Bonanni: «La sicurezza non ha colori politici»

Replica della docente agli attacchi del sindaco. «Gli amministratori facciano il loro dovere»

L’AQUILA. La professoressa Annalucia Bonanni (nella foto), chiamata in causa dal sindaco Massimo Cialente e da lui indicata come animatrice di una protesta «strumentale e senza fondamento» in relazione al caso-Cotugno, interviene per replicare.

«Nel giorno della commemorazione del 6 aprile», scrive la professoressa Bonanni, «il sindaco rivolge un attacco personale a un’insegnante, che insieme a migliaia di persone in città ha posto il problema della sicurezza delle scuole. Un tentativo di minimizzare un tema di valore enorme, portato all’attenzione da un vasto movimento di opinione che non ha coloritura politica, ma coinvolge l’intera comunità. Sulla sicurezza del Liceo Cotugno, un’intera comunità scolastica di 1200 studenti e famiglie – non certo un “gruppo sparuto” – ha chiesto precise garanzie. In città il tema è stato ripreso in tante iniziative, anche in altre scuole; è nato un Comitato sicurezza scuole cittadino; un consistente gruppo di insegnanti di ogni ordine e grado ha sottoscritto un documento in cui si chiede la progressiva sostituzione degli edifici non sicuri con scuole nuove antisismiche». «Purtroppo», prosegue, «la disinformazione costruita ad arte dal sindaco sulla situazione della sicurezza del Cotugno ha fatto presa su chi, come il professor Vivio, preferisce dare credito alle teorie complottistiche piuttosto che ai dati. Mi riferisco alla leggenda diffusa dal sindaco sulla presunta falsità dei dati contenuti nelle prove di vulnerabilità del 2013. Il sindaco decida: se quelle prove sono state, come ha testualmente detto in una pubblica assise, “soldi dati per prendere altri soldi”, cioè prove appositamente falsate solo per poter chiedere cospicui finanziamenti per la messa in sicurezza, denunci subito quello che sarebbe un tentativo di truffa. Altrimenti lasci parlare chi ne ha titolo. Vedremo cosa dirà tra 15 giorni il verificatore nominato dal Tar».

«Come da un docente ci si aspetta che insegni il metodo scientifico e il senso critico, oltre che civico», sostiene la professoressa Bonanni, «da un sindaco ci si aspetta non che faccia polemiche e attacchi sui giornali, ma che rispetti la legge e faccia il suo dovere di amministratore. Se fosse stata ricostruita una sola delle scuole comunali, oggi avremmo un Musp da usare nel caso in cui la scuola dovesse essere chiusa, senza costringere studenti e famiglie a sottostare al ricatto di dover scegliere tra il diritto allo studio e quello alla sicurezza. Per parte sua, una cittadinanza vigile e attiva ha il diritto-dovere di controllare l’operato di chi amministra e denunciare eventualmente ritardi e omissioni. La sicurezza delle scuole non è il problema di una parte politica, né tanto meno di una singola cittadina. Personalmente», conclude, «sento il dovere morale di dare a studentesse e studenti aquilani quello che non possiamo più dare ai ragazzi morti nel 2009 in strutture scolastiche: la sicurezza di recarsi nei luoghi di studio senza il rischio di perdere la vita».

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