Canti e lacrime per Marco «Addio gigante buono»

Celebrati i funerali del giovane morto nell’incidente con la moto sulla Tiburtina I suoi amici: «Non dimenticheremo mai le ore liete passate insieme a te»

CASTELVECCHIO SUBEQUO. Una folla commossa e attonita ha riempito ieri la chiesa di San Francesco a Castelvecchio Subequo, per l’ultimo saluto a Marco Paolini.

Paolini è morto sabato mattina, cadendo dalla sua moto, mentre percorreva la Statale 5 Tiburtina Valeria, in un tratto già teatro di incidenti mortali. Aveva 38 anni ed era un impiegato delle Poste. Lavorava in un ufficio di Celano, nella Marsica. La funzione è stata officiata da padre Bonaventura Febbo, il quale ha tentato di offrire un conforto all’immenso dolore dei tanti amici, dei colleghi e soprattutto dei genitori Onorina e Renzo e del fratello Paolo. «Siamo nella chiesa di San Francesco, che amava tutte le creature, dalle più piccole alle più grandi», ha esordito nell’omelia il celebrante. «Il nostro Marco amava le montagne e la vita in tutte le sue forme. Era buono, gentile e condivideva passioni e voglia di vivere con gli amici. Ha vissuto tra noi come un buon cristiano deve fare, aprendo il cuore agli altri per affrontare il cammino insieme».

A omaggiare la memoria del 38enne anche la corale “Padre Mario” e il coro francescano della parrocchia che hanno intonato i canti dell’Ave Maria e del “Signore delle Cime”. Una dedica, quest’ultima, voluta per sottolineate la passione per la natura e la montagna che aveva il 38enne. Paolini amava la montagna e, insieme agli amici, saliva più volte durante l’anno, sul Sirente e sul monte San Nicola. «Oggi sei andato sulla vetta più alta», ha detto un’amica alla fine della messa, dall’altare. «Non dimenticheremo mai le serate passate insieme, le lunghe camminate, le chiacchierate e i giri in moto». Parole per descrivere frammenti di una vita terminata troppo presto e spazzata via in pochi secondi da una caduta in moto che ha lasciato nello sconforto chiunque lo conoscesse.

«La vita, per te, è stata difficile sin da subito», ha ricordato un’altra amica, «ma hai subito ritrovato l’amore di due genitori e di una famiglia, non ti sei arreso, sei andato avanti e poi, quando tutto cominciava a stabilizzarsi, il destino ti ha portato via. Resterai nei nostri cuori». Dopo la funzione religiosa il feretro è stato salutato con un lungo applauso e il lancio di alcuni palloncini bianchi con la scritta “Ciao Marco”. Poi il corteo si è avviato lungo la strada che porta al cimitero del centro montano. A metà strada ha iniziato a piovere, come se anche il cielo piangesse per tanto dolore.

«Addio Gigante buono», hanno detto alcuni amici tra la folla, salutando la bara che si allontanava.

Intanto, vanno avanti le indagini da parte dei carabinieri per capire la dinamica dell’incidente costato la vita a un giovane che tutti ricorderanno come una persona davvero speciale.

Federico Cifani

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