Carispaq, impronte digitaliper entrare in banca
In meno di quattro anni, 21 rapine subite, per un totale di 260 mila euro portati via. Così il direttore generale della Carispaq, Rinaldo Tordera, ha deciso di installare, nelle filiali più a rischio, un nuovo sistema di sicurezza: chiunque entra, deve lasciare le impronte digitali, che saranno conservate per sette giorni. "Un sistema per garantire la sicurezza di clienti e impiegati", dice. Dal 3 dicembre il biodigit sarà operativo nella filiale Carispaq di Paganica
L'AQUILA. In meno di quattro anni ha subìto ben 21 rapine, con una media di 65 mila euro all'anno portati via dai malviventi, per un totale di 260 mila euro. Così il direttore generale della Carispaq - il maggiore istituto di credito della provincia, con molte filiali anche nel Lazio e una a Pescara -, Rinaldo Tordera, corre ai ripari e fa installare sistemi anti-rapina nelle filiari ritenute a rischio. Chiunque entra, dove lasciare le impronte digitali, che saranno conservate per sette giorni.
Il direttore generale della Carispaq, Rinaldo Tordera, tiene, però a precisare tre cose: 1) «questo sistema non è tanto per impedire ai rapinatori di farci portare via i soldi, ma soprattutto per dare tranquillità alla nostra sempre più vasta clientela e al nostro personale. Subire una rapina, da parte di chi lavora dietro alle casse, è sempre un trauma importante, che può lasciare anche segni pesanti. E anche per i clienti che si trovano nella sala. Finora è andato tutto bene, dal punto di vista dell'incolumità fisica; 2) c'è la massima garanzia della privacy, perché per ogni impianto da installare, la procedura è lunga e occorrono circa tre mesi, in quanto bisogna chiedere le autorizzazioni al garante della privacy. L'impronta digitale dell'utente sarà archiviata e conservata per sette giorni, con sistemi informatici particolari, e i dati, oltre che all'interessato, sono accessibili solo all'autorità giudiziaria e di polizia per esigenze di indagine in caso, appunto, di rapine; 3) abbiamo inviato una lettera informativa ai nostri clienti nella quale spieghiamo i motivi e la necessità di utilizzare questo sistema, denominato biodigit, che è ideato proprio per la salvaguardia e la sicurezza della nostra clientela».
Da lunedì 3 dicembre il biodigit sarà operativo nella filiale Carispaq di Paganica, ritenuta tra le filiali più a rischio rapine, insieme a quelle di Magliano dei Marsi, dove verrà installato prima di Natale, Civitella Roveto e Avezzano. Un altro biodigit è già in funzione nella nuova filiale di Monterotondo, inaugurata lunedì scorso.
«Avevamo deciso da tempo di installare i rilevatori di impronte nella zona di Roma, ma poi abbiamo dato la precedenza alla nostra provincia, visto l'andamento delle rapine», precisa il direttore Tordera. I colpi nelle filiali Carispaq, negli ultimi quattro anni, sono più che raddoppiati: nel 2004 le rapine sono state 3, di cui una nel Lazio; nel 2005 sono salite a 5, di cui 3 nel Lazio; nel 2006 sono state 6 (2 nel lazio); nel 2007, finora, sono state 7 e tutte nella provincia dell'Aquila, con una media annua di 65 mila euro "prelevati" dai banditi. «Il discorso soldi è relativo», sottolinea Tordera, «perché ci sono le assicurazioni e poi abbiamo ridotto di molto la presenza di contanti. Quello che ci preme è l'incolumità dei clienti e del personale. Questo sistema rappresenta un grande deterrente per i malviventi, che possono essere facilmente individuati dalle forze dell'ordine».
Il direttore generale della Carispaq, Rinaldo Tordera, tiene, però a precisare tre cose: 1) «questo sistema non è tanto per impedire ai rapinatori di farci portare via i soldi, ma soprattutto per dare tranquillità alla nostra sempre più vasta clientela e al nostro personale. Subire una rapina, da parte di chi lavora dietro alle casse, è sempre un trauma importante, che può lasciare anche segni pesanti. E anche per i clienti che si trovano nella sala. Finora è andato tutto bene, dal punto di vista dell'incolumità fisica; 2) c'è la massima garanzia della privacy, perché per ogni impianto da installare, la procedura è lunga e occorrono circa tre mesi, in quanto bisogna chiedere le autorizzazioni al garante della privacy. L'impronta digitale dell'utente sarà archiviata e conservata per sette giorni, con sistemi informatici particolari, e i dati, oltre che all'interessato, sono accessibili solo all'autorità giudiziaria e di polizia per esigenze di indagine in caso, appunto, di rapine; 3) abbiamo inviato una lettera informativa ai nostri clienti nella quale spieghiamo i motivi e la necessità di utilizzare questo sistema, denominato biodigit, che è ideato proprio per la salvaguardia e la sicurezza della nostra clientela».
Da lunedì 3 dicembre il biodigit sarà operativo nella filiale Carispaq di Paganica, ritenuta tra le filiali più a rischio rapine, insieme a quelle di Magliano dei Marsi, dove verrà installato prima di Natale, Civitella Roveto e Avezzano. Un altro biodigit è già in funzione nella nuova filiale di Monterotondo, inaugurata lunedì scorso.
«Avevamo deciso da tempo di installare i rilevatori di impronte nella zona di Roma, ma poi abbiamo dato la precedenza alla nostra provincia, visto l'andamento delle rapine», precisa il direttore Tordera. I colpi nelle filiali Carispaq, negli ultimi quattro anni, sono più che raddoppiati: nel 2004 le rapine sono state 3, di cui una nel Lazio; nel 2005 sono salite a 5, di cui 3 nel Lazio; nel 2006 sono state 6 (2 nel lazio); nel 2007, finora, sono state 7 e tutte nella provincia dell'Aquila, con una media annua di 65 mila euro "prelevati" dai banditi. «Il discorso soldi è relativo», sottolinea Tordera, «perché ci sono le assicurazioni e poi abbiamo ridotto di molto la presenza di contanti. Quello che ci preme è l'incolumità dei clienti e del personale. Questo sistema rappresenta un grande deterrente per i malviventi, che possono essere facilmente individuati dalle forze dell'ordine».