Campari, fabbrica smantellata
La Rsu: «Violati gli accordi». Mercoledì riunione a Roma
SULMONA. «La Campari viola gli accordi sullo smantellamento della fabbrica, mentre istituzioni e politici locali, perfino i sindacati, danno la sensazione di aver dimenticato la vicenda che vede oltre 100 lavoratori senza posto». L'appello-denuncia arriva dalla Rsu della fabbrica sulmonese, dove sono in corso i lavori di svuotamento dei magazzini e rimozione delle apparecchiature.
Proprio quest'ultima operazione ieri mattina ha scatenato le proteste della rappresentanza dei lavoratori. «L'intesa siglata parla chiaramente della possibilità di favorire l'insediamento nel sito di una nuova azienda, anche dello stesso settore, perciò si doveva fare in modo che fosse possibile riattivare la produzione in tempi brevissimi», spiega un portavoce della Rsu, «ora ci chiediamo come sia possibile questo se si stanno smatellando pezzi fondamentali del ciclo produttivo». La rivolta è scattata ieri mattina quando le squadre incaricate dei lavori hanno iniziato a smontare uno dei silos utilizzati per conservare le materie prime per la produzione delle bevande.
«Questa è la prova più lampante», aggiunge il rappresentante dei lavoratori, «che la Campari non vuole affatto favorire la riconversione della fabbrica magari cedendola a un'azienda dello stesso settore e che in realtà della nostra situazione ormai non si occupa più nessuno». Ora i lavoratori pensano di portare la vicenda anche all'attenzione dei parlamentari che arriveranno in città lunedì per una riunione sulla crisi industriale e occuopazionale.
Intanto ieri la Provincia ha reso noto che mercoledì 17 ottobre alle ore 11, presso il ministero dello sviluppo economico si terrà l'atteso incontro sulla vertenza Valle Peligna e Alto Sangro. «Finalmente siamo giunti all'appuntamento cruciale - si afferma in una nota congiunta degli assessori Ermanno Giorni (lavoro) e Teresa Nannarone (turismo) - Nei mesi scorsi Regione, Provincia, Comuni di Sulmona e Castel di Sangro, sindacati, Confindustria, Comunità montane Alto Sangro e Valle Peligna, consorzio industriale hanno siglato un documento congiunto, contenente delle proposte per il rilancio dello sviluppo economico e produttivo. Questa piattaforma programmatica ha rappresentato l'inizio di un dialogo con l'esecutivo. Dal governo ci aspettiamo delle risposte concrete e decisive».
Proprio quest'ultima operazione ieri mattina ha scatenato le proteste della rappresentanza dei lavoratori. «L'intesa siglata parla chiaramente della possibilità di favorire l'insediamento nel sito di una nuova azienda, anche dello stesso settore, perciò si doveva fare in modo che fosse possibile riattivare la produzione in tempi brevissimi», spiega un portavoce della Rsu, «ora ci chiediamo come sia possibile questo se si stanno smatellando pezzi fondamentali del ciclo produttivo». La rivolta è scattata ieri mattina quando le squadre incaricate dei lavori hanno iniziato a smontare uno dei silos utilizzati per conservare le materie prime per la produzione delle bevande.
«Questa è la prova più lampante», aggiunge il rappresentante dei lavoratori, «che la Campari non vuole affatto favorire la riconversione della fabbrica magari cedendola a un'azienda dello stesso settore e che in realtà della nostra situazione ormai non si occupa più nessuno». Ora i lavoratori pensano di portare la vicenda anche all'attenzione dei parlamentari che arriveranno in città lunedì per una riunione sulla crisi industriale e occuopazionale.
Intanto ieri la Provincia ha reso noto che mercoledì 17 ottobre alle ore 11, presso il ministero dello sviluppo economico si terrà l'atteso incontro sulla vertenza Valle Peligna e Alto Sangro. «Finalmente siamo giunti all'appuntamento cruciale - si afferma in una nota congiunta degli assessori Ermanno Giorni (lavoro) e Teresa Nannarone (turismo) - Nei mesi scorsi Regione, Provincia, Comuni di Sulmona e Castel di Sangro, sindacati, Confindustria, Comunità montane Alto Sangro e Valle Peligna, consorzio industriale hanno siglato un documento congiunto, contenente delle proposte per il rilancio dello sviluppo economico e produttivo. Questa piattaforma programmatica ha rappresentato l'inizio di un dialogo con l'esecutivo. Dal governo ci aspettiamo delle risposte concrete e decisive».