Cantieri pericolosi indagati 20 imprenditori
Dopo i blitz nei siti della ricostruzione scattano le denunce penali L’accusa: lavori effettuati fuori dalle regole, operai esposti a rischi letali
L’AQUILA. Cantieri senza parapetti né tavole fermapiede, lavoratori senza casco e altri supporti di sicurezza, lavori edili realizzati in spregio alle norme di sicurezza. Venti imprenditori impegnati nella ricostruzione post-terremoto sono stati iscritti sul registro degli indagati dalla Procura della Repubblica dell’Aquila all’esito degli accertamenti compiuti nei cantieri della città e del suo circondario.
In molti casi gli indagati, alcuni dei quali provengono da fuori regione, hanno già ricevuto l’avviso della conclusione delle indagini preliminari. Dunque hanno 20 giorni di tempo per presentare memorie difensive, produrre documenti, depositare documentazione relativa a investigazioni del difensore, chiedere al pubblico ministero di compiere atti d’indagine, presentarsi per rilasciare dichiarazioni o chiedere di essere sottoposti a interrogatorio.
Il campionario delle violazioni è piuttosto ampio. In molti casi gli indagati, dopo aver pagato la sanzione amministrativa si trovano a doversi difendere in sede penale. L’accusa, in particolare, contesta agli indagati la violazione ripetuta di una serie di norme contenute nel testo unico in materia di sicurezza sul lavoro, il decreto legislativo numero 81 del 2008.
In certi casi sono state riscontrate carenze oggettive delle minime condizioni di sicurezza nei cantieri della ricostruzione oppure la presenza di sostanze pericolose nelle aree di cantiere. In altri casi, invece, vengono contestate agli indagati alcune omissioni ritenute di minore rilevanza come quelle legate alla mancata designazione di alcune figure previste dalle norme come quella del coordinatore per la sicurezza e la fase di esecuzione pur prevedendo, anche se non in contemporanea, la presenza di più imprese esecutrici nel contesto di un unico lavoro.
Il quadro che emerge dalle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica dell’Aquila disegna una ricostruzione che sta avvenendo, in molti casi, senza tenere conto della sicurezza dei lavoratori, per non parlare dell’aspetto legato ai subappalti selvaggi e all’impiego della manodopera irregolare, oggetto di altri accertamenti.
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