Bocciata la proposta del sindaco-tecnico
Coro di no all'intesa per la ricostruzione lanciata dal senatore del Pdl Filippo Piccone
L'AQUILA. «Una proposta allucinante». Così il primo cittadino Massimo Cialente, bolla l'idea del coordinatore regionale del Pdl, Filippo Piccone, di un sindaco-tecnico per ricostruire L'Aquila.
«Resto davvero stupito» afferma Cialente commentando l'intervista a Piccone pubblicata sul Centro. «A parte l'attacco sulle tasse - pretestuoso e infelice considerato che il governo si è mosso in extremis e solo dopo la mobilitazione degli aquilani - trovo allucinante la proposta di un sindaco-tecnico. E non posso non avvertire il suono di un campanello d'allarme. La ricostruzione dell'Aquila è ferma a causa dei commissariamenti, della presenza tragica di pseudo-tecnici che stanno azzerando le speranze di rinascita della città. Il Comune, pur tra tante contraddizioni e difficoltà, è riuscito a portare avanti i suoi impegni, ad eseguire i lavori di messa in sicurezza e a completare gli interventi relativi alle case A, B e C. Tutto il resto non funziona. E in quel resto c'è, e a pieno titolo, la struttura commissariale. Viene da chiedersi ancora una volta» aggiunge Cialente, che ha già ufficializzato la sua partecipazione alle primarie del centrosinistra, «cosa nasconde "la città commissariata". Noi siamo per la fine di tutto questo, per il voto democratico e per un consiglio, il meno frammentario possibile, che si faccia carico delle sue responsabilità. Questa proposta di Piccone è la conferma che il Pdl pensa che debba essere Gianni Chiodi (nella sua veste di commissario), affiancato da un tecnico, ad occuparsi della nostra ricostruzione».
Un no deciso al sindaco-tecnico arriva anche dal consigliere comunale ed ex senatore Enzo Lombardi che qualche giorno fa ha lasciato, non senza polemiche, l'incarico di coordinatore comunale del Pdl. «Ho preannunciato un manifesto di natura programmatica e politica da offrire ai prossimi vincitori della tornata elettorale, se non altro per capire da dove ricominciare. Un tecnico alla guida del Comune? Il sindaco è un tecnico, così come lo sono gli assessori - vocati per materia - che compongono una giunta. Io credo» aggiunge «che certe proposte vengono fatte per camuffare la pretesa di far calare dall'alto le designazioni. L'uovo di Colombo dovrebbe essere questo: due candidati che partono da un programma comune per poi ritrovarsi, a prescindere da chi sarà eletto, a lavorare insieme per il futuro della città. Cosa diversa è la scelta "divina" di un "tecnico", di cui nessuno conosce i requisiti». Sin qui Lombardi che conferma di esser pronto a lasciare il Pdl nel caso in cui il partito deciderà una strada diversa dalle primarie.
Per il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci «è paradossale che il Pdl richiami una soluzione Monti quando proprio il Popolo delle libertà è il maggior ostacolo alla formazione di tale governo. Le situazioni sono molto diverse. Si arriva ad un governo d'emergenza perché il Pdl ha spinto l'Italia nel baratro e perché la legislatura non è ancora finita. Invece, all'Aquila si arriva a scadenza di consigliatura, ci sono elezioni e ci si misura sulla proposta di futuro della città. La furbata di Piccone è introdurre un altro commissario che dovrebbe collaborare con un'altra struttura commissariale a guida politica come Chiodi. Mi sembra, alla fine, un tentativo furbo e maldestro per nascondere le difficoltà nell'individuazione del candidato».
Possibilista, ma con qualche riserva, la coordinatrice provinciale dell'Udc, Morena Pasqualone. «Noi» dice «da molto tempo stiamo lavorando a un progetto dello stesso genere, pur nella consapevolezza che forse mancano gli imprescindibili presupposti culturali ed ideologici per la sua concretizzazione. A ben vedere, però, la sortita del sindaco di Celano è già affetta da un vizio rilevante. E mi riferisco all'intoccabilità della posizione del commissario per la ricostruzione nella persona del governatore Chiodi. Se di amministrazione tecnica e apartitica si vuol parlare, allora è chiaro che anche la figura che gioca il ruolo istituzionale decisivo nella ricostruzione va rivisitata a dovere e, dunque, posta alla pari con l'amministrazione stessa. E questo affinché l'interlocuzione, di cui parla Piccone, sia davvero neutra e libera da ogni condizionamento esterno. Ad ogni buon conto siamo comunque disposti a dialogare su qualunque disegno che, al netto di ogni colore politico, dimostri realmente di avere come fine, unico e solo, il bene della città».
«C'è una differenza tra il governo Monti e le vicende aquilane. Noi abbiamo le elezioni» sostiene l'ex assessore Giustino Masciocco (Sinistra, ecologia, libertà) «e i partiti dovranno rispondere di ciò che hanno fatto agli elettori. Un sindaco tecnico vorrebbe dire un ulteriore commissariamento, una sospensione del diritto di voto». Unica voce fuori dal coro, quella del consigliere regionale del Pdl, Luca Ricciuti, che definisce la proposta Piccone «intelligente e, per questo, da prendere nella giusta considerazione proprio per il bene della città».
«Resto davvero stupito» afferma Cialente commentando l'intervista a Piccone pubblicata sul Centro. «A parte l'attacco sulle tasse - pretestuoso e infelice considerato che il governo si è mosso in extremis e solo dopo la mobilitazione degli aquilani - trovo allucinante la proposta di un sindaco-tecnico. E non posso non avvertire il suono di un campanello d'allarme. La ricostruzione dell'Aquila è ferma a causa dei commissariamenti, della presenza tragica di pseudo-tecnici che stanno azzerando le speranze di rinascita della città. Il Comune, pur tra tante contraddizioni e difficoltà, è riuscito a portare avanti i suoi impegni, ad eseguire i lavori di messa in sicurezza e a completare gli interventi relativi alle case A, B e C. Tutto il resto non funziona. E in quel resto c'è, e a pieno titolo, la struttura commissariale. Viene da chiedersi ancora una volta» aggiunge Cialente, che ha già ufficializzato la sua partecipazione alle primarie del centrosinistra, «cosa nasconde "la città commissariata". Noi siamo per la fine di tutto questo, per il voto democratico e per un consiglio, il meno frammentario possibile, che si faccia carico delle sue responsabilità. Questa proposta di Piccone è la conferma che il Pdl pensa che debba essere Gianni Chiodi (nella sua veste di commissario), affiancato da un tecnico, ad occuparsi della nostra ricostruzione».
Un no deciso al sindaco-tecnico arriva anche dal consigliere comunale ed ex senatore Enzo Lombardi che qualche giorno fa ha lasciato, non senza polemiche, l'incarico di coordinatore comunale del Pdl. «Ho preannunciato un manifesto di natura programmatica e politica da offrire ai prossimi vincitori della tornata elettorale, se non altro per capire da dove ricominciare. Un tecnico alla guida del Comune? Il sindaco è un tecnico, così come lo sono gli assessori - vocati per materia - che compongono una giunta. Io credo» aggiunge «che certe proposte vengono fatte per camuffare la pretesa di far calare dall'alto le designazioni. L'uovo di Colombo dovrebbe essere questo: due candidati che partono da un programma comune per poi ritrovarsi, a prescindere da chi sarà eletto, a lavorare insieme per il futuro della città. Cosa diversa è la scelta "divina" di un "tecnico", di cui nessuno conosce i requisiti». Sin qui Lombardi che conferma di esser pronto a lasciare il Pdl nel caso in cui il partito deciderà una strada diversa dalle primarie.
Per il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci «è paradossale che il Pdl richiami una soluzione Monti quando proprio il Popolo delle libertà è il maggior ostacolo alla formazione di tale governo. Le situazioni sono molto diverse. Si arriva ad un governo d'emergenza perché il Pdl ha spinto l'Italia nel baratro e perché la legislatura non è ancora finita. Invece, all'Aquila si arriva a scadenza di consigliatura, ci sono elezioni e ci si misura sulla proposta di futuro della città. La furbata di Piccone è introdurre un altro commissario che dovrebbe collaborare con un'altra struttura commissariale a guida politica come Chiodi. Mi sembra, alla fine, un tentativo furbo e maldestro per nascondere le difficoltà nell'individuazione del candidato».
Possibilista, ma con qualche riserva, la coordinatrice provinciale dell'Udc, Morena Pasqualone. «Noi» dice «da molto tempo stiamo lavorando a un progetto dello stesso genere, pur nella consapevolezza che forse mancano gli imprescindibili presupposti culturali ed ideologici per la sua concretizzazione. A ben vedere, però, la sortita del sindaco di Celano è già affetta da un vizio rilevante. E mi riferisco all'intoccabilità della posizione del commissario per la ricostruzione nella persona del governatore Chiodi. Se di amministrazione tecnica e apartitica si vuol parlare, allora è chiaro che anche la figura che gioca il ruolo istituzionale decisivo nella ricostruzione va rivisitata a dovere e, dunque, posta alla pari con l'amministrazione stessa. E questo affinché l'interlocuzione, di cui parla Piccone, sia davvero neutra e libera da ogni condizionamento esterno. Ad ogni buon conto siamo comunque disposti a dialogare su qualunque disegno che, al netto di ogni colore politico, dimostri realmente di avere come fine, unico e solo, il bene della città».
«C'è una differenza tra il governo Monti e le vicende aquilane. Noi abbiamo le elezioni» sostiene l'ex assessore Giustino Masciocco (Sinistra, ecologia, libertà) «e i partiti dovranno rispondere di ciò che hanno fatto agli elettori. Un sindaco tecnico vorrebbe dire un ulteriore commissariamento, una sospensione del diritto di voto». Unica voce fuori dal coro, quella del consigliere regionale del Pdl, Luca Ricciuti, che definisce la proposta Piccone «intelligente e, per questo, da prendere nella giusta considerazione proprio per il bene della città».
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