di quella commissione. Pure lui esclude «in maniera categorica» che Bertolaso possa aver fatto da suggeritore agli scienziati. I familiari delle vittime, parti civili, gridano la loro rabbia contro «l’ennesimo processo farsa: Bertolaso si è rimangiato la parola continuando a mentire». Indignazione per il «voltafaccia» viene espressa, poi, dai parlamentari Stefania Pezzopane (Pd), Alessandra Bencini, Maurizio Romani e Francesco Molinari (Idv).
Chissà se nelle prossime due udienze verrà ascoltata in aula la telefonata-choc Bertolaso-Stati sull’«operazione mediatica per rassicurare la popolazione». Per le parti civili la «prova regina».
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