Cappelli al pm: rifarei tutto

Il sindaco di San Demetrio: riunioni in Curia, mica a Scampia

L'AQUILA. «Rifarei tutto allo stesso modo. Lo sottoscrivo dieci volte perché io ho sempre inteso la Fondazione quale strumento di aggregazione, di ricostruzione del tessuto sociale ed economico del territorio».

Lo ha detto il sindaco di San Demetrio nei Vestini, Silvano Cappelli dopo il colloquio di due ore in procura con il pm e i carabinieri. Silvano Cappelli, accusato di falso, è uno uno dei cinque indagati nell'ambito dell'inchiesta sul presunto tentativo di truffa per 9 dei 12 milioni di fondi per il sociale stanziati dal dipartimento Politiche per la famiglia.

L'inchiesta, anche sulla scorta di corpose intercettazioni, ha portato agli arresti domiciliari Fabrizio Traversi, 62 anni dipendente della presidenza del Consiglio dei ministri, e Gianfranco Cavaliere, 36 anni, medico aquilano, accusati di aver tentato di distrarre fondi attraverso un sistema di onlus, fondazioni e associazioni e ingannando rappresentanti istituzionali, tra cui molti sindaci. Tra gli indagati anche l'ex assessore provinciale Mimmo Srour che sarà ascoltato il 3 ottobre assistito dall'avvocato Paolo Vecchioli.

«L'obiettivo per cui mi sono sempre accanito», ha detto ancora il primo cittadino di San Demetrio, «è sempre stato rivolto alla ricerca di finanziamenti per il sociale, è una tematica fondamentale per qualsiasi Comune colpito dal terremoto, il sociale prima di tutto. Chiunque si è avvicinato a me mi ha fatto del bene, davanti a me sono passate tante persone», ha proseguito riferendosi probabilmente a Traversi e Cavaliere. «Il contesto in cui è accaduto tutto ciò è particolare» ha detto ancora Cappelli «perché in un momento di difficoltà per un amministratore, quando una persona si presenta con quelle referenze e ti propina dei progetti utili per il territorio diventa difficile capire se ti sta fregando». Il riferimento sembra per Fabrizio Traversi, dipendente della presidenza del Consiglio. Nell'inchiesta sono indagate altre due persone: Nicola Ferrigni di 35 anni di Roma, sociologo dell'Eurispes e Mimmo Srour, ex assessore provinciale alla Ricostruzione.

Cappelli, assistito dagli avvocati Ernesto Venta e Massimiliano Venta ha fatto una considerazione importante: «Come potevo pensare a qualcosa di illecito: gli incontri li facevamo in Curia, alla presenza dei vescovi, mica a Scampia!».

E in effetti, dalle intercettazioni, si ha la conferma che la Curia teneva molto a queste iniziative anche per le molte telefonate in cui parla monsignor D'Ercole. Anche con Traversi. In una intercettazione questi contatta Cavaliere che si trova con il prelato. «Gianfranco sta ancora con monsignore?» chiede Traversi. Alla risposta affermativa aggiunge: «digli che mi è arrivato un sms della Pezzopane che venerdì vorrebbe vedere tutti e tre al Comune: io, te e D'Ercole». «Senti», spiega poi Traversi al vescovo, «il discorso è questo: mi è arrivato il messaggio della Pezzopane e dice che è disponibile per un incontro e chiudere la partita». D'Ercole risponde: «Va bene, perfetto, buonanotte e riposati». Secondo i carabinieri, però, del messaggino della Pezzopane non vi è traccia. Esiste anche una lunga telefonata tra lo stesso vescovo e l'immancabile Traversi: «Studiamo anche come portare la Fondazione dal presidente della Repubblica e per presentarla in forma ufficiale. Oggi mi daranno la risposta per gli incontri con Schifani». D'Ercole sembra stupito: «Uh, uh». D'Ercole credeva molto della fondazione. «Se ci riusciamo a fare questa qui» dice al telefono «è un cappello importante che porta a una vittoria significativa che la Fondazione riesce a portare».

Sia Traversi che il vescovo sono interessati al turismo religioso. «Lì», dice Traversi, «ci sarebbe la possibilità di accedere a 4 milioni di euro che sono a disposizione per ministero del turismo per gli itinerari religiosi». «Beh», risponde il presule «è una buona cosa ne avevi parlato anche con l'arcivescovo».

Nelle intercettazioni esiste anche un passo nel quale viene citato il sottosegretario Gianni Letta. Ne parla Traversi con Massimo Romagnoli. «E' lui», afferma riferendosi all'uomo di governo, «che sta seguendo in prima persona la Fondazione e tutto quello che stiamo facendo». Secondo i carabinieri del Noe si tratta di una bugia visto che ci sarebbe il millantato credito nei riguardi di Letta e non solo di lui.

Tra una intercettazione e l'altra c'è posto anche per delle prese di posizione di associazioni che solidarizzano con persone che sarebbero state strumentalizzate dai sospettati.

Il Centro di Servizio per il Volontariato della provincia dell'Aquila «esprime la più sincera solidarietà nei confronti del dottor Roberto Museo, a seguito di quanto emerso dalle intercettazioni telefoniche pubblicate in questi giorni a mezzo stampa rispetto alle quali Museo è totalmente estraneo. In una fase storica in cui la città dell'Aquila tenta a fatica di risollevarsi soprattutto a livello sociale e di comunità, Roberto Museo e tutte le realtà di volontariato che supportano quotidianamente la popolazione aquilana non meritano che questo vile attacco possa minimamente scalfirne l'affidabilità e l'onorabilità del loro operato. Non possiamo dimenticare il ruolo fondamentale svolto in questi due anni dal nostro Centro per la ricostruzione sociale della nostra comunità che ha portato alla realizzazione della Casa del Volontariato, luogo privilegiato di confronto e partecipazione, e all'attivazione di risorse per oltre 40 progetti di ricostruzione sociale. Un risultato su cui tutta la rete del volontariato ha investito tantissimo e per il quale la presenza di Roberto Museo è stata e continuerà ad essere determinante, trattandosi di un processo tuttora in atto. A tal proposito il Csvaq intende ringraziare in questa sede Roberto Museo, per il prezioso lavoro svolto in questi due anni».

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