Candidati, la bufala corre sul web
Falsificata la firma di Piccone, Spinosa Pingue dato in corsa con il Pdl.
L’AQUILA. Stavolta ci ha provato un hacker a sostituirsi ai politici, indicando il candidato alla Provincia dell’Aquila, attribuendone la paternità ai leader regionali del Pdl e facendolo rimbalzare sul web e sulle agenzie di stampa. La bufala è durata il tempo di una verifica.
Protagonisti involontari di questa vicenda che assomiglia molto a uno scherzo da 1º aprile - ma le conseguenze per l’incauto autore potrebbero essere più pesanti - il «candidato» Fabio Spinosa Pingue, imprenditore di Sulmona e presidente uscente dei giovani di Confindustria Abruzzo, il coordinatore regionale del Pdl, Filippo Piccone, e il presidente della giunta regionale, Gianni Chiodi. La notizia, trasmessa via e-mail alle principali testate, è stata rilanciata dalle agenzie di stampa.
Chi l’ha confezionata non ha lasciato nulla al caso, ma ha dimostrato scarsa conoscenza delle procedure di partito: certo, l’account «filippo piccone» proveniente dall’indirizzo popolo.liberta.abruzzo@hotmail.it era credibile, il «file» con la carta intestata anche, ma i contenuti erano assolutamente risibili.
Ecco il testo inviato ieri: «Si comunica che oggi pomeriggio a conclusione di un incontro riservato col Governatore della Regione Gianni Chiodi e previa preventiva consultazione con altri componenti della Giunta Regionale, è stato individuato quello che, a parere del Governo Regionale, si ritiene il miglior candidato alla Presidenza della Provincia dell’Aquila. Tale candidatura è stata sottoposta al Coordinatore Regionale e non ravvisando alcuna controindicazione, provvederà nei prossimi giorni a sottoporre tale candidatura agli organi di partito per la ratifica della decisione. Si tratta dell’imprenditore Sulmonese Fabio Spinosa Pingue, già Presidente dei Giovani Imprenditori Abruzzesi.
Spinosa Pingue è molto noto negli ambienti della imprenditoria abruzzese, non solo per il ruolo che ha rivestito, ma anche per il suo particolare impegno nella promozione delle aziende abruzzesi nel grande mercato italiano ed estero. C’è la certezza che sia una candidatura di prestigio e con una notevole penetrazione nell’elettorato». Firmato Sen. Filippo Piccone.
Costruzione inverosimile perché non è certo la giunta regionale a decidere, insieme al coordinatore politico, l’aspirante presidente alla Provincia. Così come è assurdo che Piccone debba sottoporre la candidatura al coordinatore regionale, cioè a se stesso.
Nessuna traccia, invece, di un eventuale consulto con il vicecoordinatore regionale del Popolo della libertà, Fabrizio Di Stefano.
In serata interviene Piccone: «Smentisco categoricamente la notizia, sono stato per tutto il giorno impegnato nelle votazioni in aula al Senato, non ho avuto incontri con Chiodi, già impegnato in altri appuntamenti istituzionali, o con rappresentanti di giunta così come riportato nel lancio di agenzia. Qualcuno ha creato arbitrariamente e in modo illecito un account di posta elettronica utilizzando il mio nome e divulgando abusivamente da quell’indirizzo un comunicato con notizie false. Denuncerò l’episodio alle autorità competenti per individuare l’autore di questo episodio».
Dispetti di partito o burloni patentati? La curiosità rimane.
Protagonisti involontari di questa vicenda che assomiglia molto a uno scherzo da 1º aprile - ma le conseguenze per l’incauto autore potrebbero essere più pesanti - il «candidato» Fabio Spinosa Pingue, imprenditore di Sulmona e presidente uscente dei giovani di Confindustria Abruzzo, il coordinatore regionale del Pdl, Filippo Piccone, e il presidente della giunta regionale, Gianni Chiodi. La notizia, trasmessa via e-mail alle principali testate, è stata rilanciata dalle agenzie di stampa.
Chi l’ha confezionata non ha lasciato nulla al caso, ma ha dimostrato scarsa conoscenza delle procedure di partito: certo, l’account «filippo piccone» proveniente dall’indirizzo popolo.liberta.abruzzo@hotmail.it era credibile, il «file» con la carta intestata anche, ma i contenuti erano assolutamente risibili.
Ecco il testo inviato ieri: «Si comunica che oggi pomeriggio a conclusione di un incontro riservato col Governatore della Regione Gianni Chiodi e previa preventiva consultazione con altri componenti della Giunta Regionale, è stato individuato quello che, a parere del Governo Regionale, si ritiene il miglior candidato alla Presidenza della Provincia dell’Aquila. Tale candidatura è stata sottoposta al Coordinatore Regionale e non ravvisando alcuna controindicazione, provvederà nei prossimi giorni a sottoporre tale candidatura agli organi di partito per la ratifica della decisione. Si tratta dell’imprenditore Sulmonese Fabio Spinosa Pingue, già Presidente dei Giovani Imprenditori Abruzzesi.
Spinosa Pingue è molto noto negli ambienti della imprenditoria abruzzese, non solo per il ruolo che ha rivestito, ma anche per il suo particolare impegno nella promozione delle aziende abruzzesi nel grande mercato italiano ed estero. C’è la certezza che sia una candidatura di prestigio e con una notevole penetrazione nell’elettorato». Firmato Sen. Filippo Piccone.
Costruzione inverosimile perché non è certo la giunta regionale a decidere, insieme al coordinatore politico, l’aspirante presidente alla Provincia. Così come è assurdo che Piccone debba sottoporre la candidatura al coordinatore regionale, cioè a se stesso.
Nessuna traccia, invece, di un eventuale consulto con il vicecoordinatore regionale del Popolo della libertà, Fabrizio Di Stefano.
In serata interviene Piccone: «Smentisco categoricamente la notizia, sono stato per tutto il giorno impegnato nelle votazioni in aula al Senato, non ho avuto incontri con Chiodi, già impegnato in altri appuntamenti istituzionali, o con rappresentanti di giunta così come riportato nel lancio di agenzia. Qualcuno ha creato arbitrariamente e in modo illecito un account di posta elettronica utilizzando il mio nome e divulgando abusivamente da quell’indirizzo un comunicato con notizie false. Denuncerò l’episodio alle autorità competenti per individuare l’autore di questo episodio».
Dispetti di partito o burloni patentati? La curiosità rimane.