Busto a don Sciarra, continua lo scontro

Magliano de’ Marsi, Tavani: «Il missionario fu dispotico». Una albanese: «È stato un monumento»

MAGLIANO DE’ MARSI. Continua a dividere la proposta di dedicare a Magliano de’ Marsi un busto al missionario don Antonio Sciarra, sacerdote che ha dedicato la sua vita alle popolazioni albanesi e non solo.

Dopo l’intervento della teologa Rita Tabacco e il professore diacono Antonio Masci, che avevano contestato l’opposizione all’iniziativa da parte dei contrari al busto, ora gli oppositori, guidati dal portavoce Rodolfo Tavani, replicano a chi si dice favorevole.

Intanto interviene anche una ragazza albanese, Nusha Zhumpa, che aveva seguito la sua missione e afferma che «non ha importanza se il monumento sarà fatto o meno, perché lui è un monumento per tutti coloro che hanno creduto nella giustizia, nell’amore e nella fedeltà». La ragazza racconta che ai funerali di don Antonio, «che non avrebbe mai voluto costruire un monumento per se stesso», c'erano più di cinquemila persone.

«Possiamo confermare», affermano invece gli oppositori, «che l’iniziativa per un busto al sacerdote Sciarra non è affatto gradita da una parte consistente della comunità maglianese che si è fortemente divisa, cosi come all’epoca del vissuto mandato parrocchiale di don Antonio, forse considerato dispotico. Il “don” si dice missionario in terre lontane, quelle dell’Albania, dove ha scelto di riposare, donando al quel popolo un luogo dove commemoralo. Ci chiediamo chi non vuole rispettare la volontà del defunto. Le affermazioni della Tabacco e di Masci, dall’alto del loro sapere, non ammettono opinioni diverse, ma comunque non possono dare lezioni a coloro che non si uniformano ai loro diktat, non vivendo la realtà maglianese. La fede è necessaria, la religione pure, ma a volte si fanno prevalere aspetti discutibili ed ecco perché’ la gente contesta e le comunità si spaccano. Il busto accomuna, se da tutti desiderato altrimenti diventa il pomo della discordia». (p.g.)

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