l’indagine

Bottiglie e lattine sequestrate e a sera fiamme a Ville di Fano

L’AQUILA. Bottiglie di vetro, lattine, contenitori in plastica. Nel punto d’innesco si cercano le tracce del liquido infiammabile che potrebbe aver dato vita al rogo che ha sfregiato la pineta di...

L’AQUILA. Bottiglie di vetro, lattine, contenitori in plastica.

Nel punto d’innesco si cercano le tracce del liquido infiammabile che potrebbe aver dato vita al rogo che ha sfregiato la pineta di Roio. Da questo materiale, reperito e repertato dagli investigatori nella fase immediatamente successiva all’incendio, si attende la verità su chi e come abbia fatto partire le fiamme dolose. Una ricerca che non sarà facile, come assicurano gli esperti. Infatti i materiali sequestrati sul posto potrebbero essere stati «sporcati» da una serie di elementi esterni quali gli abbondanti lanci d’acqua e liquidi estinguenti da parte dei mezzi aerei e il calpestio del terreno da parte delle centinaia di persone che sono state impegnate nelle operazioni di spegnimento. Inoltre, il sentiero che costeggia l’area sequestrata è una vera e propria discarica che contiene di tutto. Tra l’altro, come si evince da un semplice sopralluogo nel punto d’innesco, vi si trovano anche tracce di pneumatici che, ovviamente, non sono del veicolo che ha portato lassù il piromane ma anche dei mezzi di soccorso. Insomma, la «scena del crimine» potrebbe aver subìto delle modificazioni sostanziali. Tuttavia si fa molto affidamento, tra gli investigatori, sull’esito dei materiali inviati a un laboratorio di fuori regione per valutare la presenza di tracce di sostanze sospette. Quanto alle testimonianze, invece, trascorsa l’onda emotiva determinata dallo scoppio dell’incendio, alcune delle persone che inizialmente avevano indicato con certezza la presenza di un uomo sospetto, hanno parzialmente corretto il tiro. Da qui la cautela degli investigatori e della Procura prima di arrivare a iscrivere qualche sospettato nel registro degli indagati.©RIPRODUZIONE RISERVATA