MARSICA
Birra del Borgo licenzia: in quaranta restano senza lavoro
Cambio epocale a due anni dall’uscita di scena del fondatore: la decisione in parte dettata dalla crisi e in parte dalla voglia di riorganizzare l’intera azienda
AVEZZANO. Birra del Borgo licenzia 40 dei 72 dipendenti e si prepara a chiudere alcuni locali. Un colpo anche per l’economia della Marsica, visto che diversi lavoratori provengono da Avezzano e da altri centri del circondario. Tramite una videoconferenza prima, e una mail poi, la proprietà dello storico birrificio di Borgorose ha annunciato di dover tagliare di netto il numero dei propri dipendenti. La riorganizzazione dell’azienda, ora in mano alla multinazionale AB InBev, partirà dal prossimo primo febbraio.
L’AZIENDA E LA SUA STORIA. Birra del Borgo era nata nel 2005 da un’idea di Leonardo Di Vincenzo, imprenditore originario di Tagliacozzo. Di Vincenzo aveva deciso di creare un piccolo birrificio a Borgorose, in provincia di Rieti, paese di confine con la provincia dell’Aquila, a pochi chilometri da Magliano de’ Marsi. Nel 2016 la decisione di voltare pagina. Di Vincenzo, autentico pioniere delle birre artigianali in Italia, ha ceduto l’azienda alla AB InBev, il maggiore colosso birrario al mondo, che ha quindi acquisito Birra del Borgo (il nome è rimasto lo stesso). Nel 2019 Di Vincenzo ha lasciato completamente Birra del Borgo per dedicarsi ad altre attività.
AB InBev è la società leader mondiale della birra, quotata in borsa e con sede a Leuven, in Belgio.
Vanta un portfolio diversificato di oltre 500 brand, che comprende marchi globali come Bud, Corona, Stella Artois e Beck’s, solo per citarne alcuni. Ha 164.000 dipendenti, di cui 12.000 solo in Europa, e birrifici in 18 Stati dell’Unione europea. Negli anni ha acquisito anche altri marchi di birre artigianali.
I LICENZIAMENTI. I dipendenti di Birra del Borgo avevano fiutato che qualcosa non andava bene, ma nessuno poteva immaginare che si sarebbe arrivati a tutto questo. E invece la scorsa settimana, dopo una videoconferenza, è arrivata la doccia fredda. Per più della metà dei dipendenti scatterà il licenziamento o non sarà rinnovato il contratto. Sono diversi i settori che verranno tagliati: dal marketing al reparto risorse umane, dal dipartimento produttivo di Collerosso a Borgorose all’osteria del Borgo di Roma dove lavoravano tra gli altri il celebre pizzaiolo Gabriele Bonci e lo chef Luca Pezzetta. Una decisione inattesa, in parte dettata dalla crisi a causa della quale sono stati rivisti i consumi, e in parte dalla voglia di riorganizzare l’intera azienda.
QUALE FUTURO? Il primo cittadino di Borgorose, Mariano Calisse, preoccupato per le sorti dell’azienda si è messo in contatto con i vertici di AB InBev per avere delucidazioni in merito al futuro di Birra del Borgo. «La società continuerà a puntare fortemente sullo stabilimento di Borgorose», ha assicurato Calisse. Ma tra i dipendenti rimasti una certa preoccupazione c’è.
LA PRECISAZIONE. L'azienda in una nota precisa le modalità di comunicazione del licenziamento ai dipendenti: "E' stato diffuso un invito in presenza con l'applicazione di tutte le misure di sicurezza necessarie, visto il contesto generale di evoluzione della pandemia. Per chi avesse preferito altre modalità oppure fosse assegnato presso altra sede, è stata prevista da Birra del Borgo una Zoom video call: qui è stato comunicato l'inizio della procedura di licenziamento collettivo per alcune posizioni lavorative". (e.b.)
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