Oggi in piazza Duomo riunione organizzativa dei comitati. Nel tavolo tecnico spuntano siti in Valle Peligna

Carriole, la protesta non si ferma

Fermento per l’iniziativa di domenica, la proposta Chiodi non piace all’Ance

L’AQUILA. Oggi la conta delle carriole. Domenica la manifestazione in piazza «che si farà a tutti i costi», sottolineano i cittadini mentre qualche amministratore sta facendo passare il messaggio che «è meglio lasciar perdere: le macerie non si possono spostare». Per mettere a punto i dettagli della rimozione simbolica di una parte delle macerie del centro, in programma domenica alle 10, oggi alle 16, in piazza Duomo, incontro tra i promotori dell’iniziativa e quanti vorranno aderire. La proposta di Chiodi di mandare le macerie all’estero trova i primi no.

Gli aquilani, alla luce del successo delle prime due domeniche in zona rossa, non vogliono rinunciare al terzo atto della battaglia per «riprendersi la città». Oggi torna a riunirsi il tavolo tecnico sulle macerie. In attesa di ottenere deroghe alla normativa (Bertolaso ha detto che, se il Comune farà richiesta, la Protezione civile tornerà a intervenire) vanno avanti le procedure per attivare i siti di Bazzano e Barisciano. Nel corso di un incontro, presenti, tra gli altri, l’assessore all’Ambiente Alfredo Moroni, il capo della struttura di missione Gaetano Fontana e il commissario del consorzio per il nucleo industriale, Lorenzo Di Marzio, è stato sollevato il problema della coabitazione tra l’eventuale deposito temporaneo delle macerie, gli uffici giudiziari, le attività commerciali e direzionali attivate in quella parte della città. Insomma, una Babele di competenze che rischia di paralizzare l’attività di smaltimento. I tecnici valutano altri siti, a Capestrano e in Valle Peligna.

MANTINI. Il deputato Udc, nel fare gli «auguri» a Chiodi, formalmente al primo giorno nel ruolo di commissario, «essendo passata la legge al Senato» concorda «con la necessità di trasparenza e concorrenza, attraverso bandi europei. Ma non sull’idea, forse malintesa, di trasportare le macerie fuori cratere. tecnicamente e imprenditorialmente impossibile, addirittura folle. Si facciano gare serie per il riciclo in loco, che può costituire una risorsa: si è già perso troppo tempo. È comprensibile il desiderio di molti aquilani di tornare in centro per una manifestazione simbolica. Ma è anche giustificata la preoccupazione delle autorità di sicurezza per l’incolumità dei cittadini. Il sindaco concordi una soluzione con prefetto e questore per evitare danni e rischi, compresi quelli di una criminalizzazione della protesta. Si governa anche col buonsenso e la comprensione, non solo con le ordinanze e la demagogia. Il problema macerie, proprio dell’emergenza, doveva essere affrontato da Bertolaso, ma non è stato così».

L’ANCE DICE NO. Intanto, la procedura indicata dal commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi, che prevede il coinvolgimento di «colossi» europei e il trasferimento delle macerie fuori Regione, trova i primi no. Secondo Paolo Primavera (Ance Chieti) «la procedura comporterà una spesa in più, rispetto a prima, quantificabile in 200 milioni. A oggi in Abruzzo non ci sono impianti che possono accogliere 4 milioni e mezzo di tonnellate. Con un bando europeo questi rifiuti andranno fuori regione ma solo il trasporto costerà tra 40 e 50 euro a tonnellata». Questa la proposta: «Chiodi faccia ordinanze per acquisire lotti e realizzare aree di stoccaggio in deroga alle normative. Gli inerti vanno riciclati».