«Sono sereno»
Busta intrisa di sangue inviata al gip Gargarella
L’AQUILA. Una busta intrisa di sangue (almeno così sembra) è stata recapitata nei giorni scorsi al palazzo di giustizia dell’Aquila e indirizzata al giudice Giuseppe Romano Gargarella. Una minaccia...
L’AQUILA. Una busta intrisa di sangue (almeno così sembra) è stata recapitata nei giorni scorsi al palazzo di giustizia dell’Aquila e indirizzata al giudice Giuseppe Romano Gargarella.
Una minaccia da prendere in modo serio o il gesto di un mitomane finalizzato solo a vedere l’effetto che provoca? Difficile dirlo ma il diretto interessato non sembra scosso.
«Sono sereno», dice, «ed è normale che chi svolga un lavoro il mio debba mettere in preventivo che accadano cose di questo genere. Non posso certo immaginare se si tratti di un gesto collegabile al mio lavoro. Non è facile anche attribuirlo a qualche processo visto che mi occupo di vicende processuali di tutta la regione». Il magistrato, comunque, tende a minimizzare l’episodio e a suo dire la scorta non serve.
Sulla vicenda è stata aperta una inchiesta da parte della polizia giudiziaria contro ignoti ai quali lo stesso magistrato si è rivolto fornendo loro tutte le informazioni utili. Sembra che la lettera sia partita dall’Aquila ma è chiaro che per scoprire il mittente non basterà trovare le eventuali impronte digitali ma il responsabile dovrà commettere qualche errore.
Ieri, comunque, Gargarella ha regolarmente tenuto le udienze in un’atmosfera estremamente serena. Del resto l’episodio risale già ad alcuni giorni fa e ha avuto modo di dimensionarlo nella giusta misura. Va anche detto che anche negli anni scorsi, soprattutto prima del terremoto, qualche lettera anonima o addirittura minatoria è arrivata a palazzo di giustizia ma si è sempre trattato di episodi che non hanno avuto alcuna conseguenza concreta verso i destinatari di esse ma nemmeno sono stati mai trovati, da parte della polizia giudiziaria, coloro che le hanno inviate.