Calci all’auto di Cicchetti, teste Berlusconi
La mossa della difesa dei 14 imputati per manifestazione non autorizzata e violenza privata
L’AQUILA. Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso testimoni della difesa dei 14 imputati per manifestazione non autorizzata (reato già prescritto) e violenza privata in relazione ai fatti avvenuti il 9 novembre 2010 alla rotatoria d’ingresso del viale che conduce alla scuola della Guardia di Finanza di Coppito.
In quella circostanza ci furono momenti di tensione al passaggio della macchina sulla quale viaggiava l’allora vicecommissario alla ricostruzione Antonio Cicchetti.
La strategia del nutrito collegio difensivo di chiamare in causa come testimoni Berlusconi e Bertolaso individua soggetti certamente in grado di riferire circa la regolarità dell’andamento della manifestazione che si tenne al chiuso della cittadella delle Fiamme gialle, struttura militare ulteriormente presidiata da parte delle forze dell’ordine, con una massiccia presenza fin dalle strade di accesso, al fine di tenere il più possibile lontani i manifestanti dal luogo dell’evento.
Il processo è ripreso ieri davanti al giudice Angelo Caporale, che ha rinviato all’udienza del 20 febbraio 2017 per sentire i testimoni. Tre saranno quelli dell’accusa, mentre due a testa per i rappresentanti della difesa.
Nel procedimento in questione sono imputati Annalucia Bonanni, Mattia Lolli, Berardino D’Angelo, Mattia Fonzi, Giuseppina Pitari, Luigia De Biasi, Giuseppina Lauria, Alessandro Gioia, Antonio Gasbarrini, Paolo Della Ventura, Antonio Congeduti, Gianluca Taralli, Claudia Colacchi, Anna Maria Barile.
Questo procedimento penale è l’ultimo rimasto in piedi tra quelli legati all’epopea del movimentismo civico post-terremoto. Di recente, nello scorso mese di aprile, si era chiuso con tutte assoluzioni «perché il fatto non sussiste» il processo per l’occupazione di Casematte nell’ex presidio ospedaliero di Collemaggio che vedeva imputate undici persone.
Nel 2013, invece, erano stati tutti assolti dal giudice, su conforme richiesta della pubblica accusa, i sette aquilani imputati per aver violato l’ordinanza di accesso nel centro storico per una manifestazione con le carriole della ricostruzione avvenuta il giorno delle elezioni provinciali del marzo 2010. Anche in quel caso, ai sette era stata contestata la violazione del regio decreto del 1931 (testo unico delle leggi di pubblica sicurezza).(e.n.)
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